Estate in Val d’Enza, tra castelli e spiagge d’acqua dolce

Val d’Enza, terra di castelli e d’acqua dolce: un binomio raro, che trova in questa porzione di Emilia la sua realizzazione e che offre una destinazione di viaggio unica, tra panorami agricoli e bucolici, pezzi di storia remota del nostro paese e placide spiagge di fiume dove rilassarsi in completa serenità, al riparo dal caos cittadino.

Il fiume Enza è uno degli affluenti del Po che provengono da meridione, una lingua d’acqua che taglia il territorio emiliano contrassegnando la linea di demarcazione tra Parma e Reggio Emilia. I suoi centododici chilometri di corsi originano dall’Appennino toscoemiliano, oltre i 1400 metri di altitudine del Monte Palerà, sul versante toscano del confine.

È un corso d’acqua per certi versi sottovalutato. Non solo perché il suo corso contrassegna un territorio turisticamente poco frequentato ma molto vario, pieno di luoghi interessanti e attrazioni naturali, ma anche perché l’acqua e l’aria che si respirano in Val d’Enza sono essenziali per due eccellenze tipiche locali: il Parmigiano Reggiano e l’aceto balsamico.

Per quanto riguarda i prodotti caseari, il sillogismo è semplice: la qualità del formaggio dipende da quella del latte, che dipende dal foraggio del bestiame, la cui bontà è a sua volta inevitabilmente determinata dalla qualità dell’acqua che viene utilizzata nei pascoli e negli allevamenti. E le acque dell’Enza recitano un ruolo determinante.

L’aceto balsamico beneficia invece di un microclima particolare, tutto emiliano, che però in val d’Enza assume connotati ulteriormente unici: in estate sulla valle fluviale scorre il phoen, un vento caldo che spira da sud verso nord, ovvero dalla montagna verso la Pianura Padana. È questo a consentire la grande escursione termica stagionale che investe le acetaie e consente la realizzazione del prezioso liquido.

I primi passi dell’Enza: il Lago Paduli

Il corso dell’Enza, poco dopo la sorgente, viene immediatamente irregimentato nel Lago Paduli, uno scenografico lago artificiale per la produzione di energia elettrica situato al Passo del Lagastrello, il valico che collega la Lunigiana toscana alla Val d’Enza.

Lago Paduli fiume Enza Passo del Lagastrello
Lorenzo Calamai
L’atmosfera selvaggia del Lago Paduli

Il Lago Paduli, che esiste dagli inizi del Novecento, è una prima destinazione estiva d’acqua dolce. Non è balneabile, ma essendo posto ad oltre mille metri di altitudine, con ampie zone di prato sulle sue sponde e alcune zone attrezzate per picnic e barbecue tra i boschi di faggio che circondano l’invaso, rappresenta una meta ideale per una rinfrescante gita fuori porta. Inoltre tutto attorno al Lago corrono affascinanti sentieri escursionistici che regalano panorami mozzafiato, tra cui una delle dodici tappe del Sentiero dei Ducati, cammino per trekker mountain bikers che collega Reggio Emilia a Sarzana.

Dal Passo del Lagastrello, l’Enza scende con grande impeto verso valle, ma poi il suo corso si allarga man mano che si inoltra verso la pianura, tingendosi di verde e d’azzurro tra pascoli, allevamenti, boschi e dolci declivi.

veduta dell'alta val d'enza
Lorenzo Calamai
L’Enza scorre stretto tra boschi e pascoli, in uno scenario paesaggistico estremamente verde

Alta Val d’Enza, la spiaggia de La Mora

La Mora è una località vicina a Ranzano, una frazione di Palanzano, uno dei comuni dell’Alta Val d’Enza, come viene chiamata la parte più collinare e montana della valle attraversata dal corso d’acqua.

Seguendo le indicazioni stradali da Ranzano per La Mora si scende lungo una stretta strada asfaltata fino ad arrivare a un gruppo di vecchi fienili nei pressi delle sponde dell’Enza. Il tratto rettilineo del fiume antistante agli edifici è uno dei luoghi preferiti dalla gente del posto per passare una giornata di relax e divertimento all’aria aperta: qui il corso d’acqua passa da avere l’aspetto impetuoso di un torrente nella parte a monte, al creare una profonda piscina naturale in corrispondenza di una parete rocciosa, fino a lasciarsi andare più placidamente, con acque basse, verso valle.

Piscina naturale del fiume Enza
Lorenzo Calamai
L’Enza a La Mora

La Mora è una spiaggia d’acqua dolce adatta a tutti: i bambini possono divertirsi dove l’acque è più bassa e la corrente quasi nulla, mentre i più audaci si divertono a fare un tuffo nella piscina naturale più alta; le rocce che punteggiano le sponde formano piccole spiaggette di sassolini dove è bello distendersi al sole, e sono comode abbastanza per imbandire un picnic.

