Garlasco, “4 chiamate anonime a Chiara Poggi”. Ma per il giudice che assolse Alberto Stasi erano sue
- Postato il 2 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nella generale rivalutazioni degli atti di indagini che hanno portato al processo ad Alberto Stasi, la procura di Pavia ha deciso di fare accertamenti su quattro telefonate anonime che arrivarono al telefono di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, il giorno in cui è stata uccisa. Telefonate presenti, ma anche telefonate presuntamente mancanti come quella che la Stefania Cappa, la cugina di Chiara, ha messo a verbale di avere effettuato il 12 agosto chiamando sul telefono fisso della casa di Garlasco. Telefonata però che non risulterebbe. All’esame c’è anche il traffico telefonico di Andrea Sempio – indagato nella nuova inchiesta e che telefonò nei giorni precedenti al del delitto – e degli scambi con gli amici Roberto Freddi e Mattia Capra di quel giorno, scambi fra telefonate e sms su cui gli inquirenti hanno deciso di fare approfondimenti sequestrando i vecchi telefoni. Per almeno uno dei focus su tabulati e chiamate c’è già una spiegazione nota nelle motivazioni della sentenza di primo grado che assolse Alberto Stasi.
Le telefonate anonime – Come ricorda la Provincia pavese sul cellulare Nokia di Chiara – esaminato dai tecnici informatici Roberto Porta e Daniele Occhetti nella perizia disposta dal giudice Stefano Vitelli nel primo processo – alle 9.44 e 10.17, due squilli che erano il saluto del buon giorno. Chiara non risponde. Poi arrivano altre quattro telefonate anonime alle 11.38, 12.46, 13.27 e 13.30. Poi Stasi chiama ancora alle 13.31 e visto la mancata risposta spiega di essere andato a controllare e davanti alla villetta dei Poggi di avere richiamato di nuovo al fisso alle 13:43 e al cellulare di Chiara alle 13.45 prima di entrare in casa scavalcando.
Secondo una valutazione probabilistica fatta dai periti nominati dall’allora gup di Vigevano Stefano Vitelli – che assolse Stasi – sulla base delle telefonate arrivate all’utenza della famiglia Poggi negli sei mesi precedenti “telefonate anonime provenivano dall’utenza fissa di casa Stasi, dotata all’epoca della funzione di “numero riservato”. Stasi – si legge nelle motivazioni del verdetto di assoluzione – “aveva dichiarato di avere provato durante la mattinata a chiamare la propria fidanzata (al suo telefono cellulare e al fisso dell’abitazione dei Poggi) anche con il telefono dell’abitazione di famiglia. Telefonate che non avendo ricevuto risposta non avevano generato fatturazione e non risultavano riportate nei tabulati”.
Telefonate di Stasi – L’accertamento del collegio peritale era stato, dunque, impostato su un’analisi probabilistica basata “sull’occorrenza di utenze anonime che avevano contatto o che erano state contattate da Poggi Chiara nell’arco temporale dei sei mesi precedenti all’omicidio: il criterio di estrazione” era “risultato la selezione delle chiamate in ingresso e delle chiamate in uscita rispetto all’utenza della ragazza nel lasso temporale suddetto”.
Erano state “estratte 40 utenze rispetto alle quali la funzionalità di disabilitazione permanente della visualizzazione del numero chiamante” era “risultata presente solo per l’utenza fissa relativa all’abitazione di Stasi Alberto e per l’utenza fissa relativa ad un’agenzia di viaggi la cui sede milanese” era “risultata tuttavia (da accertamenti richiesti dal collegio peritale) non operativa il giorno 13 agosto 2007 causa chiusura estiva. Dunque, sulla base di queste valutazioni ed esperiti questi accertamenti il collegio peritale concludeva per l’alta probabilità che l’utenza anonima dalla quale provenivano le chiamate senza risposta ricevute dal cellulare di Chiara Poggi la mattina del 13 agosto 2007 fosse proprio l’utenza fissa relativa all’abitazione di Stasi Alberto. Tale grado di alta probabilità diventa ragionevole certezza se questi dati vengono combinati con i risultati a cui è giunto il collegio peritale in merito all’attività compiuta da Alberto Stasi quella mattina sul proprio personal computer”.
