Giorgetti: “Un nuovo ente per riscuotere i tributi locali”. Ma non è nella riforma appena scritta dal governo

  • Postato il 9 luglio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Che la capacità dell’Agenzia delle Entrate Riscossione di recuperare i tributi comunali non pagati sia molto limitata, per usare un eufemismo, è fatto ben noto da anni dalle parti del ministero dell’Economia. Non è un caso se alcuni enti hanno deciso di fare da soli con buoni risultati. Ora, proprio mentre il decreto attuativo sui tributi locali e il federalismo fiscale regionale è all’esame del Parlamento, Giancarlo Giorgetti dice di aver trovato una possibile soluzione: “Un nuovo ente di riscossione dedicato esclusivamente alla gestione e al recupero dei tributi locali, con personale specializzato in questa materia”. Audìto dalla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, il ministro leghista ha ricordato come il magazzino ruoli del fisco comprenda 25 miliardi di arretrati che fanno capo ai Comuni, solo 6 dei quali ritenuti esigibili. E come l’incapacità di riscuotere sia spesso il preludio al dissesto dei conti, che equivale a non essere più in grado di svolgere le proprie funzioni ed erogare servizi indispensabili ai cittadini.

Morale: “Per una maggiore autonomia e sostenibilità finanziaria, è oggi fondamentale aumentare e migliorare la capacità di riscossione degli enti locali”. Ecco allora l’idea: un nuovo ente ” integrato sinergicamente con l’attuale struttura di Ader, per poter trarre beneficio dalle esperienze finora maturate”, che lavori “in stretto collegamento con partner tecnologici quali Sogei e PagoPA, per garantire un’integrazione efficace dei processi e delle banche dati esistenti“. Un ente, ha continuato, che “dovrebbe disporre di una struttura informatica avanzata, capace di integrare e incrociare le informazioni necessarie per la determinazione delle posizioni debitorie e per il monitoraggio dei soggetti incaricati delle attività operative”. Questo farebbe la differenza perché sulla carta già dal 2020 gli enti locali hanno accesso ai dati dell’anagrafe dei conti correnti in modo da poter capire in anticipo se vale la pena avviare azioni di recupero, ma quella norma è rimasta lettera morta.

Ancora da decidere – “Non ho la soluzione definitiva” – se dovrà trattarsi di “una sezione dedicata di Ader o una sezione dedicata con partecipazione di Anci direttamente negli enti locali”. Qualcosa bisogna inventarsi perché “altrimenti da questa trappola non ne usciamo”. Oggi, ribadisce Giorgetti, “la normativa che si riferiva ad una situazione di 20 o 30 anni fa oggi non è più fattuale. O c’è l’incapacità dei Comuni di gestirsi in casa loro o l’Agenzia delle entrate riscossione tra perseguire 250 euro di Tari e 250.000 di Irpef probabilmente dedica energie da un’altra parte. Come è adesso, abbiamo chi funziona benissimo e chi non funziona affatto, non è più accettabile perché crea discriminazione non solo tra enti ma anche tra cittadini”.

Ma una riforma, a dire il vero, sarebbe già in rampa di lancio. All’inizio di maggio il governo ha approvato un decreto attuativo della delega fiscale che consente agli enti di introdurre autonomamente forme di definizione agevolata con eventuale esclusione o riduzione di interessi e sanzioni e di inviare lettere di compliance e avvisi bonari per facilitare l’adempimento spontaneo, proponendo anche sconti su aliquote e tariffe in caso di versamento con addebito diretto sul conto corrente. Prevista anche una maggiore proporzionalità nelle sanzioni su Imu, Tari, imposta di soggiorno e contributo di sbarco e semplificazione degli adempimenti Imu. Evidentemente non abbastanza per ammissione dello stesso Giorgetti: tanto più che l’intesa in conferenza unificata è a rischio perché il provvedimento scontenta tutti gli enti. L’Anci ha lamentato tra il resto proprio l’assenza di “ampliamento e semplificazione della strumentazione disponibile per la gestione, i controlli e la riscossione delle entrate”.

Sgangherata la reazione di Italia Viva: “Avevano promesso la pace fiscale e poi creano un nuovo carrozzone per piazzare gli amici e tartassare i cittadini. Un governo di strozzini“, scrive sui social Raffaella Paita, capogruppo al Senato.

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Il Fatto Quotidiano

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