F1 | Leclerc, tanto “lift and coast”: cos’è, il motivo segreto e quanto laptime costa – Analisi telemetria

  • Postato il 6 giugno 2025
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Nel GP di Spagna è emerso nuovamente il tema del “lift and coast” per la Ferrari di Leclerc. Entriamo nel dettaglio per comprendere cos’è, il motivo particolare per cui era necessario in Ferrari e quanto lap time costava al pilota.

Cos’è il “lift and coast” e perchè viene adottato

Prima di passare ad analizzare il caso specifico di Leclerc in Spagna, definiamo cos’è il “lift and coast”. È una tecnica di guida che consiste nel sollevare anticipatamente il piede dall’acceleratore (“lift”) in prossimità di un punto di frenata o una curva e lasciare che la vettura proceda per un lasso di tempo senza né freno né gas (“coasting”), fino al momento di iniziare la frenata o di riapplicare potenza in uscita di curva.

Tale approccio, seppur comporti una perdita di tempo sul giro, viene spesso adottato da tutti i piloti durante le fasi di gara per diverse ragioni:

  • Risparmio di carburante: sollevare anticipatamente il piede dall’acceleratore riduce la potenza richiesta dal motore, consentendo un risparmio di carburante utile per concludere la gara rispettando la quantità minima prevista dal regolamento.
  • Gestione delle temperature della power unit: analogamente, in caso di surriscaldamento – ad esempio per via di condizioni climatiche estreme o della prolungata esposizione all’aria sporca – della power unit percorrere diversi metri ad un regime inferiore ne favorisce il raffreddamento e, dunque, l’affidabilità.
  • Gestione dei pneumatici: la minore richiesta di accelerazione, favorisce la gestione delle gomme, sia in termini di degrado termico che di usura, migliorando la consistenza del passo gara e prolungandone la vita utile.

Analisi telemetria di Leclerc in Spagna

Nel corso del terzo stint del GP di Spagna, Charles Leclerc ha dovuto effettuare lift and coast in maniera pressoché costante. Per comprendere l’impatto diretto di questa tecnica, è utile analizzare la telemetria confrontando il suo miglior giro nel terzo stint con il miglior giro del secondo stint, dove non era presente tale limitazione.

F1 | Leclerc e il continuo
(©F1inGenerale)

Dalla sovrapposizione dei dati emerge chiaramente come, al termine del rettilineo principale, Leclerc sollevi l’acceleratore circa 150 metri prima del normale punto di frenata, percorrendo quel tratto in fase di coasting. Di conseguenza in tale fase la velocità subisce una decelerazione graduale, principalmente dovuta alla resistenza aerodinamica.

Per quanto riguarda invece l’impatto sul lap time, come si può evincere dal canale del delta che scende vertiginosamente, la manovra in quel punto del circuito spagnolo costa a Leclerc più di un decimo. Ciò sicuramente contribuisce a spiegare il passo meno competitivo del monegasco rispetto allo stint precedente, in cui non erano presenti limitazioni di gestione simili.

Il motivo particolare in Ferrari

Un team radio, tuttavia, lascia intendere che Leclerc abbia dovuto applicare il lift and coast per una ragione diversa da quelle più comuni precedentemente elencate. Il muretto Ferrari, infatti, gli comunica di eseguirlo sempre, tranne nei momenti in cui ha il DRS aperto.

Tale indicazione fa ipotizzare che la causa sia legata a preservare il plank, ovvero il pattino in legno montato sul fondo della vettura, la cui usura massima è regolamentata con pena la squalifica. Quest’ultima è infatti accentuata nei punti in cui la vettura raggiunge il minimo “ride height”, causando il fenomeno noto come “bottoming”, ovvero il contatto del fondo con l’asfalto. Ciò si verifica soprattutto al termine dei rettilinei, dove la vettura raggiunge la velocità massima e, di conseguenza, il massimo carico aerodinamico, che “schiaccia” la monoposto al suolo riducendone appunto l’altezza da terra.

In questo contesto, il DRS gioca un ruolo chiave: quando aperto, riduce la resistenza aerodinamica e, con essa, anche parte della deportanza, aumentando quindi leggermente la ride height. Applicare il lift and coast a fine rettilineo solo quando il flap mobile è chiuso, apparirebbe dunque come una soluzione mirata a ridurre il bottoming e quindi l’usura del plank, magari necessaria in seguito ad una scelta aggressiva sulle altezze in fase di setup a beneficio dell’aerodinamica. Ciò evidenzia il lodevole impegno da parte degli ingegneri del cavallino, disposti a spingersi al limite al fine di massimizzare la performance, che ha poi condotto il pilota sul podio.

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Crediti immagine di copertina: ©F1inGenerale

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