Garlasco, Andrea Sempio prende tempo. Deciderà nei prossimi giorni sull’avvocato Massimo Lovati
- Postato il 10 ottobre 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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C’è stato un faccia a faccia oggi tra Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta pavese sull’omicidio di Garlasco, e l’avvocato Massimo Lovati, dopo la tempesta degli ultimi giorni che ha travolto il legale per le sue dichiarazioni in un programma di Fabrizio Corona e la querela presentata dallo studio Giarda. Frasi su cui sono in corso anche accertamenti per profili disciplinari. Il 37enne, amico del fratello di Chiara Poggi, già archiviato ma nuovamente sotto indagine per il delitto del 13 agosto 2007, ha deciso di prendersi ancora qualche giorno di tempo prima di decidere se revocare il mandato al difensore.
L’uomo, che è difeso anche dalla legale Angela Taccia, sua storica amica, è comunque molto dispiaciuto in generale e ha scelto di riflettere ancora prima di decidere di affidarsi ad un altro avvocato, che entrerebbe nel collegio difensivo assieme a Taccia, nell’ambito di un’inchiesta delicatissima e vedrà nella conclusione dell’incidente probatorio un primo punto fermo.
“Se Sempio mi revoca non posso farci niente, ma io non me ne vado“ ha dichiarato il legale attraverso i microfoni di La7. “Io voglio rimanere e portare a termine questa vicenda processuale che ho sposato dal 2017”, ha spiegato Lovati. “Ho promesso ad Andrea Sempio, che considero innocente ed estraneo al fatto, di portarlo fino alla fine, cioè al proscioglimento”. Lovati è stato protagonista diverse volte di affermazioni bizzarre sul caso come quelle su esorcismi, chiese e sicari che avrebbero ucciso Chiara Poggi.
Intanto anche l’ordine degli avvocati interviene. “Ogni volta che un processo si trasforma in spettacolo la giustizia perde qualcosa della sua essenza. Non è solo una questione di stile o di opportunità: è una ferita per chi, ogni giorno, opera nel silenzio delle aule per dare voce ai diritti. La giustizia ha bisogno di serietà, non di palcoscenici” dice il presidente dei penalisti Antonino La Lumia, in una nota. La Lumia richiama la “necessità di preservare la dignità e la misura del linguaggio forense nello spazio pubblico”.
Nel suo commento il presidente ribadisce che la libertà di espressione, principio che l’avvocatura difende quotidianamente, non può mai essere disgiunta dal dovere della responsabilità. “La continenza non è debolezza, ma la forma più alta di forza morale – afferma – la capacità di trattenere quando tutti gridano, di ragionare mentre gli altri semplificano, di non cedere alla tentazione di un microfono o di un titolo facile”. Il presidente dell’ordine meneghino invita i professionisti a custodire “l’etica della continenza come principio cardine della deontologia forense”. “Difendere la giustizia significa anche difendere il suo linguaggio – conclude La Lumia -. Restituirgli sobrietà, precisione e verità. A volte il silenzio non è assenza, ma rispetto: il modo più alto per lasciare che la verità trovi la propria strada, senza che nessuno la sovrasti”.
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