Stefania Cappa – La cugina di Chiara Poggi aveva dichiarato nei giorni in cui lei e il resto della famiglia erano stati ascoltati e avevano fornito il Dna di aver chiamato la 26enne: “L’ho sentita l’ultima volta domenica 12, non mi ricordo a quale ora. La chiamai, mi ricordo, dal telefono della mia abitazione. Ma non ne sono sicura. Ritengo comunque di averla sentita per chiederle di passare presso la Croce Garlaschese dove avrei svolto il mio turno di volontariato dalle 15 alle 19.30”. Telefonata che non risulterebbe e non è noto per quale motivo.
Sempio e gli amici – Tra le 9.58 e le 12.18 del 13 agosto 2007 ci furono sei “contatti” telefonici, registrati sui tabulati, tra Sempio, Freddi e Capra, due degli amici della comitiva di cui faceva parte anche Marco Poggi, fratello della vittima. Contatti di cui non venne fatto alcun cenno nei verbali delle testimonianze dei ragazzi, che all’epoca erano poco più che maggiorenni, e su cui gli inquirenti hanno voluto fare approfondimenti con le nuove audizioni iniziate già nelle scorse settimane e pure con sequestri anche di vecchi telefoni.
I tabulati di Sempio non erano stati acquisiti nella prima indagine sul delitto. Poi, approfondimenti nelle indagini difensive dei legali di Alberto Stasi, che hanno dato impulso alle nuove inchieste (due archiviate nel 2017 e nel 2020), hanno riguardato anche il traffico telefonico del giovane quella mattina: una chiamata dal cellulare di Sempio a Capra alle 9.58, di un secondo e verosimilmente senza risposta, un sms da Capra a Sempio alle 11.10, una chiamata da casa Sempio al cellulare del ragazzo di 40 secondi alle 11.25. Poi, ancora un sms da Sempio a Freddi alle 11.59, un altro da Freddi a Sempio alle 12.12, una telefonata di 33 secondi da Sempio a Capra alle 12.17 e un sms di Sempio a Freddi un minuto dopo.
L’utenza di Sempio – stando agli inquirenti – agganciò sempre la cella di Garlasco, anche se il gestore telefonico riferì che quella di Vigevano, dove il giovane disse di essere andato (è il caso dello scontrino del parcheggio), poteva comunque sovrapporsi a quella di Garlasco. Alle 11.25, stando alla rilettura degli accertamenti, Sempio era sicuramente fuori casa, perché ricevette una chiamata dalla sua abitazione sul cellulare. L’analisi sui tabulati di Capra e Freddi dimostrerebbe, poi, che entrambi, non indagati nell’inchiesta, da poco prima delle 10 non erano più a Garlasco (il primo almeno fino alle 12.12 e il secondo fino alle 11.10), mentre hanno riferito di essere stati sempre in paese. Altro aspetto al vaglio.
A verbale – Freddi mise a verbale che il 13 agosto di 18 anni fa era “rimasto a casa tutto il giorno insieme ai miei genitori” e il padre confermò che “Roberto mi ha aiutato nel lavoro di tinteggiatura”. Capra raccontò che quella mattina uscì “unicamente per fare la spesa”, non ricordandosi bene a che ora. I tabulati, acquisiti nelle nuove indagini, mostrerebbero, invece, che i due per un certo lasso temporale non sarebbero stati a Garlasco. Tutti aspetti su cui gli inquirenti della Procura diretta da Fabio Napoleone, coi carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, stanno facendo approfondimenti. Inquirenti che avrebbero allargato anche la possibile finestra temporale dell’omicidio, rispetto a quella tra le 9.12 e le 9.35 della sentenza di condanna definitiva per Alberto Stasi.
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