F1 | Ferrari, l’attacco di Mattia Binotto: “capro espiatorio” dei fallimenti passati, ma la SF-25 delude
- Postato il 22 maggio 2025
- A Tc
- Di F1ingenerale
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Mattia Binotto si prende una piccola rivincita sulla Ferrari, mentre continua a lavorare sul progetto F1 di Audi, in arrivo in griglia nel 2026
In Ferrari è tutto un “dobbiamo capire“, anche senza Mattia Binotto: la rivincita dell’ex-team principal, numero uno dell’Audi in F1. Non è bastato l’addio suo e dei suoi fedelissimi – tra cui Iñaki Rueda, oggi direttore sportivo dei Quattro Anelli – per rinvigorire Maranello: dopo le illusioni della passata stagione, la SF-25 retrocede in classifica, lottando con Williams, Racing Bulls e Aston Martin per un posto nel Q3.

Corsi e ricorsi della storia, tra false speranze e capri espiatori. Un sistema che “vige in Ferrari, tutto italiano, ma non risolve“, sottolinea Mattia Binotto alla penna di Fulvio Solms, per il Corriere dello Sport. Oggi il super-ingegnere italiano, classe 1969, una vita passata a Maranello, è alla guida di un progetto ambizioso: riportare Audi in Formula 1, in griglia dal 2026, e renderla vincente entro il 2030.
Al suo fianco un team eterogeneo, con personalità in arrivo da tutti i team (Jonathan Wheatley, dalla Red Bull, James Key, dalla McLaren) ma anche dalla sua passata avventura al Cavallino Rampante: “Rueda può darci quello che ha dato e che avrebbe potuto continuare a dare a Ferrari: ricordo quando avevamo sbagliato alcune strategie, dipende da mille fattori e, dall’esterno, è sempre facile giudicare“.
Leclerc, Hamilton, Sainz e… Verstappen: riflessioni tra presente e futuro
Da sempre grande sostenitore di Carlos Sainz, il nuovo COO e CTO dei Quattro Anelli è sicuro: “Se lo avrei tenuto al posto di Hamilton? Non credo sia giusto giudicare il lavoro degli altri. Dico solo che Carlos, per me, rimane un pilota di prima categoria e alla Williams si adatterà molto velocemente, dimostrando ancora una volta quanto vale“.
“Ai miei tempi non avrei cercato né Max Verstappen, né Adrian Newey. Non perché non li ritenga straordinari, ma perché stavamo vivendo un periodo tutto nostro: in quel momento non ce n’era necessità. Oggi non mi sorprende vedere Leclerc che va più forte di Hamilton, è un pilota fortissimo, ma è presto per parlarne: la foto potrebbe non essere definitiva“.
L’avventura con Audi, invece, ha grandi ambizioni: “I rumors su Mercedes non ci spaventano: il nostro percorso inizia nel 2026. Buon per loro se saranno più forti: la inseguiremo e, nel 2030, il nostro punto d’arrivo con obiettivi mondiali, avremo il miglior motore“. Su Gabriel Bortoleto si sbilancia: “È il nostro uomo per il futuro, ma sarà un valore per l’intera Formula 1“.
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Foto Copertina: F1inGenerale
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