“Ho visto un camper e ho urlato ‘toilette’: mi scuso per come ho lasciato il bagno”. La dieta estrema dei ciclisti al Tour e il rischio dell'”effetto Dumoulin”

  • Postato il 25 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Fino a 6mila calorie al giorno, ma sperando di evitare l'”effetto Dumoulin“. Tradotto: non avere problemi intestinali improrogabili durante una tappa. Ma sull’episodio che ha dato il nome a questo fenomeno torneremo dopo. Al Tour de France i ciclisti si sottopongono a una dieta estrema, tenendo dei ritmi a tratti logoranti per il corpo, che garantiscono ottime performance ma rischiano appunto di avere delle conseguenze non proprio piacevoli. A spiegarlo è stato Michael Woods, capitano della Israel Premier-Tech, che ha dovuto fare i conti con un imprevisto simile nell’attuale edizione della Grande Boucle.

“Nel 2017, correvo regolarmente con 30-40 grammi di carboidrati all’ora. Per molti versi, era orribile e finivi la maggior parte delle giornate con gli occhi strabici, ma era decisamente più facile per lo stomaco“, ha spiegato Woods. “Di certo non voglio tornare a quei giorni, ma correre con poco carburante era molto più una questione mentale, mi piaceva”. Negli ultimi anni infatti ci si è orientati sempre più verso soluzioni diverse, con il raggiungimento addirittura di 6mila calorie al giorno. Uno stress non indifferente per il corpo. E negli ultimi anni è aumentato anche l’apporto di carboidrati all’ora, passando dai 40 circa di anni fa fino ai 100 di adesso.

La dieta dei ciclisti al Tour de France

Ma nello specifico, quante volte mangiano i ciclisti nell’arco della giornata e in che momenti? Woods ha esplicitato nel suo blog anche una dieta tipo seguita dai ciclisti durante il Tour de France.

  • Colazione: 250 grammi di torta di riso, una banana, quattro crepes, quattro toast e quattro cucchiai di marmellata, insieme a una bevanda proteica a base di latte.
  • Prima della tappa: 30 grammi di caramelle gommose, una barretta ai cereali, un succo di frutta e una banana
  • Durante la tappa: 100 grammi di carboidrati ogni ora
  • Dopo la tappa: un’aranciata, un burrito, una barretta e 150 grammi di frutta.

Cos’è l'”effetto Dumoulin” e cosa successe al ciclista al Giro del 2027

Ma perché si parla di “effetto Dumoulin”? Il riferimento – soprattutto per gli appassionati – è chiaro: Giro d’Italia del 2017, tappa del Doppio Stelvio. La maglia rosa Tom Dumoulin si ferma improvvisamente a bordo strada per un problema intestinale. Le immagini si diffondono rapidamente sul web e fanno il giro del mondo. L’olandese finisce tra i prati che costeggiano la strada, si toglie la maglia rosa e assume una posizione tipica di chi ha urgentemente bisogno di andare in bagno. Alla fine ha tenuta la maglia rosa, conquistando quel Giro d’Italia nonostante lo stop “forzato” durante la sedicesima tappa.

Come poi si sia pulito (e se lo ha fatto) non è dato saperlo, ma quelle immagini – dal 2017 – sono nella memoria degli appassionati di ciclismo. Un episodio simile – ma meno “rustico” – è accaduto proprio a Michael Woods nell’attuale edizione del Tour de France. Il ciclista canadese ha avvertito dei crampi allo stomaco durante la tappa da Ennezat a Le Mont-Dore, ma ha avuto una genialata: “I camper hanno i bagni e al Tour è pieno. Nel giro di pochi secondi ho visto un camper e ho urlato: ‘Toilette, toilette, toilette’. Il povero uomo, gentilissimo e sbalordito, mi ha aperto la porta del suo camper”. Poi Woods ha scherzato: “Vorrei innanzitutto ringraziarlo, ma vorrei anche scusarmi profondamente per le condizioni in cui ho lasciato il suo bagno. Diciamo che 120 grammi di carboidrati all’ora per quattro ore consecutive non sono una bella cosa”. Una scena curiosa, condivisa poi anche con Julian Alaphilippe dopo esser ripartito. I due hanno scherzato sull’episodio, con Woods che ha rivelato di non sapere se fosse davanti o dietro al gruppo.

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Il Fatto Quotidiano

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