Hong Kong ferma l'importazione di polli da 6 paesi europei per rischio aviaria. C'è anche l'Italia

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Estero
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Hong Kong ferma l'importazione di polli da 6 paesi europei per rischio aviaria. C'è anche l'Italia

AGI - Il Centro per la Sicurezza Alimentare (CFS) del Dipartimento di Igiene Alimentare di Hong Kong ha emesso un divieto immediato all'importazione di carne di pollame, prodotti avicoli e uova dalle regioni di Portogallo, Polonia, Italia, Belgio, Irlanda e Regno Unito colpite da focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N1).

La misura è stata attivata dopo aver ricevuto avvisi ufficiali dalla Direzione Generale per gli Affari Alimentari e Veterinari portoghese e dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (WOAH) che confermavano focolai nel distretto portoghese di Santarem, Opolskie (Polonia), Varese in Lombardia (Italia), Namur (Belgio), Contea di Laois (Irlanda) e South Yorkshire (Gran Bretagna). Un portavoce del CFS ha sottolineato che l'obiettivo primario è salvaguardare la salute pubblica locale e ha annunciato che sono già stati stabiliti contatti diretti con le autorità veterinarie dei sei paesi per monitorare i focolai. 

 "Monitoreremo attentamente i rapporti del WOAH e adotteremo eventuali misure aggiuntive necessarie in base all'evoluzione della situazione", ha dichiarato il portavoce.Durante i primi nove mesi di quest'anno, Hong Kong non ha registrato importazioni di pollame dal Portogallo.

Tuttavia, sono state importate 1.870 tonnellate di carne di pollo polacca congelata, 90 tonnellate e 9.000 unità di uova italiane, 30 tonnellate dal Belgio, 20 tonnellate dall'Irlanda e 770 tonnellate di carne britannica refrigerata e congelata, insieme a 1,17 milioni di uova dalla Gran Bretagna. È importante notare che l'Irlanda è autorizzata a esportare a Hong Kong solo carne di pollame, non uova. Il ceppo H5N1, che colpisce principalmente uccelli selvatici e domestici, ha dimostrato la capacità di infettare i mammiferi, incluso il suo recente passaggio ai bovini da latte negli Stati Uniti.


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 2003 al 25 agosto 2025 sono stati segnalati 990 casi umani in 25 paesi, con 475 decessi (un tasso di mortalità del 48%). Gli esperti internazionali concordano sul fatto che il rischio per la popolazione generale rimanga basso, sebbene insistano sul rafforzamento della biosicurezza negli allevamenti avicoli e sulla necessità di garantire che carne e uova siano ben cotte. Il ceppo del clade 2.3.4.4b, dominante nelle attuali epidemie, ha una maggiore affinità per i recettori dei mammiferi, il che mantiene i servizi veterinari e di sanità pubblica globali in stato di massima allerta. 

 

 

 Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti