Femminicidio Aurora Tila, il pm chiede l’aggravante dello stalking. L’imputato scrisse: “Inizia la mia vendetta”
- Postato il 19 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Omicidio ma anche l’aggravante dello stalking. Il pm del Tribunale dei minori di Bologna, Simone Purgato, ha chiesto e ottenuto dal giudice Chiara Alberti di contestare anche l’aggravante degli atti persecutori aggravati dalla minore età della vittima e dal fatto di essere legato ad essa da una relazione affettiva, al 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazzina di 13 anni morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Secondo l’ipotesi accusatoria, il ragazzo avrebbe spinto la 13enne dal balcone del settimo piano del palazzo, colpendola poi alle mani per farla cadere dopo che si era aggrappata alla ringhiera.
Le indagini – L’autopsia aveva escluso l’ipotesi del suicidio per la morte della ragazzina. Il medico legale aveva riscontrato che le lesioni riscontrate erano incompatibili con un gesto volontario: la caduta all’indietro suggerirebbe una spinta piuttosto che un lancio deliberato.
L’analisi medico-legale, riportata dal quotidiano Libertà, coincide con quanto emerso dall’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale per i Minorenni di Bologna nei confronti dell’ex fidanzato 15enne della ragazza, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Il giovane, difeso dall’avvocato Ettore Maini, continua a negare ogni responsabilità. L’autopsia ha evidenziato numerose fratture riconducibili alla caduta dall’alto, con lesioni letali alla testa che avrebbero provocato la morte immediata. Particolare attenzione è stata posta anche alle ferite sulle nocche della vittima.
Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza, si basano sulle testimonianze di tre persone. Due di loro avrebbero assistito, seppur a distanza, alla drammatica scena, mentre un terzo testimone avrebbe udito le grida disperate della ragazza. Secondo i racconti, Aurora sarebbe rimasta aggrappata alla ringhiera del terrazzo mentre il 15enne colpiva con i pugni le sue mani, fino a farla cadere nel vuoto. Durante le indagini erano, anche, emersi dei video che ritraevano l’ex fidanzato maltrattare e picchiare la 13enne.
Lo stalking – “Il mio piano di vendetta inizia da ora, mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50” uno dei uno dei tanti messaggi raccolti dalla Procura dei minori di Bologna e che hanno portato alla contestazione dell’aggravante dello stalking. In particolare, al 15enne (presente oggi in aula) viene contestato di aver ripetutamente minacciato e molestato Aurora dopo che lei aveva deciso di interrompere la relazione, con gesti violenti come schiaffi e strattonamenti e inviandole anche, nel periodo immediatamente precedente alla sua morte, numerosi messaggi volti a forzarne la volontà, denigrarla, umiliarla, spaventarla, e comunque a costringerla a continuare la frequentazione con lui. Dopo la contestazione dell’aggravante, la difesa del 15enne ha chiesto un termine e la prossima udienza è stata fissata il 26 giugno. Quel giorno si discuterà la richiesta della difesa di procedere con rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti medico legali.
La madre della vittima – “Mi aspetto giustizia da questo processo, oggi ho provato del gran dolore, anche perché mia figlia non c’è più mentre chi l’ha uccisa era in aula. L’ho rivisto per la prima volta da allora, è entrato in aula molto pieno di sé, con le spalle aperte, non mi aspettavo un atteggiamento del genere. Ero convinta di vedere una persona che almeno dicesse la verità” dice Morena Corbellini, la madre della vittima. Parlando al termine dell’udienza, l’avvocata Anna Ferraris, che assieme al collega Mario Caccuri assiste la madre di Aurora, si dice “soddisfatta per la contestazione dell’aggravante dello stalking”. Proprio i due legali avevano chiesto alla Procura dei minori di contestare alcune aggravanti al 15enne, come lo stalking. In aula era presente anche l’avvocata Fiorella Vago, che assiste la sorella di Aurora.
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