Identificati e denunciati per aver difeso il verde urbano: succede a Roma ed è inquietante

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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di Italia Nostra Roma

Quello che è accaduto a Roma lo scorso 5 maggio ci sembra sconcertante per le sue conseguenze.

In viale Europa, nel quartiere Eur, stanno potando il doppio filare di tigli nonostante la normativa vieti tali interventi in quel periodo; si diffonde la notizia e vari cittadini, per lo più sconosciuti tra loro, avendo in comune il solo fatto di essere inseriti in qualche chat ad oggetto il verde urbano, si precipitano sul posto e segnalano alla Polizia municipale di Roma capitale l’intervento di potatura in corso, effettuato in pieno periodo di ripresa vegetativa e di nidificazione, dunque un illecito, quanto meno presunto, in palese violazione delle normative europee, nazionali e comunali vigenti: la legge 157/ 1992 sulla protezione della fauna selvatica che vieta qualsiasi attività disturbante la nidificazione degli uccelli; il Regolamento del Verde e del Paesaggio di Roma capitale (Delibera n. 17 del 2021); i regolamenti europei, nazionali e locali sulla biodiversità urbana.

C’è da dire che i cittadini – già esasperati dai continui abbattimenti, dalle motoseghe sempre in azione, dalle potature radicali che spesso sono capitozzature, peraltro anch’esse vietate – rivendicano perlomeno il rispetto della sospensione primaverile ed estiva di ogni intervento sugli alberi che invece l’Amministrazione, con una certa dose di tracotanza, non rispetta mai, ed è così da anni. I tigli di viale Europa appaiono infatti in piena vitalità e dai rami si vedono cadere nidi di cinciallegre tra la pena dei cittadini presenti. E’ fondamentale intervenire sulle piante seguendo il ritmo dei cicli della natura e non quello degli uffici amministrativi altrimenti si rischia di danneggiarle causando potenziali rischi negli anni a venire.

Ma in viale Europa arriva anche la Polizia di Stato che comincia ad identificare i cittadini presenti, lo fa con molta cortesia giustificando la cosa come un’operazione di routine e nessuno si insospettisce. Nei giorni successivi però ad alcuni di questi cittadini cominciano ad arrivare notifiche di denunce per reati di “interruzione di pubblico servizio” e di “manifestazione non autorizzata”, le ultime arrivate la settimana scorsa.

Per noi di Italia Nostra questi fatti impongono una riflessione seria e urgente.

Chi ha segnalato una irregolarità ai danni del patrimonio urbano ambientale e faunistico chiedendo il rispetto della legge è stato trattato come un problema di ordine pubblico, pur in assenza di qualsivoglia atto di violenza, blocchi stradali o comportamenti lesivi della sicurezza altrui.

I cittadini in modo pacifico e civile hanno esercitato un diritto – e un dovere – di vigilanza democratica, segnalando tempestivamente alla Polizia municipale il verificarsi di un possibile illecito in violazione delle norme ambientali e faunistiche vigenti, svolgendo un ruolo di cittadinanza attiva. L’accusa di interruzione di pubblico servizio e di manifestazione non autorizzata contro cittadini che stavano semplicemente chiedendo la tutela degli alberi e dell’avifauna è non solo del tutto fuori luogo, ma è anche politicamente inquietante poiché adombra l’applicazione selettiva delle norme sulla sicurezza in funzione di deterrente contro la partecipazione civica a tutela dell’ambiente e della salute.

Saremmo grati a Roma capitale se motivasse la legittimità dell’intervento sulle alberature di viale Europa e se rispettasse rigorosamente la normativa ambientale e faunistica ogni qualvolta autorizzi interventi sugli alberi.

Vogliamo lanciare un appello a tutte le forze politiche affinché venga tutelato il diritto dei cittadini di segnalare e di ottenere che siano fermati provvedimenti contrari alle norme ambientali e faunistiche senza che l’esercizio di tale diritto dia luogo a forme di repressione volte a limitare la partecipazione civica in difesa del bene comune. Le norme sulla sicurezza non possono essere usate arbitrariamente per limitare la partecipazione civica alla difesa del patrimonio ambientale collettivo.

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Il Fatto Quotidiano

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