I palestinesi muoiono come mosche: facciamo la nostra parte, facciamo girare l’appello

  • Postato il 23 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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I Palestinesi, soprattutto i bambini, stanno morendo come mosche nella Striscia di Gaza. Il cappio genocida serrato dal governo israeliano si stringe. Muoiono d’inedia e se si avvicinano ai centri di distribuzione fake messi su dalla società statunitense GHF in collaborazione con Netanyahu, vengono implacabilmente mitragliati. Si delinea il concentramento della popolazione superstite in appositi campi di sterminio allestiti nel Sud della Striscia. La Resistenza palestinese combatte ancora e le tattiche della guerriglia stanno facendo pagare un duro prezzo agli occupanti. Ma l’umanità e la comunità internazionale devono occuparsi della popolazione civile ponendo fine immediatamente a questa intollerabile agonia.

Abbiamo redatto, con vari giuristi che hanno a cuore i valori del diritto e dell’etica, il seguente appello che vi invito ad inviare agli indirizzi in calce:

Facendo nostri i propositi di Papa Leone XIV e della recente riunione di Bogotà del Gruppo dell’Aia chiediamo al governo italiano e a tutti i governi del pianeta di intervenire con urgenza con lanci aerei di cibo, acqua e medicine per lenire le sofferenze dei Palestinesi di Gaza che stanno morendo di inedia. Tali lanci dovranno essere effettuati con modalità tali da non comportare rischi per i destinatari. Chiediamo inoltre l’invio di navi e convogli terrestri italiani, europei e internazionali e l’appoggio alla nave umanitaria “Handala” partita domenica 20 luglio dal porto di Gallipoli con a bordo i nostri connazionali Antonio Mazzeo, giornalista, e Tony La Piccirella, attivista e comandante in seconda. Siamo di fronte a un vero e proprio genocidio e saremo tutti giudicati secondo la nostra reazione al riguardo dalla giustizia umana e, per chi ci crede, da quella divina.

Inviare questo testo a protocollo.centrale@pec.quirinale.it; presidente@pec.governo.it; segreteria.ministro@cert.esteri.it; segreteria.ministro@difesa.it.

Sono pienamente consapevole del fatto che probabilmente quest’appello è destinato a cadere nel vuoto. Ma occorre dare a Meloni & C. un’occasione per sottrarsi ai rigori della propria coscienza (ammesso e non concesso che ne siano dotati) e a quelli più probabili della Corte penale internazionale, cui stiamo per ricorrere per denunciare le complicità italiane nel genocidio (ricorso resosi necessario anche per la deplorevole inazione della Procura di Roma, di fronte alla quale pende da oltre un anno un esposto-denuncia sul tema).

Gli orientamenti del governo italiano sino del resto noti. A qualche querula e generica lamentazione priva di qualsivoglia effetto concreto corrisponde la sostanziale e totale acquiescenza ai desideri di Netanyahu e di Trump, come inoppugnabilmente dimostrato dal rinnovo del Memorandum sulla sicurezza fra Italia e Israele.

A seguito d’istanza di accesso agli atti siamo finalmente venuti a conoscenza del testo dell’Accordo italo-israeliano del 5 ottobre 1987 che ne è alla base, e abbiamo redatto al riguardo un comunicato, firmato dai dieci giuristi che avevano presentato l’istanza e di altri che si sono aggiunti constatando fra l’altro che “l’Industria militare e le Forze armate del nostro Paese sono coinvolte in attività di cui i cittadini italiani non possono essere messi a conoscenza per volontà del governo israeliano” e che “il nostro Paese è dunque oggi vincolato alla segretezza sui rapporti militari con uno Stato che è impegnato nello sterminio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza e che, in forza degli accertamenti dichiarati dalla Corte Internazionale di Giustizia del 19.07.2024 e confermati dall’Assemblea Generale dell’Onu nel settembre 2024, occupa illegalmente da circa mezzo secolo la terra di Palestina” in flagrante violazione anche dell’art. 80 della Costituzione, data l’assenza di ratifica con legge.

La regione mediorientale tutta è scossa da brutali violenze che preludono alla guerra globale e qualcuno ha evidentemente interesse a mantenere alta la tensione. Colpisce in particolare la circostanza che le criminali imprese delle bande fondamentaliste siriane sunnite contro il popolo druso avvengano proprio nel momento in cui la Turchia, grazie ad Ocalan e alle significative aperture del governo turco, sta imboccando finalmente il cammino verso la pace interna e la riconciliazione nazionale e vi sono buone possibilità di costruire una nuova Siria basata sulla libera e pacifica convivenza tra le varie comunità che ne fanno parte. La situazione è comunque estremamente complessa e pericolosa e richiede un governo, sia italiano che europeo, che sia all’altezza della sfida. Ma purtroppo non è il caso, data la triste natura di burattini di Trump senza cervello, senz’anima e senza cuore di coloro che ne fanno parte.

Invece di svolgere il ruolo previsto dall’art. 11 della Costituzione, mediazione diplomatica e intervento umanitario, il nostro governo è oggi più che mai complice del vile e barbaro genocidio che si sta compiendo. È ora di dire basta a questo scempio.

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Il Fatto Quotidiano

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