Fogna rotta scoperta da Occhiuto, guasto segnalato da mesi
- Postato il 8 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Fogna rotta scoperta da Occhiuto, guasto segnalato da mesi
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Il Comune di Lamezia, la Sacal e il Corap sapevano da aprile scorso che c’era un tubo danneggiato del collettore della fogna di località Ginepri segnalato da Occhiuto però domenica scorsa. E tra l’altro i liquami fognari molto difficilmente fuoriescono dalla parte danneggiata del tubo in quanto il “foro” si trova nella parte superiore del tubo e non inferiore dove scorrono invece i liquami e la pressione non risulta mai aver raggiunto la parte superiore).
Quindi nessuna “scoperta” di «una condotta fognaria gravemente compromessa», come ha denunciato sui social il presidente della Regione, Roberto Occhiuto che, evidentemente, non era a conoscenza che la Deca, società di gestione del depuratore e dei collettori della fogna, da tre mesi ha avvisato gli enti del tubo danneggiato senza ricevere mai risposta. Il Comune e la Sacal, infatti, da aprile scorso, non hanno mai autorizzato l’intervento di riparazione (il tubo della condotta fognaria afferisce all’aeroporto, quindi alla Sacal, società di gestione dello scalo aeroportuale controllata quasi totalmente dalla Regione Calabria, mentre la strada su cui si sviluppa il tubo è di competenza comunale). L’intervento di riparazione del tubo era stato infatti chiesto tramite Pec (come ha rivelato anche l’emittente City One) ad aprile scorso dalla società Deca che gestisce la piattaforma depurativa consortile nell’area industriale di Lamezia Terme (al servizio anche dei Comuni di Lamezia Terme, Curinga, Falerna, Gizzeria, Filadelfia), e del sistema di collettori fognari e stazioni di pompaggio.
Quindi la denuncia di Occhiuto, secondo il quale “durante l’ispezione condotta oggi (il 6 luglio scorso, ndr) a Lamezia Terme per verificare le cause dello sversamento, è stata individuata una fogna gravemente compromessa, che trasporta i reflui verso il depuratore Deca», in realtà era un fatto noto già da tre mesi perchè portato a conoscenza di Sacal, Comune di Lamezia e Corap, quest’ultimo ente, invece, proprietario dei canaloni dell’area industriale da tempo sorvegliati speciali quali fonti di inquinamento del mare. In tal senso, è stato denunciato nelle ultime ore un canalone con acque stagnanti e quindi maleodoranti che sbocca nel canalone principale che finisce a mare in direzione del pontile ex Sir.
A chi appartiene questo canalone? Da dove arriva? Anche questo andrebbe segnalato alle autorità competenti (Carabinieri Forestali, Comune di Lamezia e Corap). Il canalone “sospetto” finisce nel canalone principale di cui circa 380 metri lineai un anno fa sono stati sequestrati dai carabinieri dopo che a valle dello sbocco della condotta del depuratore di Lamezia Terme, erano stati, infatti, riscontrati valori significativi del batterio Escherichia Coli, nonché di azoto ammoniacale, con possibili profili di inquinamento ambientale. Da qui i carabinieri della stazione scalo e del Nucleo forestale, avevano proceduto al sequestro preventivo di un tratto di circa 380 metri lineari del canalone industriale, pavimentato in cemento, che dalla zona di San Pietro Lametino (area industriale) dove insiste l’impianto di depurazione, si immette alla foce del fiume Turrina, con sbocco nel tratto di mare antistante il Golfo di Sant’Eufemia. Un canalone che da anni ormai è attenzionato, maggiormente nei periodi estivi quando si alzano le ormai ricorrenti proteste per il mare che di azzurro ha ben poco. Il sorvegliato speciale è sempre lui, il canalone dell’area industriale (un problema storico per Lamezia essendo a ridosso del mare) che sbocca a mare, più volte ritenuto fonte di inquinamento del mare (in passato si verificò anche una moria di pesci).
Il Quotidiano del Sud.
Fogna rotta scoperta da Occhiuto, guasto segnalato da mesi