Filomia e Mirarchi: «No alla violenza contro gli arbitri»
- Postato il 27 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Filomia e Mirarchi: «No alla violenza contro gli arbitri»

Il presidente regionale degli arbitri e quello della Figc a Vibo per l’inaugurazione della sede provinciale della Lnd dedicata al compianto Angelo Ceravolo
Insieme per dire noi alla violenza contro gli arbitri: il presidente del Cr Calabria Saverio Mirarchi e quelli dell’Aia regionale Francesco Filomia, hanno duramente condannato il recente episodio di violenza, che ha coinvolto un arbitro 17enne, picchiato su un campo di calcio nel Vibonese, in una gara di Seconda categoria. E proprio a Vibo si sono ritrovati i vertici del calcio locale e regionale, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Figc/Lnd provinciale, dedicata al compianto Angelo Ceravolo, dirigente benemerito, per tantissimi anni alla guida della Delegazione e punto di riferimento di tutte le società vibonesi. Club presenti in gran numero all’evento anche per la consegna delle Targhe disciplina per la stagione 2024/25.
Nella circostanza tutti hanno condannato il gesto di domenica scorsa. Particolarmente scosso, ma fermo e deciso nel suo intervento Nazzareno Manco, presidente provinciale dell’Aia, a cui ha fatto seguito quello, anch’esso incisivo, del presidente regionale Filomia. Ha iniziato Manco: «Mandiamo sui campi dei ragazzini di 15, 16, 17 anni, che sbagliano e continueranno a sbagliare, proprio come fanno i ragazzi che avete in organico – ha detto rivolto alle società presenti – ma nei confronti dei nostri giovani arbitri non c’è tolleranza né perdono. Personalmente giro su tutti i campi, sono sempre aperto al dialogo e al confronto, ma così non si può andare avanti».
Filomia: «Vibo al primo posto per gli episodi di violenza»
Quindi è stata la volta di Francesco Filomia e il presidente dell’Aia regionale ha iniziato il proprio intervento esprimendo il proprio rammarico per quanto accaduto, manifestando solidarietà e vicinanza «nei confronti del nostro giovane tesserato e di un padre che si ritrova a dover vedere il proprio figlio picchiato in quel modo da un adulto». Poi ha aggiunto: «Vorrei capire cosa sta succedendo nella provincia di Vibo, terra notoriamente bella e ospitale. Nel report fornito dall’Osservatorio sulla violenza, Vibo è al primo posto per episodi simili. La cosa che fa più male è che a picchiare il nostro arbitro sia stato un calciatore che, per l’età che ha, poteva essere suo padre. Che senso ha tutto ciò? Tuteleremo il nostro giovane direttore di gara in tutte le sedi».

E ancora: «Invito tutti al rispetto dei ruoli. Dal punto di vista comportamentale non tolleriamo errori, anche da parte dei nostri associati, sia chiaro. Gli arbitri fanno sacrifici enormi e quando ci arrivano i video delle società dove lamentano degli errori, state ben certi che sono oggetto di attenta analisi. Ma non si deve andare oltre. Nell’arco di una partita gli errori di un arbitro sono di gran lunga inferiori a quelli di un calciatore o di un tecnico, eppure non c’è la stessa tolleranza».
Mirarchi: «Rischiamo di veder vanificati i nostri sacrifici»
Molto fermo e deciso il presidente regionale della Lnd, Saverio Mirarchi. Rivolto alle società presentI ha detto: «Sono in questo mondo da tantissimi anni. So bene i sacrifici che sostenete. Nessuno di voi si è arricchito con il calcio, tutt’altro. Le amministrazioni comunali non sempre ci aiutano, anche se vi posso assicurare che le interlocuzioni del sottoscritto con i vari enti sono numerose, per consentirvi di giocare dinanzi al pubblico. Abbiamo sostenuto, tutti assieme, dei sacrifici enormi. Quando ho iniziato il mio percorso in Calabria c’erano 16 campi in erba sintetica. Adesso siamo a 80. Eppure mi ritrovo qui a dover commentare episodi simili». E quindi «mi rattrista e mi addolora dover parlare di queste cose. Siamo tornati indietro di 20 anni se non di più. La Calabria intera era purtroppo la maglia nera nella classifica degli episodi di violenza. Abbiamo fatto un grande lavoro per migliorare. E c’eravamo riusciti. Adesso devo registrare questi episodi e finire sulle pagine di giornali, telegiornali e siti web».
Il presidente Mirarchi: «Noi siamo la Figc e siamo una cosa seria»
Saverio Mirarchi assieme a Francesco Filomia ha ribadito più volte il “no” alla violenza contro gli arbitri. E ha poi aggiunto: «Mi domando qual è la soddisfazione di aver picchiato un giovane. Dobbiamo isolare i violenti e tutti noi dobbiamo avere la capacità e la lucidità di ragionare. Ero venuto qui con l’obiettivo di ricordare il compianto Angelo Ceravolo e altre due figure, Ferrazzo e Polito, che hanno dato tanto alla Federazione. Mi ritrovo a dover parlare di queste cose e non va bene. Noi siamo la Figc. Siamo una cosa seria. Abbiamo oltre 100 anni di attività. Cerchiamo di lavorare con le amministrazioni per darci dei campi dignitosi o per farceli sistemare in maniera tale da poter giocare con il pubblico. Queste devono essere le nostre battaglie». Infine: «Dagli arbitri pretendiamo massimo impegno e attenzione, ma sono giovani e possono sbagliare. Si parla, ci si confronta, ma non si va oltre».
Le scuse
Alla riunione era presente anche il presidente del Francica, società alla quale appartiene il calciatore che si è macchiato di questo comportamento indegno e incivile. Particolarmente scosso e provato, il presidente ha ribadito le scuse del club, affermando che certi gesti non appartengono alla società che rappresenta. Anche il calciatore responsabile del gesto ha deciso di scusarsi con una lettera pubblicata sui social.
Il ricordo di Angelo Ceravolo
Il presidente della Delegazione di Vibo, Roberto Natale, assieme a Filomia e Mirarchi ha espresso anch’egli il proprio No alla violenza contro gli arbitri. Quindi quindi ricordato la figura di Angelo Ceravolo «per me un secondo padre», con tanta commozione. Una figura, quella di Angelo Ceravolo, tratteggiata con nostalgia anche da Matteo Betrò, dirigente storico e ideatore del torneo di calcio più longevo della Calabria, compagno di mille avventure del compianto presidente, del quale sono state mostrate alcune foto che ne ha tratteggiato il lungo cammino nel mondo del calcio. Presenti i familiari, è stata scoperta la targa a lui dedicata. La nuova sede della Delegazione di Vibo porta il nome di chi, per tanti anni, ha sempre aperto le porte a tutti, ha ascoltato e aiutato le società vibonesi a crescere e migliorare. Una nobile figura, alla quale tutto il calcio vibonese deve tanto e nel cui ricordo, adesso, si dovrà proseguire con lealtà e correttezza.

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