Questa spiaggia è raggiungibile non solo da Ranzano, e quindi dalla sponda settentrionale dell’Enza, ma anche scendendo lungo la lingua d’asfalto che dalla frazione di Temporia giunge a uno spiazzo proprio in riva al fiume, utilizzato come parcheggio e come punto di partenza per escursioni in canoa, gommone e kayak verso valle.

Le piscine naturali di Vetto

Vetto è il comune meno popolato della provincia di Reggio Emilia: una cittadina quieta circondata dal verde, il cui territorio è attraversato dall’Enza, ma anche da altri quattro corsi d’acqua che confluiscono nel principale.

L’Enza, dunque, qui ha una portata maggiore, come evidenziato dal grande letto di pietre levigate all’interno del quale scorre. Rispetto al carattere più torrentizio, montano e impetuoso dei suoi primi chilometri, qui il fiume scorre tranquillo, placido, e il suo carattere si trasmette all’ambiente circostante, rilassato e sonnacchioso.

Se si percorre via Val d’Enza a Vetto, la strada che scende dall’altura su cui si trova il paese fino al letto del fiume, si giunge a una grande ansa. Qui d’estate è aperto un piccolo bar ristorante, all’ombra degli alberi, mentre asciugamani distesi e qualche lettino popolano la lunga distesa di ghiaia che contorna il corso d’acqua.

Al cosiddetto lido di Vetto, infatti, l’Enza occupa soltanto una piccola porzione di tutto il suo letto. Forma, comunque, una bella piscina naturale nella quale ci si può tuffare nelle sue acque cristalline e invitanti.

Lido di Vetto Val d'Enza piscina naturale spiaggia d'acqua dolce
Lorenzo Calamai
A bagno nelle fresche acque dell’Enza a Vetto

Più a valle, sempre nelle immediate vicinanze di Vetto, si trova un’altra piscina naturale. Per arrivarci si deve scendere lungo il sentiero che si apre al margine del ponte del Pomello, lungo la strada che porta verso le frazioni di Neviano e Scurano.

Una volta scesi sul letto del fiume ci si può fermare in una piccola polla nelle immediate vicinanze dei ciclopici archi del ponte, oppure risalire il corso del fiume ancora un po’, fino a trovare un’ampia spiaggetta di sassolini bianchi. Di fronte si trova una grande parete rocciosa, parzialmente erosa e dalla quale scendono esili rivoli d’acqua. Ai piedi della parete, una profonda piscina naturale rappresenta l’attrazione che attira tanti bagnanti nelle lunghe giornate estive.

Le terre di Canossa: i castelli della Val d’Enza

Scendendo ancora verso valle, l’Enza entra in un territorio che oltre al consueto splendore paesaggistico rurale è disseminato di tesori storici.

Sono queste infatti le terre che furono sede della nobile casata medievale degli Attoni, più nota come Canossa, proprio dal nome della loro sede sulle colline della Val d’Enza. Una famiglia di origine longobarda che a cavallo dell’Anno Mille fu tra le più rilevanti dell’Italia centro-settentrionale, dominando su Mantova, Lucca, Modena, Reggio Emilia, Verona e alcuni territori umbri e marchigiani.

Personaggio chiave della dinastia fu Matilde di Canossa, la gran contessa che estese al massimo livello i possedimenti della sua casata, arrivando a comprendere da Mantova alla Maremma laziale, includendo tutta la Toscana, la maggior parte dell’Emilia e parte dell’attuale Umbria. Figura ammantata di leggenda, di cui cantarono le lodi Petrarca e Ariosto, fu centrale nella celebre Umiliazione di Canossa, quando l’imperatore Enrico IV fu costretto a rimanere inginocchiato per tre giorni e tre notti nella neve alle porte del castello di Matilde, che ospitava papa Gregorio VII, al fine di ottenere la revoca della scomunica ricevuta.

Castello di Rossena val d'Enza
iStock
Il Castello di Rossena

Oggi il Castello di Canossa si staglia ancora contro l’orizzonte della Val d’Enza. Ne restano poco più che rovine, ammantate dall’alone di leggenda della Storia passata per le sue pietre, in una posizione paesaggistica notevole. Lo si può visitare pagando un economico biglietto che consente anche di accedere al piccolo museo che ricostruisce la storia e l’aspetto del castello nel momento del massimo splendore.

Ancora intatto è invece il maestoso Castello di Rossena, non lontano da Canossa e anch’esso un tempo possedimento matildico. È una fortezza imponente, che domina il territorio della Val d’Enza da una posizione sopraelevata che consente una visuale entusiasmante che arriva fino alla Pietra di Bismantova. Lo si può visitare nei fine settimana su prenotazione.

Ancora più a valle, i castelli di Montechiarugolo e di Montecchio dell’Emilia sono due splendidi monumenti architettonici che valgono una visita, uno su una sponda e uno sull’altra del corso dell’Enza.

Autore
SiViaggia.it

Potrebbero anche piacerti