Grafico sì, ma non solo. Tutti i volti di Iliprandi in mostra all’ADI Design Museum di Milano

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Design
  • Di Artribune
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Giancarlo Iliprandi, nato nel 1925 a Milano, è stato un grande maestro del design grafico. Nel corso di una carriera lunga più di mezzo secolo, e premiata nel 2011 con il Compasso d’Oro alla carriera, ha lavorato nel mitico ufficio pubblicità della Rinascente al fianco di figure altrettanto mitologiche come Bruno Munari e Max Huber, curato la direzione artistica di riviste, da  Abitare e Interni a Popular Photography Italia, disegnato loghi arcinoti per brand e musei e impresso il suo segno incisivo e moderno nelle menti di milioni di italiani che abbiano, per esempio, potuto sfogliare le Pagine Gialle negli Anni Ottanta o fare shopping alla Grancasa. 

L’omaggio a Iliprandi all’ADI Design Museum

La mostra Design per comunicare, allestita all’ADI Design Museum di Milano in occasione del centenario della nascita e curata da Monica Fumagalli Iliprandi e Giovanni Baule, mette tuttavial’accento sulle altre facce della creatività di Iliprandi, quelle magari meno illuminate ma altrettanto importanti per comprendere la portata e la poliedricità del suo talento. Come spiega ad Artribune il presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale Luciano Galimberti, “Iliprandi non è stato solo un grande comunicatore visivo, ma anche un tessitore di relazioni tra le discipline del progetto. La sua capacità di attraversare mondi diversi, dall’editoria alla grande distribuzione, dalla tipografia alla didattica, con uno sguardo sempre laterale e mai ordinario, restituisce oggi un’eredità attualissima“. Per questo, celebrare il suo centenario nelle sale del museo che non fece in tempo a vedere, poiché scomparve nel 2016 all’età di 91 anni, “significa riconoscere il valore di una visione che ha fatto del design uno strumento di cultura, dialogo e trasformazione sociale“. 

Giancarlo Iliprandi. Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi
Giancarlo Iliprandi. Courtesy of ADI Design Museum ph. Denise Manzi

Giancarlo Iliprandi, un talento a tutto tondo, dalla comunicazione al design di prodotto

Tra i materiali raccolti in isole tematiche dedicate ai vari volti di uno dei protagonisti del design italiano della seconda metà del Novecento troviamo bozzetti realizzati per la moda, lo sport e il teatro (una passione “antica”, visto che Iliprandi si era laureato in scenotecnica all’Accademia di Brera pochi anni dopo la fine della guerra), libri fotografici, copertine di dischi e riviste, manifesti riconducibili a campagne pubblicitarie e sociali, documenti relativi al suo impegno nelle associazioni di categoria e nell’insegnamento, e perfino prodotti disegnati per aziende blasonate del mobile e dell’illuminazione. Uno di questi è la lampada Spirale progettata per Stilnovo nel 1969, un foglio di alluminio avvolto su se stesso in una forma dinamica che permette di sfruttare al massimo la superficie riflettente del materiale. La collaborazione con l’azienda milanese è, del resto, un altro esempio della capacità di Iliprandi di lavorare “a tutto tondo” sui progetti senza per forza separare il fare dal comunicare: è suo anche il celebre logo con la “o” che somiglia a un  interruttore o a un otturatore fotografico nell’atto del chiudersi. Anche nel rapporto con il produttore di cucine RB, poi Rossana dopoil successo dell’omonimo modello, i suoi interventi sono sia sul fronte grafico, con l’ideazione di marchio e logotipo e di una serie di manifesti pubblicitari con disegni pop, che su quello dei prodotti, con la progettazione di cucine iconiche come Isola e Arcipelago, quest’ultima esposta  al MoMA di New York nella mostra Italy: a new domestic landscape curata da Emilio Ambasz come parte del panorama del nuovo design italiano. 

Design per cpomunicare Giancarlo Iliprandi 2009 ph Giorgio Lotti
Design per cpomunicare Giancarlo Iliprandi 2009 ph Giorgio Lotti

Giancarlo Iliprandi , il disegno e la fotografia come pratiche a sé stanti

La fotografia e il disegno sono onnipresenti, sia come attività autonome che come ingredienti del progetto grafico, parte della “cassetta degli attrezzi” del graphic designer che prima dell’avvento del digitale era ancora più imprescindibile di quanto non lo sia oggi. Insieme, nutrono i lavori realizzati su commissione – su scale differenti, dalle copertine dei Dischi del Sole (1964-68) agli imponenti padiglioni progettati per la RAI in collaborazione con i Fratelli Castiglioni per la Fiera di Milano (1964) – ma anche quelli svincolati da qualunque committenza. Tra gli esempi più famosi ci sono senz’altro i manifesti, vivaci e provocatori, dedicati a temi sociali come il controllo delle nascite (Basta una pillola, creato per l’Associazione Italiana per l’educazione demografica, è di grande impatto con la sua carrellata di bambole-bambini) o la lotta all’inquinamento acustico e visuale (Basta con i rumori e Stop visual pollution), che raccolti in un volume edito da Corraini pubblicato nel 2006, dieci anni prima della morte del loro autore, avevano già aggiunto una sfaccettatura al personaggio Iliprandi, quella di un uomo battagliero e capace di usare gli strumenti del suo mestiere di designer per difendere le proprie convinzioni. 

Giulia Marani

L’articolo "Grafico sì, ma non solo. Tutti i volti di Iliprandi in mostra all’ADI Design Museum di Milano" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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