Garlasco, incidente probatorio al via: consegnati i reperti. Garofano: “Il Ris? Fece un lavoro pregevole”

  • Postato il 12 giugno 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’inchiesta bis sul delitto di Garlasco si trova davanti alla prima curva. Davanti al gup di Pavia Daniela Garlaschelli consulenti e periti hanno consegnato i reperti che poi saranno al centro dell’incidente probatorio. L’unico indagato di cui si ha notizia al momento è Andrea Sempio, 37 anni, amico del fratello della vittima, Chiara Poggi, uccisa nella sua abitazione il 13 agosto 2007. Per l’omicidio della giovane 26enne è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della ragazza. La consegna dei reperti è avvenuta nella caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano, dove ha sede il nucleo investigativo che sta indagando sotto il coordinamento della Procura di Pavia. E lì si sono presentati quindi i periti nominati dalla giudice, la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani, e tra gli altri i consulenti di difesa e parte civile della famiglia Poggi, Luciano Garofano e Marzio Capra. Garofano, come noto, era comandante del Ris dei carabinieri al momento della prima inchiesta che ha portato al processo a Stasi. I periti nominati dalla Gip hanno ritirato le buste che verranno aperte il 17 giugno, quando prenderanno concretamente il via gli accertamenti irripetibili.

Nell’occasione sia Garofano che Capra si sono fermati coi giornalisti. Il primo ha sottolineato che “tutto quello che è stato fatto allora sia stato fatto bene, nonostante tante polemiche e tante strumentazioni che ci sono state in questi giorni”. “Come ex comandante del Ris – aggiunge – sono assolutamente convinto del lavoro pregevole fatto dai miei collaboratori. In quel periodo ci siamo occupati di casi nazionali che non mi sembra abbiano mai esibito tentennamenti o errori. Poi si può sbagliare, questo è umano, ma non credo che noi abbiamo sbagliato. Noi nel senso dei miei collaboratori che ebbero allora un incarico. Però con tanta serenità riaffrontiamo questa verifica che non potrà che confermare l’ottimo lavoro fatto allora”. In sostanza, per il generale in pensione, la Procura ripete “un lavoro già fatto nel 2014 e 2015 nel corso del processo d’appello bis che ha portato alla condanna di Alberto Stasi, ma ben venga una verifica che consenta di asseverare e consolidare i risultati già ottenuti”. Per esempio non ci sono novità nemmeno sui mezzi utilizzati come laser e scanner 3D già utilizzati, dice Garofano, all’epoca della prima inchiesta. Quanto alle nuove tecnologie in grado di analizzare tracce genetiche “significa secondo me la conferma in gran parte del materiale di Chiara Poggi e di tutti coloro che frequentavano quella casa, ma che non hanno alcuna responsabilità nell’omicidio. Sono convinto che la dottoressa Albani (nominata dalla giudice, ndr) farà tesoro di questa cautela in un’attenta interpretazione dei risultati”. Più nel merito è entrato Capra, in particolare sull’impronta 10, lasciata sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta dei Poggi che potrebbe essere lasciata dagli aggressori di Chiara Poggi. “Risultati? No, siamo veramente al limite del limite del limite” risponde Capra.

E’ di oggi infine la dichiarazione del medico legale Pasquale Mario Bacco – che ha avuto notorietà in particolare durante la pandemia per delle dichiarazioni controverse sui vaccini di cui poi si è pentito – il quale in un’intervista a Giallo dice che un’impronta lasciata su una gamba di Chiara Poggi sarebbe “compatibile con il piedino di una stampella con pallini antiscivolo”. In una foto pubblicata dal periodico si vede l’immagine della gamba della giovane vittima, su cui si nota una traccia dalla forma geometrica formata da tre pallini.

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Il Fatto Quotidiano

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