“È una fase difficile della mia vita”: Chiara Ferragni in tribunale a Milano per l’udienza sul Pandoro Gate

  • Postato il 4 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti”. Poche, misurate parole, rivolte ai cronisti che la attendevano fuori dall’aula. Chiara Ferragni si è presentata così, per la prima volta, al Palazzo di Giustizia di Milano per l’udienza del processo che la vede imputata per truffa aggravata per i casi del “Pandoro Pink Christmas” e delle uova di Pasqua. L’influencer e imprenditrice, assistita dai suoi legali, ha assistito all’udienza davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, in un procedimento che vede imputati anche il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia.

L’udienza odierna, che si è tenuta a porte chiuse, è servita principalmente per discutere la costituzione delle parti civili. I legali dell’influencer hanno confermato che chiederanno il processo con rito abbreviato, una scelta che permette uno sconto di pena in caso di condanna. Il giudice ha aggiornato il procedimento al 19 novembre, quando si pronuncerà sulla richiesta dell’unica parte civile rimasta in gioco. La sentenza è attesa per gennaio 2026.

L’accusa, sostenuta dalla Procura di Milano, è di aver ingannato i consumatori. Secondo i pm, le campagne del “Pandoro Pink Christmas” (2022) e delle uova di Pasqua (2021 e 2022) avrebbero indotto gli acquirenti a credere che, comprando i prodotti a un prezzo maggiorato, stessero contribuendo direttamente a una donazione benefica (rispettivamente per l’Ospedale Regina Margherita di Torino e per l’associazione “I Bambini delle Fate”). In realtà, l’accordo era diverso: per il pandoro, la Balocco aveva già effettuato una donazione fissa di 50.000 euro mesi prima, indipendentemente dalle vendite, mentre le società della Ferragni avrebbero incassato oltre un milione di euro per la licenza e la promozione. Per la Procura, un “ingiusto profitto” di circa 2,2 milioni di euro totali tra le due operazioni. La difesa di Ferragni ha sempre sostenuto la sua innocenza, parlando di un errore di comunicazione e sottolineando che l’influencer ha già chiuso il fronte amministrativo e ha effettuato donazioni riparatorie per un totale di 3,4 milioni di euro.

Nel corso dell’udienza, è emerso un dettaglio significativo. Diverse associazioni e persino una signora di 76 anni, che avevano inizialmente chiesto di costituirsi parte civile, hanno ritirato la loro istanza dopo aver raggiunto accordi di risarcimento extragiudiziali. L’unica a rimanere in campo è l’associazione Casa del Consumatore, che ha rifiutato un accordo transattivo da 5.000 euro. L’associazione, come aveva spiegato in una nota, ha ritenuto la somma “irrisoria rispetto ai profitti di ben 2,7 milioni di euro” e ha proposto in alternativa “uno o due reel social per dimostrare il suo ravvedimento e impegno nel far conoscere un’app dedicata ai consumatori”. I legali di Ferragni si sono opposti alla sua costituzione e ora la decisione spetta al giudice.

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Il Fatto Quotidiano

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