Garlasco e Sistema Pavia: la cassaforte (vuota) di Sapone e il nuovo pizzino dei Sempio
- Postato il 21 novembre 2025
- Di Panorama
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Spesso le inchieste giudiziarie più complesse vengono paragonate a puzzle dove ogni indizio corrisponde a un tassello. Il puzzle di Garlasco e del Sistema Pavia sembra però non avere quei pezzi che delimitano angoli e bordi, componendosi in una costruzione all’apparenza infinita. Tasselli su tasselli continuano ad aggiungersi, alcuni facili da far combaciare, altri difficili o addirittura impossibili da incastrare. Ed ecco emergerne altri, a cominciare dalla cassaforte dell’ex carabiniere Silvio Sapone, che gli investigatori hanno aperto.

La perquisizione nell’appartamento di Sapone
Il 20 novembre 2025 i carabinieri hanno effettuato una perquisizione in una casa di proprietà di Sapone, l’ex luogotenente dell’Arma per anni a capo della polizia giudiziaria della Procura di Pavia. L’immobile situato nel territorio pavese, risulta attualmente affittato a terzi e non è mai stato occupato direttamente dall’ex militare. Durante l’operazione, gli investigatori si sono concentrati in particolare su una cassaforte nella speranza di trovare documenti o qualche indizio che potessero risultare utili all’inchiesta sulla presunta corruzione del Sistema Pavia. Le aspettative sono state però deluse, perché all’interno non c’era nulla.
Sapone non figura tra gli indagati nell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari condotta dalla Procura di Brescia, ma la sua figura è centrale negli accertamenti: si occupava delle intercettazioni all’epoca della prima indagine su Andrea Sempio. L’ex carabiniere era già stato soggetto a una perquisizione il 26 settembre ed è stato poi ascoltato dai magistrati in due occasioni: la prima proprio il 26 settembre e la seconda il 17 novembre presso la Procura dove ha trascorso sette ore davanti agli inquirenti.
Il secondo biglietto della famiglia Sempio
Parallelamente alla vicenda Sapone, è spuntato un secondo foglietto scritto da Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio attualmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Si tratta di un appunto sulle spese legali sostenute per il figlio, con una serie di cifre che però, nella maggior parte dei casi, non riportano l’indicazione del destinatario dei pagamenti. Le uniche voci specificate riguardano la parcella del generale Garofano e dell’avvocato Massimo Lovati, rispettivamente ex consulente ed ex avvocato della famiglia Sempio. La notizia dell’esistenza di questo “pizzino” è stata anticipata dallo stesso Andrea Sempio durante la trasmissione televisiva Porta a Porta, ma non chiarisce la destinazione effettiva di quelle elevate somme.
Giuseppe Sempio è infatti indagato dalla Procura di Brescia per la presunta corruzione in atti giudiziari nei confronti dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti che secondo l’accusa ha ricevuto denaro per archiviare la posizione del figlio Andrea.
L’audizione dell’ex pm Giulia Pezzino
Un altro tassello dell’inchiesta riguarda l’audizione dell’ex pubblico ministero Giulia Pezzino, ascoltata dalla Procura di Brescia come persona informata sui fatti: Pezzino è stata sentita nell’ambito della presunta corruzione di Venditti e sulla ipotetica mala gestione della Procura di Pavia.
Nel 2017 l’ex magistrato, insieme a Venditti, aveva firmato la richiesta di archiviazione lampo dell’inchiesta a carico di Andrea Sempio, e poi, a inizio 2025, aveva presentato le dimissioni dalla magistratura, proprio quando Pavia riaprì le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.
Pezzino non è indagata ed è stata ascoltata esclusivamente come testimone, ma la sua posizione resta delicata, tanto che i verbali sono stati secretati. Come la soluzione misteriosa del puzzle che mostra ancora troppi buchi e spazi vuoti.