GP Monaco, Ferrari: la minaccia decisiva da contenere sulla SF-25

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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GP Monaco 2025, casa di Leclerc. Charles ha portato in trionfo la Rossa proprio sulle stradine del principato un anno fa. Un bagno di euforia con tanto di tuffo nel porticciolo di Monte Carlo. Ricordi sbiaditi di una vettura competitiva che al momento non è in grado di competer con i migliori. Non c’è tanta speranza per l’imminente fine settimana, sebben nel toboga monegasco tutto può accadere.

Compromesso sul setup più semplice

Va preliminarmente osservato come, allo stato attuale, risulti scarsamente fruttuoso operare un confronto diretto tra le peculiarità della monoposto e quelle del tracciato. I divari prestazionali tra le vetture si presentano come minimali, e l’esito complessivo viene determinato principalmente dalla configurazione tecnica che si riesce a implementare. Una delle conseguenze è la strategia di impiego delle diverse mescole.

Per la Ferrari, un elemento potenzialmente favorevole riguarda il numero inferiore di compromessi rispetto ad altri tracciati. La SF-25 è stata spesso penalizzata dalla necessità di mediazione tra le esigenze aerodinamiche e quelle meccaniche; tuttavia a Monte Carlo questi compromessi si attenuano e potrebbero favorire una configurazione più efficace. Va detto che il deficit di aderenza meccanica non costituisce una vera carenze della Rossa.

Efficacia meccanica sotto esame

Non possiamo parlare di lacune strutturali, ma bensì dei limiti imposti da una finestra di funzionamento ristretta. La vettura italiana si caratterizza per una carenza nel valore massimo del carico aerodinamico, così come in quello verticale generato alle basse velocità, fattori che la pongono in svantaggio nei tratti più tecnici. In pratica: a pari di velocità, nelle curve lente la monoposto produce una quantità inferiore di deportanza.

È verosimile che questo limite si concentri in prevalenza sull’asse anteriore, generando instabilità ascrivibile a una gestione subottimale del flusso aerodinamico. Monaco richiede un’altezza da terra superiore alla media, caratteristica che, come già osservato a Imola, si è rivelata congruente con le necessità tecniche della SF-25, contribuendo a una parziale riduzione del divario prestazionale.

Ferrari ha capito le Pirelli C6?

È comunque opportuno non illudersi su una possibile equiparazione complessiva delle performance: un livellamento generalizzato non è atteso. L’appuntamento monegasco sarà indicativo per verificare se la Ferrari saprà finalmente valorizzare il potenziale di aderenza meccanica che si presume possedere. Tuttavia, ancora una volta, la discriminante sarà rappresentata dalla gestione termica degli pneumatici.

Il potenziale teorico colloca la monoposto in una posizione di possibile contendibilità, almeno nei confronti della Mercedes in qualifica; ma, qualora l’impiego delle gomme non venga ottimizzato, il supposto rendimento potenziale rischierà di essere nuovamente vanificato, replicando le dinamiche osservate nei weekend precedenti. Esempio? la qualifica del Gran Premio di Imola.

La qualifica rappresenta la fase determinante del weekend, propio dove la Rossa evidenzia una delle sue principali vulnerabilità. Asincronia termica nelle fasi iniziali del giro: il posteriore raggiunge rapidamente la soglia operativa mentre l’avantreno resta fuori della finestra ideale. Uno squilibrio termico netto. Ora: il profilo termico di Monaco garantisce un apporto energetico sufficiente alla mescola anteriori ma elevato al retrotreno.

Questo disallineamento nella distribuzione del calore rappresenta una costante per tutte le vetture con gradi di severità variabili. Nel caso della SF-25, però, la sensibilità a questo fenomeno è accentuata, rendendo tale aspetto un nodo tecnico che il team dovrà gestire con estrema attenzione. Non riuscirci sarebbe un verto e proprio “suicidio tecnico, la mossa giusta per buttare alle ortiche il risultato del fine settimana.

Autore
Virgilio.it

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