I 50 grandi sportivi del Piemonte raccontati da Maurizio Ternavasio

  • Postato il 13 ottobre 2025
  • Cultura
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – 50 sportivi che hanno fatto la storia dello sport del Piemonte, dell’Italia e in tanti casi del mondo interno, nel senso che hanno raggiunto risultati di livello assoluto. Maurizio Ternavasio li ha raccolti e raccontati in I grandi sportivi del Piemonte. Un secolo di sfide e trionfi, Capricorno Edizioni.

Nel volume ci sono nomi noti a tutti, da Fausto Coppi a Stefania Belmondo a Pecco Bagnaia, e nomi meno noti al grande pubblico, un po’ perchè si perdono nella memoria lontani nel tempo, come il ciclista Giovanni Brunero o lo scalatore Gabriele Boccalatte, un po’ perchè Ternavvasio raccoglie anche sport davvero poco popolari, ma che in Piemonte hanno una tradizione straordinaria, come le bocce o la pallapugno.

E allora scopriamo atleti e miti come il bobista Mario Armano, il re delle bocce Umberto Granaglia, Lella Lombardi, prima donna ad aver fatto punti in Formula 1, o ancora Felice Bertola, campione totale della pallapugno.

Non mancano ovviamente il calcio, lo sci, il tennis, l’atletica, il basket o il volley, con il grande CUS Torino degli anni ’70. In tutto 50 campioni di almeno 25 diverse discipline.

Il volume ci regala anche una mirabile introduzione di Gian Paolo Ormezzano, forse una delle ultime cose scritte prima di lasciarci.

L’intervista con Maurizio Ternavasio

Piemonte terra di campioni sportivi. Perchè un libro che ne racconta l’epopea?

Forse un po’ se ne sentiva la mancanza, visto che viene distribuito da La Stampa: fare il punto di 100 anni di sport in un’epoca in cui molte discipline stanno cambiando pelle, in linea con l’evoluzione della società. Insomma, si è voluto mettere qualche punto fermo.

La domanda più ovvia (ma la risposta è nell’introduzione) è: come hai scelto questi 50 nomi di campioni?

E’ stata una scelta fatta seguendo alcuni principi. Selezione di tutte le discipline (comprese palla a pugno, bob, hockey su ghiaccio…), rispetto il più possibile delle quote rosa, e poi a scalare priorità per medaglie olimpiche, titoli mondiali, titoli europei, campionati nazionali, presenze in nazionale e così via. Da un primo elenco di 80 circa sono sceso a 50, ovviamente con qualche compromesso. Un passaggio importante e molto bello è stato la dialettica telefonica con Gian Paolo Ormezzano per chi mettere dentro e chi eliminare.

Come sono organizzate le varie schede?

In nessuna maniera particolare, anche se ho cercato di farle più o meno della stessa lunghezza. A parte per Coppi, che meritava un capitolo più lungo. All’interno, oltre naturalmente ai dati anagrafici e al palmares, ho cercato di inserire un po’ di storie.

Nel volume racconti gli sport più comuni e praticati ma anche quelli meno diffusi, che però in Piemonte hanno una lunga tradizione. Penso a bocce e pallapugno…

Ho evitato di fare un monologo su calcio e ciclismo: se si legge il libro dall’inizio alla fine, mi sembra piacevole sparigliare un po’ le carte con personaggi straordinari, seppur di discipline minori. E per questo ho inserito pure Boccalatte, anche se l’alpinismo non è propriamente uno sport.

In questo viaggio quali sono i nomi le cui storie ti hanno affascinato di più?

Nessuna in particolare, tutte in generale, perchè credo rappresentino un bello spaccato dello sport non solo regionale, visto che si tratta di atleti di notorietà anche internazionale.

A chi vorresti arrivassero le storie di questi campioni?

Ai giovani, che non immaginano neanche i sacrifici che c’erano dietro alle carriere degli atleti non più in attività di ogni disciplina. Ora è tutto più facile, in genere vince la prepazione fisica e le entrature giuste.

Il libro accoglie anche una prefazione di Gian Paolo Ormezzano, che è l’ennesima testimonianza del suo stile inimitabile. Come è nata questa collaborazione che per il lettore è un piccolo grande regalo?

Per me è stato un grande amico. Lo ammiravo tantissimo come giornalista e come uomo. Diciamo che mi ha fatto un meraviglioso regalo prima di lasciarci. Quando gli ho proposto di scrivere la prefazione non ha avuto un attimo di tentennamento. E dopo 12 ore l’avevo salvata sul mio pc.

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Quotidiano Piemontese

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