Elezioni presidenziali in Romania, il nazionalista Simion sfida la coalizione pro-Ue dopo il voto annullato
- Postato il 18 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo spettro George Simion si aggira più tra i corridoi delle istituzioni europee che tra quelli di Palazzo Cotroceni. Sono stati mesi in cui la Romania ha dimostrato di guardare a destra, ma la grande mobilitazione pro-Ue potrebbe anche portare a un ribaltamento della situazione. Si è assistito alla vittoria di un outsider come Călin Georgescu, accusato di antisemitismo e di vicinanza a Mosca, al primo turno delle Presidenziali; all’annullamento delle elezioni stesse, prima del ballottaggio, con l’accusa di influenze russe; al fermo del candidato vincitore per presunti legami con organizzazioni criminali, fino alle nuove elezioni che hanno selezionato i due candidati alla Presidenza. Adesso non ci sono più scuse: il 18 maggio il Paese torna alle urne per il ballottaggio, dopo manifestazioni di piazza sia a favore dei candidati nazionalisti sia filo-Ue. E in testa c’è l’uomo che si è presentato come il sostituto di Georgescu e che ha promesso di fare di tutto affinché il candidato escluso possa diventare primo ministro.
La sfida sembra essere a due: da una parte Simion, leader del partito ultranazionalista Alleanza per l’Unione dei Romeni, alleato di Fratelli d’Italia in Europa, dall’altra l’indipendente pro-Ue Nicusor Dan. Se al primo turno Simion aveva vinto con largo vantaggio, raccogliendo il 41% dei consensi, nel testa a testa la situazione sembra essersi riequilibrata, con tutte le forze democratiche ed europeiste che spingono Dan. Il suo partito, che sostiene di voler difendere “la famiglia, la nazione, la fede e la libertà”, si è fatto notare nelle elezioni parlamentari del 2020 crescendo fino a diventare il secondo partito più grande del Parlamento rumeno. Lui, 38 anni, si dice convinto che “domenica diventerà il prossimo presidente della Romania”: “Non sono nervoso, sul risultato non ci sono dubbi, a condizione che il voto sia libero e giusto“. Il tema della frode elettorale rimane al centro del dibattito anche e soprattutto a poche ore dalle elezioni. Simion sa che ciò che è accaduto con Georgescu ha aperto dubbi e ferite tra gli elettori e cerca così di spingerli a un voto contro il ‘sistema’ che non lo vuole alla guida del Paese parlando di possibili “frodi massicce” che potrebbero stravolgere il reale esito delle elezioni.
Tra lui e Palazzo Cotroceni c’è Nicosur Dan, 55 anni e sindaco della capitale. La sua parabola politica è ben diversa da quella di Simion: matematico, ha iniziato con l’attivismo contro i progetti immobiliari illegali. Ha poi fondato il partito riformista Unione per salvare la Romania (USR) nel 2016, ma in seguito lo ha lasciato e si è candidato come indipendente con un programma pro-Ue, riaffermando i legami con l’Occidente, il sostegno all’Ucraina e la riforma fiscale. Se Dan ha promesso di “trasmettere speranza”, Simion, anche lui ex attivista che ha fatto campagna per la riunificazione con la vicina Moldavia, ha affermato che si concentrerà sulle riforme: tagliare la burocrazia e ridurre le tasse. Toccherà ai rumeni decidere. Questa volta definitivamente.
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