Famiglie lucane, notte fonda sul reddito
- Postato il 23 dicembre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Famiglie lucane, notte fonda sul reddito

Reddito disponibile delle famiglie, la Basilicata cresce alla metà della velocità della media nazionale (1,5% contro 3%). Intanto la spesa per consumi sale ancora
Reddito disponibile delle famiglie: la Basilicata cresce esattamente alla metà della velocità della media nazionale (1,5% contro 3%). Lo rileva l’Istat nel report “Conti economici territoriali 2022-2024”.
FAMIGLIE LUCANE E REDDITO, I DATI ISTAT
Lo scorso anno infatti secondo l’Istat il Mezzogiorno ha guidato la crescita del reddito disponibile delle famiglie: se a livello nazionale l’Istituto nazionale di Statistica ha registrato per il complesso dell’economia italiana un incremento annuo del 3% nel Meridione d’Italia il dato è salito addirittura al +3,4%, con incrementi che si sono rivelati superiori alla media del Paese in tutte le regioni della ripartizione, ad eccezione del Molise (che con un +2,3% fa quindi meglio del risultato lucano) e, appunto, della Basilicata (avanzata del +1,5%).
REDDITO, DIVARIO TRA CRESCITA LUCANA E RESTO DEL MERIDIONE
Il divario tra la crescita lucana (che nel 2023 era stata del 5,6%) rispetto a quella complessiva del Meridione è quindi dell’1,9% (va però anche specificato che nonostante la crescita sostenuta dal Sud, nel 2024 il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno, cioè 17,8mila euro, si è confermato il più basso del Paese). A fare da contorno a questa situazione si registra tuttavia in regione una crescita del Pil per abitante che dal 2022 al 2224 è continuata ininterrottamente: secondo il rapporto infatti nel 2024 il pil pro capite lucano ha raggiunto quota 28,4 mila euro, in aumento rispetto ai 27,7 mila euro del 2023 e ai 25,9 mila del 2022. Nel 2024 l’Abruzzo è stata la regione del centro sud con un Pil per abitante più alto (ha raggiunto quota 32,1mila euro), seguita appunto dalla Basilicata con 28,4mila, dal Molise dalla Sardegna (27,7mila euro).
IL CASO CALABRIA
La Calabria, invece, si è confermata all’ultimo posto della graduatoria nazionale, con 21,7mila euro, preceduta dalla Sicilia, con un valore del Pil per abitante che si è attestato sui 23,3mila euro. Dal 2023 al 2024 in Basilicata il tasso di crescita del Pil in volume, cioè il cosiddetto Pil reale o a prezzi costanti, è cresciuto dell’1%. Un risultato positivo, tanto che l’Istat sottolinea il fatto che «a livello regionale, la crescita del Pil in volume più elevata si è registrata in Sicilia (+1,8%), seguita da Sardegna (+1,3%), Lazio e Lombardia (+1,2% entrambe), Valle d’Aosta e Piemonte (+1,1% entrambe) e Friuli-Venezia Giulia e Basilicata (+1%)».
GLI INCREMENTI
Incrementi del Pil inferiori alla media nazionale rilevati nella Provincia autonoma di Trento, in Toscana (+0,5%, per entrambe) e in Emilia Romagna (+0,2%), mentre il valore è risultato stabile nelle Marche e in lievissima flessione in Veneto e Puglia (-0,1%). La flessione del Pil più marcata si è registrata in Liguria (-1%) e Molise (-1,1%). Dal report è anche possibile avere una scansione del Pil per Provincia: Potenza passa in un anno – dal 2023 al 2024 – da 27,4mila a 29,5mila euro mentre Matera da 23,2mila a 24,4mila.
REDDITO E RICCHEZZA A MATERA E POTENZA
Per quanto attiene il valore aggiunto per abitante, una metrica che misura la ricchezza generata in un territorio dividendo il valore aggiunto totale prodotto in quell’area per il numero di residenti, indicando quanto ciascun abitante “contribuisca” economicamente, a Potenza prevale l’industria (con 7600 euro), mentre nella Città dei Sassi prevale il commercio con 4900 euro. L’Istat osserva poi anche un altro fenomeno: quello della spesa per consumi finali della famiglie (per abitante): anche in questo caso si evince in Basilicata una crescita progressiva della spesa che passa dai 16,1mila euro del 2022 ai 17,1 dell’anno dopo fino ai 17,5mila del 2024. Si tratta però di spese per consumi che sono inferiori alla media italiana (di 21,6mila) e superiore di pochissimo a quella del Mezzogiorno (ferma a 17).
IL LAVORO SOMMERSO
La Basilicata presenta poi un’incidenza dell’economia non osservata (sommerso e lavoro irregolare) ferma al 13,4,% del valore aggiunto totale. Questo dato suggerisce che una fetta importante della ricchezza che viene prodotta in regione non entra nelle statistiche del reddito ufficiale, ma allo stesso tempo indica anche una certa fragilità strutturale del mercato del lavoro lucano.
Il Quotidiano del Sud.
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