Evaso dai domiciliari per stalking alla ex. Il ricercato contatta il Fatto: “Ecco perché ho staccato il braccialetto elettronico”. L’avvocato di lei: “Siamo preoccupati”

  • Postato il 17 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Sono Salvatore del Campo e sono evaso da qualche giorno”. “Evaso? Ma da dove?” “Dai domiciliari, ero a Siena”. Chi ci parla dall’altra parte del telefono è un 41enne siciliano. Tre giorni fa ha scritto una mail al Fatto: “Nei prossimi giorni sentirete parlare di me (…). Sono disponibile a dare al Fatto prevalenza su tutti i quotidiani perché le riconosco la voglia di andare a fondo nelle cose”. Non sapevamo nulla di lui prima di questa telefonata. Scopriamo così che Del Campo è appena evaso dai domiciliari. Una misura cautelare disposta dai giudici dopo l’inchiesta che lo vede indagato per stalking e minacce nei confronti della sua ex compagna. Sono accuse gravi per le quali rischia un processo. Al telefono inizia il suo racconto: è accusato di stalking e minacce nei confronti della madre della sua bambina, lamenta che non vede la piccola da mesi. Parla di strumentalizzazioni. Ha anche preso per il collo la legale della ex compagna. Offre la sua versione, come ovvio, di ogni episodio. Poi spiega: “Sono andato via perché voglio che sia detta la verità, quella finora uscita non è la verità, perché le denunce sono strumentali”. Scopriamo anche che ha smontato il braccialetto elettronico: “Prima di staccare il braccialetto ho scritto ai carabinieri che stavo andando via per la mia libertà”. Prendiamo atto di quel che dice ma non possiamo certo sposare la sua tesi. L’unico, vero modo per dimostrare la propria innocenza, è convincere i magistrati, non parlare al telefono dopo aver deciso di evadere: “Ha sbagliato a fuggire, torni indietro e si costituisca” gli diciamo. Lui non è d’accordo, continua a ripetere che è innocente. “Lei è accusato anche di aver aggredito il legale della sua ex compagna, mettendole le mani al collo”, gli diciamo. “Ma non era un gesto per farle del male” risponde Del Campo. “Era solo un gesto di rimprovero”. Replichiamo che è un gesto ingiustificabile e violento. Ma lui continua: “Mi impediscono di vedere mia figlia”.

La sua storia processuale l’ha raccontata la stampa locale. Prima dei domiciliari era stato in carcere. Il motivo? Aveva violato una disposizione del giudice che gli vietava di avvicinarsi e comunicare con l’ex compagna. Dopo qualche mese la sua difesa presenta istanza per i domiciliari con braccialetto elettronico. Richiesta accolta. Lo ospitano a Siena dove rimane fino a qualche giorno fa. Poi la rottura del braccialetto elettronico e la fuga. “Come le è venuto in mente?”, chiediamo. E Del Campo: “E’ arrivata una relazione psicologica del Tribunale che dice che sono ossessivo, narcisista, con manie di grandezza e socialmente pericoloso. E io non ci sto. Questo è successo circa 8 giorni fa. Ma anche questa è strumentale, lo posso giurare”. E dove sta andando? “All’estero, in uno Stato dove potermi difendere e far emergere la verità”. Proviamo a spiegargli che la cosa migliore è tornare indietro, costituirsi. Non ci dice quale Stato abbia scelto, non ci spiega come si stia muovendo: “Mezzi misti”. Mentre scriviamo i carabinieri continuano a cercarlo.

L’avvocato Alessandro Calogiuri, che difende la ex compagna di Del Campo spiega: “La situazione è preoccupante e si è aggravata perché l’imputato ha aggredito la collega che difendeva la sua ex. Dopo questa aggressione è finito in carcere. Poi ha richiesto i domiciliari. A quel punto noi ci siamo opposti con forza come persona offesa, evidenziando l’assenza di revisione critica da parte di Del Campo. Poi però gli hanno dato gli arresti domiciliari. Fino all’altra mattina la situazione era in un equilibrio, seppur precario, data la misura cautelare in essere. Adesso, dopo la fuga, è stata attivata una sorveglianza da parte dei carabinieri, ma sono più di 48 ore che non ci sono notizie su dove sia. Questo dà delusione e per la mia assistita è il rinascere della paura che lei ha vissuto nel periodo dello stalking. Nonostante tutto, continueremo a mantenere ferma la tutela della mia assistita e di sua figlia in ogni sede dato che questo comportamento conferma appieno la pericolosità già manifestata”.

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Il Fatto Quotidiano

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