Gli incappucciati contro il parco eolico del Giogo non riusciranno a fermare il vento

  • Postato il 7 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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C’è una legge universale che regola le trasformazioni delle società umane che io chiamo l’“Effetto Seneca”, da una frase del filosofo romano Lucio Anneo Seneca che forse per primo aveva notato che “la crescita è lenta ma la rovina è rapida”. Quando le cose cominciano ad andar male, vanno male rapidamente.

Ma perché questo effetto? Beh, è dovuto al fatto che tutti i sistemi complessi, incluso quelli sociali, hanno dei meccanismi interni che si oppongono ai cambiamenti. Sapete bene che la politica consiste nel fare tutto il possibile per non cambiare niente e probabilmente vi ricordate di cosa diceva Giacomo Leopardi: “Cambiare tutto perché non cambi niente.” E’ un corollario dell’Effetto Seneca. In pratica, tuttavia, il cambiamento che uno cerca disperatamente di evitare, alla fine diventa inevitabile. E quando succede, è molto rapido; alle volte rovinoso.

Questo lo stiamo vedendo bene nel caso della “transizione energetica”. Un cambiamento inevitabile che potrebbe essere sia benefico che graduale, ma che, tuttavia, la società italiana sta disperatamente cercando di evitare. Ci si attacca a tutto, leggi, tribunali, grandi trollate sul Web, speranze in tecnologie inesistenti, e cose del genere. Ma, soprattutto, inerzia. Si tira avanti col vecchio petrolio e il vecchio gas sperando che, miracolosamente, quelli che ce li forniscono ci amino al punto da continuare a fornircelo a costi che ci possiamo permettere (ma già non possiamo più). Continuiamo ad usare auto a benzina e diesel, a usare gas per l’energia elettrica, e c’è chi vorrebbe costruire nuovi oleodotti e gasdotti. Come si possa anche solo pensare di farsi del male in questo modo è difficile capire. Ma, come diceva una filosofa italiana, forse un po’ meno nota di Seneca, “finché la barca va…”.

Ma, il tentativo di opporsi al cambiamento finisce soltanto per renderlo più brusco e più rapido. E questo lo stiamo vedendo con l’energia rinnovabile. Siamo arrivati al punto di rottura con l’impianto eolico in costruzione sul monte Giogo in Toscana. L’impianto ha tutte le autorizzazioni necessarie per la costruzione. È un’opera di alto valore sociale ed economico che ci aiuta a diventare indipendenti dalle importazioni di energia fossile. Ma chi proprio non ne vuole sapere è arrivato alla decisione disperata di usare le maniere forti.

Qualche giorno fa, una banda di individui incappucciati e armati di bastoni e coltelli ha invaso il cantiere, cacciato via gli operai, e danneggiato il macchinario usato per la costruzione. Non si sa se questi siano pagati da qualcuno, oppure siano semplicemente i soliti decerebrati che rigano con un chiodo le carrozzerie dei veicoli elettrici oppure prendono a martellate le colonnine di ricarica. Comunque sia, siamo arrivati, appunto, all’estremo. L’intimidazione è l’ultima risorsa del vecchio che non vuole cedere il passo al nuovo. E’ un metodo ben conosciuto dai boss mafiosi e ai vari criminali che infestano il nostro paese. Riusciranno a bloccare l’energia rinnovabile? Certamente no. Petrolio e gas, oggi, sono altrettanto obsoleti del carbone per mandare le locomotive a vapore. Però si può ritardare l’inevitabile con questi metodi illegali, facendo dei danni a tutti, incluso a quelli che li adottano.

Si attribuisce spesso a Seneca la frase “Non ci sono venti favorevoli per chi non sa dove andare”. Anche se probabilmente non è sua, la frase si applica bene alla situazione attuale in Italia. Il vento ci è e favorevole per produrre energia, ma non sappiamo come usarlo. Impareremo, prima o poi.

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Il Fatto Quotidiano

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