Gole dell’Infernaccio: il cuore selvaggio dei Sibillini tra canyon, eremi e natura pura

Tra le aspre cime dei Monti Sibillini prendono vita le Gole dell’Infernaccio, un nome che può incutere soggezione ma che, nei fatti, è solo un assaggio dell’atmosfera cruda e autentica che accoglie chi decide di inoltrarsi in questo canyon naturale scavato dal torrente Tenna. Una meraviglia delle natura dove non c’è asfalto, ma nemmeno bar o stazioni di ristoro: solo pareti di roccia strettissime, faggi secolari, l’eco dell’acqua che scorre e il cielo che a tratti scompare tra le fenditure. Parliamo quindi di un posto che sorprende per verticalità e silenzio, a pochi chilometri da zone colpite dal sisma nel 2016 ma ancora piene di vita e bellezza.

Dove si trovano le Gole dell’Infernaccio

Le sorprendenti Gole dell’Infernaccio si trovano nelle Marche, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in provincia di Fermo. Più precisamente, si sviluppano tra i comuni di Montefortino e Montemonaco, lungo il corso del torrente Tenna, che ha scavato nel tempo uno stretto canyon tra le pendici del Monte Priora (nota anche come Pizzo della Regina) e del Monte Sibilla.

Ci troviamo quindi in una zona montana piuttosto isolata, raggiungibile solo tramite strade interne con tornanti e tratti a fondo stretto. Non a caso, non vi è presenza di alcun servizio turistico diretto: si parcheggia e si cammina.

Cosa fare in estate alle Gole dell’Infernaccio

L’estate è la stagione perfetta per addentrarsi nelle Gole dell’Infernaccio, ma ciò che bisogna assolutamente sapere è che qui non si viene di certo a fare un’escursione con passerelle comode: si cammina sul serio, in salita, spesso nel fango o tra sassi bagnati, dentro uno dei canyon più stretti e suggestivi dei Monti Sibillini.

Il sentiero che parte da Rubbiano, frazione di Montefortino, segue il corso del torrente Tenna, in un ambiente fresco anche nei mesi più caldi, protetto dall’ombra delle alte pareti rocciose e dai faggi. È uno dei pochi posti in quota dove poter “passeggiare” in pieno agosto senza squagliarsi.

Il percorso più battuto è quello che porta fino all’Eremo di San Leonardo, ristrutturato pietra dopo pietra da Padre Pietro Lavini, l’eremita dei Sibillini, per circa un’ora, un’ora e mezza solo andata. Il momento migliore per andarci è la mattina presto, quando non c’è nessuno, quando il sole filtra tra gli alberi e l’unico rumore che si può udire è quello dell’acqua. Se si desidera salire ancora, è possibile proseguire verso il Passo Cattivo o l’Alta Via dei Sibillini, ma servono gambe, fiato e traccia GPS.

Le Gole dell’Infernaccio, oltre che per la bellezza, sono il top durante la bella stagione per via dell’ombra e del fresco quasi costante, donato dal paesaggio selvaggio e autentico. L’accesso è gratuito, non servono biglietti e difficilmente si trova folla stile Dolomiti. Allo stesso tempo non ci sono servizi, e in caso di pioggia il sentiero può diventare scivoloso e pericoloso.

Per questo motivo, è consigliato portare scarpe impermeabili, anche perché il percorso attraversa rivoli d’acqua anche in estate. È suggerito pure evitare i weekend di ferragosto.

Eremo di San Leonardo, Marche
Getty Images
L’Eremo di San Leonardo

Cosa fare in inverno alle Gole dell’Infernaccio

L’atmosfera è certamente differente, ma le Gole dell’Infernaccio sono esplorabili anche durante la stagione fredda. Anzi, in inverno cambiano volto e diventano un posto per pochi: silenzioso, crudo e a tratti ostile. È il periodo dell’anno in cui la natura si chiude, i colori si spengono, e il canyon si trasforma in un corridoio gelido tra pareti verticali, spesso ghiacciate. Ma proprio per questo l’escursione assume un fascino raro, che chi conosce bene i Sibillini non si lascia sfuggire.

Il sentiero da Rubbiano è percorribile anche nei mesi freddi, se non c’è neve o ghiaccio importante (e spesso ce n’è). In caso contrario, si entra solo con ciaspole o ramponcini, a seconda delle condizioni. Non è una passeggiata, perché occorre muoversi tra fango, ruscelli ingrossati, e tratti ghiacciati, i quali possono complicare anche il tratto fino all’Eremo di San Leonardo, che d’inverno assume un’aura quasi mistica, incastonato nella neve e immerso in un silenzio totale. Vale ogni passo, ma vi si arriva solo se si è ben equipaggiati e abituati alla montagna.

Chi è della zona sa che dopo una nevicata importante, l’accesso può essere chiuso o impraticabile per giorni. Non ci sono sgomberi né manutenzione invernale: il parco lascia che la natura faccia il suo corso.

È perciò fondamentale andare solo con meteo stabile e presto, in modo da riuscire a tornare con luce piena. Se dovesse nevicare è meglio tornare indieto: le gole sono strette, esposte e senza visibilità.

Regole da sapere prima di entrare nelle Gole dell’Infernaccio

Come si è potuto intuire dalle righe precedenti, le Gole dell’Infernaccio non sono un parco giochi, e nemmeno una riserva attrezzata: è natura vera, per questo vanno rispettate alcune regole. Innanzitutto non si paga alcun biglietto, ma ciò non significa che si possa fare quello che si desidera. È infatti vietato accendere fuochi, campeggiare, abbandonare rifiuti o uscire dai sentieri tracciati. Non ci sono barriere, ma si è dentro un parco nazionale, quindi vale la normativa del Parco dei Sibillini che tutela flora, fauna e paesaggio.

Anche i cani sono ammessi, ma vanno tenuti al guinzaglio, soprattutto nei mesi primaverili e estivi, quando la fauna è più attiva. L’accesso è sconsigliato in caso di maltempo, per esempio dopo piogge abbondanti, perché il torrente può diventare insidioso e i tratti scivolosi rischiano di mettere in difficoltà anche chi è esperto. Infine, il segnale del cellulare è spesso assente o debolissimo.

Come arrivare

Il posto è ruvido e selvaggio, e in quanto tale per arrivarci serve un po’ di organizzazione. Il punto di partenza più comune è il piccolo borgo di Montefortino, in provincia di Fermo, da cui si prende la strada provinciale 84 che, dopo qualche chilometro, conduce al parcheggio di San Leonardo, l’ingresso principale per le gole. La strada è stretta e tortuosa, tipica delle zone montane, quindi occorre guidare con calma e attenzione.

Se si viene da fuori regione, il modo più comodo è giungere in auto tramite l’autostrada A14 e poi proseguire sulle statali che attraversano il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Chi preferisce i mezzi pubblici deve sapere che la zona è poco servita: il bus più vicino si ferma a Montefortino, ma da lì è necessario affidarsi a taxi o ai propri piedi per raggiungere il sentiero. In ogni caso, meglio partire presto: il parcheggio può riempirsi nei weekend estivi e non ci sono molte alternative.

In inverno, attenzione alle condizioni meteo: neve e ghiaccio possono rendere la strada impervia e, in alcuni tratti, potrebbero servire pneumatici da neve o catene.

Autore
SiViaggia.it

Potrebbero anche piacerti