Finte intestazioni, cancellate 77 auto dal PRA: scoperta truffa criminale
- Postato il 11 giugno 2025
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- Di Virgilio.it
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È bastato un semplice controllo, uno di quelli che si fanno ogni giorno all’ombra dei binari della Stazione Centrale di Napoli, per scoperchiare un vaso di Pandora che ribolliva di truffe, inganni e criminalità organizzata. È da lì, da una Audi A4 di grossa cilindrata guidata da un cittadino marocchino, che ha preso il via l’operazione della Polizia Metropolitana di Napoli che ha portato alla cancellazione d’ufficio di ben 77 veicoli dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Non un errore, non una svista. Un sistema, una frode pensata e organizzata fin nei minimi dettagli.
Le indagini che hanno fatto luce sull’inganno
Gli investigatori hanno seguito ogni traccia con metodo e pazienza, ricostruendo i fili di una tela tessuta da un soggetto residente a Casoria, prestanome professionista, irreperibile dal 2023. Un fantasma. Eppure, dietro la sua ombra si muoveva una realtà fin troppo concreta: veicoli intestati fittiziamente, senza assicurazione, passati di mano in mano tra cittadini stranieri e nullatenenti. Gente senza fissa dimora e, spesso, con precedenti penali alle spalle.
Il gioco era semplice, almeno in apparenza: un nome, una firma, un’auto registrata. Ma dietro quella facciata burocratica si nascondeva un meccanismo truccato che ha consentito ai soliti noti – criminalità e affini – di aggirare controlli, eludere imposte, e perfino commettere reati con veicoli non riconducibili ad alcun responsabile reale. Un paradosso: la macchina è tua, ma non sei tu. E se combina guai, a chi lo dimostri?
Il bilancio dell’operazione
Il bilancio dell’operazione è pesante: evasione di tributi provinciali e regionali per oltre 150.000 euro. Una cifra che, nel marasma della spesa pubblica, può sembrare contenuta, ma che pesa eccome sulle casse di enti già in affanno. E soprattutto, un campanello d’allarme su un fenomeno che troppo spesso passa in sordina.
Il presunto “prestanome”, ora denunciato alla Procura della Repubblica di Napoli per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico, è stato colpito da un blocco anagrafico presso il PRA e la Motorizzazione Civile. Non potrà più intestare veicoli. Un provvedimento sacrosanto, ma che arriva quando il danno – economico, sociale, investigativo – è ormai compiuto.
Un’organizzazione criminale in piena regola
Perché dietro la maschera del singolo truffatore si celava una vera e propria organizzazione criminale, ben strutturata, ramificata, con interessi che andavano ben oltre la semplice elusione fiscale. I veicoli intestati al fantasma di Casoria finivano nelle mani di criminali attivi su tutto il territorio nazionale. Droga, furti, rapine: i reati compiuti con quelle auto sono tanti, troppi, e spesso difficilissimi da ricondurre ai veri responsabili. Un’auto rubata lascia tracce. Una intestata a un “fantasma” le cancella.
La vicenda, se da un lato testimonia la prontezza e l’efficacia delle Forze, dall’altro solleva interrogativi gravi sul sistema di registrazione e controllo dei veicoli in Italia. La zona grigia in cui si muovono certi meccanismi è il terreno ideale per il crimine organizzato, quello subdolo, che non spara ma erode. Ed è lì che lo Stato deve colpire, con precisione chirurgica. Perché la legalità non si costruisce solo con le retate, ma anche – e soprattutto – con regole chiare, controlli severi e la certezza che chi truffa, prima o poi, pagherà.