Freno all’occupazione. Ma soffrono solo i giovani e le donne
- Postato il 3 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Freno all’occupazione. Ma soffrono solo i giovani e le donne
Dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro si evince un freno all’occupazione; ma a farne le spese sono principalmente giovani e donne
Neanche il tempo per archiviare i festeggiamenti del Primo maggio, che arrivano gli ultimi dati sul mercato dei lavoro. E, dopo mesi di risultati tutti con il segno più, a marzo il trend si è interrotto. L’Istat, nel suo consueto bollettino, certifica infatti che il numero di occupati, pari a 24 milioni 307mila, è sceso rispetto al mese precedente di 16.000 unita. Diminuiscono anche gli autonomi (5 milioni 153mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 594mila), mentre aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 560mila).
Per carità, è solo una mini-frenata. Niente di preoccupante, come si affretta a precisare la Confcommercio. In effetti la riduzione degli occupati a marzo è di 16mila unità. Un numero che fa aumentare di appena un decimale il tasso di occupazione. Mentre, su base annua, il bilancio dei posti di lavoro resta positivo, con un incremento di 450mila unità. In realtà, a leggere meglio le tabelle diffuse ieri dall’Istat, c’è un trend sa cerchiare in rosso: quello che riguarda i giovani e le donne. In entrambi i casi sono cifre che segnalano un grande problema del nostro mercato del lavoro, dove a guadagnare posizioni sono soprattutto gli over 35, con punte che riguardano i cinquantenni.
Bastano pochi numeri per avere una fotografia esaustiva del fenomeno. Il tasso di disoccupazione, infatti, è salito a marzo fino a quota 6% (+0,1 punti rispetto al mese precedente). Ma se si guarda alle fasce di età, si scopre che quello giovanile (15-24 anni) è più del triplo, che toccando il 19%, con un’accelerazione quasi doppia (+1,6 punti) rispetto ai lavoratori più maturi. E la situazione non cambia per le donne dove, come segnala la Uil, l’Italia continua ad avere il triste primato del tasso di occupazione più basso d’Europa. Per quanto riguarda i numeri assoluti, la quota degli occupati supera quella di marzo 2024 dell’1,9% (+450mila unità), ma solo per gli over 35, sia uomini che donne.
Andando a sezionare meglio le tabelle dell’Istat si scopre che, per quanto riguarda la disoccupazione, siamo ancora al di sotto della media dell’Eurozona, dove il tesso nello stesso mese risulta stabile al 6,2% (al 5,8% nell’Ue). Ma le cose vanno peggio proprio per la disoccupazione giovanile, che si attesta al 14,2% nell’area euro e al 14,5% nell’Ue, quasi cinque punti in meno rispetto all’Italia.
Nel panorama contrattuale, i dati Istat confermano inoltre il boom dei posti stabili. Nell’arco dell’anno, a crescere di più sono ancora i dipendenti permanenti (+673mila) e, seppur a distanza, gli autonomi (+47mila), mentre calano i dipendenti a termine (-269mila).
E, sempre per restare sul terreno dei contratti, e forse anche in risposta all’appello del presidente Mattarella sul “lavoro povero”, ieri dal Mef è arrivato il via libera agli aumenti nelle buste paga dei lavoratori pubblici relativi al taglio del cuneo fiscale che, con l’ultima legge Finanziaria, è stato reso strutturale. Insieme allo sblocco dal mese di giugno arriveranno anche gli arretrati per i mesi di mancata applicazione, che potrebbero far lievitare l’importo corrisposto, considerando che il mancato beneficio si aggira sugli 83,33 euro al mese che, quindi, moltiplicati per cinque porterebbero a superare i 400 euro complessivi.
Il ritardo nel riconoscimento del taglio al cuneo trova una motivazione negli accorgimenti tecnici che la piattaforma NoiPa (la piattaforma gestita dal Mef in cui sono disponibili in area riservata i cedolini dei dipendenti pubblici) ha dovuto adottare. Tra questi vi sono quelli che hanno una matrice nell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Aggiornamenti funzionali a garantire la protezione dei dati sensibili e l’integrità dei processi di calcolo.
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