Giornata mondiale dell’ambiente: con l’aumento del riscaldamento globale di 2,7 gradi sono a rischio 100 milioni di bambini
- Postato il 5 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Saranno i bambini a subire il peso maggiore della crisi climatica, pur avendo contribuito ad essa in misura minore. Un’ingiustizia intergenerazionale che si mostra già oggi e prende la forma di ondate di calore, fallimenti dei raccolti, siccità, inondazioni fluviali, cicloni tropicali e incendi boschivi. Ma se si raggiungerà l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2100, quasi un terzo dei bambini che oggi hanno cinque anni, e si parla di circa 38 milioni di minori, non saranno esposti a ondate di calore senza precedenti nel corso della loro vita. Se l’obiettivo sarà raggiunto, circa 8 milioni di bambini non dovrebbero far fronte a perdite senza precedenti dei raccolti, circa 5 milioni non sarebbero in pericolo a causa di inondazioni dei fiumi e altrettanti sarebbero al sicuro rispetto ai cicloni tropicali di livelli estremi, mentre 2 milioni eviterebbero la siccità e circa 1,5 milioni sarebbero risparmiati da un’esposizione senza precedenti agli incendi. In occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno, Save the Children diffonde i dati di una ricerca, sviluppata in collaborazione con i climatologi della Vrije Universiteit di Bruxelles e pubblicata nel Rapporto Born into the Climate Crisis 2, sulla prevista esposizione senza precedenti di milioni di bambini nati nel 2020 a sei eventi climatici estremi in tre scenari di riscaldamento: 1,5 °C, 2,7 °C e 3,5 °C rispetto ai livelli preindustriali entro la fine del secolo.
Nati nella crisi climatica: 100 milioni esposti alle ondate di calore – Il rapporto fa seguito alla pubblicazione del 2021 ‘Born into the Climate Crisis’, ampliandone risultati e analisi. Il lavoro fornisce un’analisi completa del futuro che attende i bambini, soprattutto i più colpiti da disuguaglianze e discriminazioni nei Paesi a basso e medio reddito, a seconda delle azioni o inazioni politiche di oggi. I risultati sottolineano l’importanza cruciale di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5 °C per salvaguardare i diritti dei bambini, incluso il loro diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Secondo lo studio, però, in base agli impegni e alle politiche climatiche adottate finora dai governi, la temperatura globale aumenterà di 2,7°C rispetto ai livelli preindustriali entro la fine del secolo. Ciò farà sì che circa 100 milioni di bambini dei 120 milioni nati nel 2020, ovvero l’83%, dovranno affrontare un’esposizione senza precedenti al caldo estremo nel corso della loro vita. Mentre se si riuscisse a limitare il riscaldamento globale entro l’obiettivo di 1,5°C, fissato dall’Accordo di Parigi, il numero di bambini di cinque anni destinati a soffrire il caldo estremo si ridurrebbe a 62 milioni.
Le storie dei diritti dell’infanzia negati – Il rapporto racconta gli impatti, le perdite e i danni che i bambini stanno già subendo. Perché se c’è una grave inondazione, da qualche parte del mondo ci saranno bambini che non potranno andare a scuola per diverso tempo. Denise ha 16 anni. Lei e la sua famiglia sono stati costretti ad abbandonare la loro casa in Brasile quando, l’anno scorso, le peggiori inondazioni degli ultimi 80 anni hanno devastato la loro comunità. La loro casa è stata gravemente danneggiata e lei non è potuta andare a scuola per quasi due mesi. “Ho avuto conseguenze sia a livello psicologico che sul mio percorso scolastico. Dopo le alluvioni – ha raccontato – i miei voti sono calati notevolmente e per farli risalire e poter superare così la scuola secondaria è stato davvero difficile”. La sua storia insegna che i bambini che già subiscono disuguaglianze e discriminazioni e quelli dei Paesi a reddito medio-basso, sono spesso i più colpiti. Inoltre, hanno meno risorse per affrontare gli shock climatici e sono già molto più esposti al rischio di malattie trasmesse da insetti e dall’acqua contaminata, alla fame e alla malnutrizione. Le loro case sono spesso più fragili ed esposte al crescente rischio di inondazioni, cicloni e altri eventi meteorologici estremi. Haruka, 16 anni, proviene da Vanuatu, stato insulare dell’Oceano Pacifico meridionale. Vanuatu è stata colpita da tre tipi di ciclone, classificati come tra i più gravi, in un solo anno. “I cicloni fanno paura. Continuano a distruggere la mia casa, ogni anno e ormai non ci preoccupiamo nemmeno più di riparare il soffitto. Negli ultimi anni – ha raccontato – ho visto una distruzione incessante e una continua ricostruzione. Questo ciclo apparentemente infinito è diventato la nostra normalità e la maggior parte delle persone non si rende conto che siamo noi bambini a sopportare il peso di una crisi che non abbiamo causato”.
Gli scenari peggiori sarebbero disastrosi (anche per l’Italia) – La ricerca fa anche delle proiezioni, esaminando uno scenario in cui le temperature globali potrebbero aumentare di 3,5°C entro il 2100. Questa situazione metterebbe a rischio circa 111 milioni di bambini, pari al 92% di quelli nati nel 2020. Se ci focalizziamo, in particolare, sul contesto italiano, si calcola che il 100% dei minori nati nel 2020, in tutto il territorio nazionale, sarebbe esposto a ondate di calore senza precedenti nel corso della vita già nel caso di un aumento delle temperature pari a 2.7°. “La crisi climatica è una crisi dei diritti dell’infanzia e ha conseguenze potenzialmente di lungo periodo sui bambini, che ancora una volta sono costretti a pagare il prezzo di una crisi di cui non sono responsabili” commenta Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. E aggiunge: “Il cambiamento climatico è un fenomeno che interessa ormai tutti i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi nel mondo, inclusi quelli che vivono nel nostro Paese”. In vista del prossimo negoziato di Bonn, che si aprirà tra meno di due settimane, l’associazione invita l’Italia “a contribuire a far sì che i diritti, le voci e le specifiche vulnerabilità dei minori siano sempre più integrate nei piani, nelle politiche e nei finanziamenti per il clima sia a livello nazionale che internazionale”.
Foto credits: Awale Koronto/Save the Children
L'articolo Giornata mondiale dell’ambiente: con l’aumento del riscaldamento globale di 2,7 gradi sono a rischio 100 milioni di bambini proviene da Il Fatto Quotidiano.