“Fino a 100 feriti al giorno a Berlino, serve personale specializzato”: non solo il piano francese, anche la Germania prepara gli ospedali a una guerra

  • Postato il 5 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ci sono alcune coincidenze inquietanti. Il 18 luglio una circolare del ministero della Salute francese avverte le agenzie regionali della sanità di preparare gli ospedali civili ad accogliere un eventuale afflusso importante di militari feriti in Europa. Il giorno prima, giovedì 17 luglio, a Berlino viene presentato senza particolare clamore mediatico un “Piano quadro della Protezione Civile per gli ospedali” della capitale tedesca, che ha come obiettivo quello di garantire un’assistenza sanitaria stabile, anche in caso di guerra. A metà luglio, negli stessi giorni, i due principali Paesi europei preparano le loro strutture sanitarie a un possibile scenario bellico che coinvolga la Nato e l’Unione europea. L’esistenza della circolare francese diventerà nota solo un mese e mezzo dopo, grazie al settimanale Le Canard Enchainé. Allo stesso modo, i primi dettagli del piano tedesco hanno avuto eco in questi giorni, dopo un’interrogazione presentata al Parlamento del Land di Berlino da Alexander King, deputato del Bsw, il partito di Sahra Wagenknecht.

Le coincidenze però non sono solo temporali. La Francia si dovrà preparare ad affrontare il ricovero, a livello nazionale, “di 100 pazienti al giorno per 60 giorni consecutivi”, con “picchi di attività che possono raggiungere 250 pazienti al giorno per tre giorni consecutivi”, si legge nella circolare firmata dalla ministra Catherine Vautrin. Le previsioni di Berlino sono sinistramente simili: si parla infatti di “oltre 1000 soldati feriti al giorno” in un ipotetico conflitto che coinvolga le forze Nato, di cui fino a “100 feriti al giorno” che arriveranno e dovranno essere curati negli ospedali civili solo di Berlino. Il deputato King ha fatto trapelare le risposte alla sua interrogazione solamente alla Berliner Tageszeitung, che negli ultimi anni è stata criticata in Germania per la sua posizione nei confronti della Russia e accusata di essere un giornale pro-Mosca. Al netto però delle posizioni e delle valutazioni del quotidiano, restano nero su bianco le risposte fornite dal Senato di Berlino e le dichiarazioni degli stessi promotori del piano.

Cosa prevede il piano di Berlino

Ufficialmente, il piano tedesco è allo studio da due anni e non può essere pubblicato integralmente per “motivi di sicurezza“. Ci hanno collaborato l’Associazione ospedaliera di Berlino, rappresentanti delle istituzioni sanitarie, i vertici di 12 ospedali e la Bundeswehr, l’esercito tedesco. Quando lo ha presentato, la senatrice Ina Czyborra (titolare del dicastero della Salute nel Land di Berlino) ha spiegato che si tratta di un piano pensato per rendere gli ospedali berlinesi più capaci di rispondere a potenziali crisi ed emergenze. Tra queste, nuove pandemie, attacchi informatici e anche, appunto, una guerra che coinvolga Paesi Nato. Le stime riferite dal deputato King alla Berliner Tageszeitung, ovvero gli oltre mille feriti al giorno di cui circa 100 ricoverati a Berlino, sono state ad esempio confermate anche dalla stessa Associazione ospedaliera di Berlino.

Il piano prevede infatti di coordinare personale e procedure in caso di uno scenario bellico, predisponendo ad esempio sufficienti scorte di medicinali e bende, nonché di generatori di emergenza. “I soldati tornano dalle zone di combattimento con ferite contaminate o batteriche, quindi avremo bisogno di personale sanitario specializzato“, ha affermato inoltre Marc Schreiner, direttore generale dell’Associazione Ospedaliera di Berlino, parlando alla Rundfunk Berlin-Brandenburg (RBB), la tv pubblica dei Länder di Berlino e Brandeburgo. Gli scenari peggiori possibili includono: l’aumento del volume dei pazienti con contemporaneo blocco delle infrastrutture e delle risorse, un conflitto militare a Berlino, l’evacuazione completa della capitale tedesca.

Il piano quindi è apertamente pensato per prepararsi a un conflitto militare: il sistema di protezione civile tedesco era stato smantellato dopo il 1990 perché il livello di minaccia era considerato molto basso, ma già dopo la guerra di Crimea nel 2014 e ancora più dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 la situazione è cambiata. “A causa dell’evoluzione della situazione delle minacce, è diventato necessario potenziare la protezione civile più di quanto non sia avvenuto negli ultimi anni”, ha dichiarato la senatrice Czyborra durante la presentazione del piano. Ancora una volta, sono le parole di Schreiner a rendere tutto più esplicito. Il direttore dell’Associazione Ospedaliera ha detto: “Dall’attacco della Russia all’Ucraina, al più tardi nel 2022, la terminologia militare è tornata a far parte della nostra vita quotidiana“.

Gli ospedali di Berlino, quindi, a partire da metà luglio hanno iniziato ufficialmente a prepararsi alla guerra: sono previste esercitazioni regolari del personale sanitario ed è allo studio un miglioramento delle catene di approvvigionamento, così come deve essere affrontato il tema dello stoccaggio dei materiali. Il piano sarà aggiornato due volte all’anno. “Non è qualcosa per cui vogliamo prepararci, ma dobbiamo farlo, e quando arriverà il peggio, noi saremo pronti”, ha dichiarato Ellen Haußdörfer, segretaria di Stato alla Salute del Land di Berlino.

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