Il legame tra Torino e Marcello Mastroianni: la casa in via Nicola Fabrizi, le scuole alla Manzoni, i film girati sotto la Mole
- Postato il 19 novembre 2025
- Cultura
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Marcello Mastroianni, uno dei volti più iconici del cinema italiano ha una storia importante legata a Torino . Nato a Fontana Liri il 26 settembre 1924 figlio di Ottorino Mastroianni e di Ida Irolle, originari di Arpino.
Pochi anni dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce a Torino in cerca di fortuna nel 1928 dove il padre trovò lavoro come chimico. Nel 1929 nasceva a Torino il fratello Ruggero Mastroianni uno dei più grandi montatori del cinema italiano. La famiglia Mastroianni si stabilì in una casa popolare in via Nicola Fabrizi, di cui Marcello ha poi ricordato il freddo degli inverni torinesi e la difficoltà di vivere in un appartamento affollato con i suoi tanti fratelli. A Torino c’erano anche i parenti: lo zio in via San Donato, il nonno in corso Lecce e a Torino inizió le scuole elementari alla scuola Manzoni in Corso Svizzera.
Lui arrivò nel 1928, insieme alla mamma, che era in cerca di lavoro, e ai suoi numerosi fratelli. Abitavano in 13 in una casa popolare in via Nicola Fabrizi, vicino al nonno, che viveva in corso Lecce. A Torino Mastroianni frequentò le scuole elementari e, anni più tardi, nel 1975, vi girò uno dei suoi film più conosciuti: “La donna della domenica”, tratto da un romanzo di Fruttero e Lucentini.
La sua carriera cinematografica avrebbe portato poi riportato Mastroianni a Torino come attore per girare I compagni, diretto da Mario Monicelli nel 1963, ma sopratutto nel 1975 fu la volta del commissario Santamaria ne La donna della domenica diretto da Luigi Comencini.
Marcello Mastroianni ricorda la sua esperienza aTorino in prima persona
Torino nella mia carriera ha un ruolo piuttosto strano. È un po’ come un ciclico avvicinamento, al quale fa seguito una lontananza più o meno lunga. Qui ho abitato dal ’28 al ’33, qui ho iniziato le elementari. Un affetto mi è rimasto. Arrivai da Fontana Liri con la mamma, il nonno e tutta la tribù della famiglia. Torino mi impressionò moltissimo, anche se i primi giorni ero piuttosto disorientato. Mi facevano paura soprattutto le rotaie dei tram: cercavo attentamente di evitarle perché temevo che, calpestandole, avrei preso la scossa. Anni dopo, quando sono tornato a girare La donna della domenica, sono andato a rivedere i posti che avevo conosciuto: le elementari Manzoni, dove andavo a scuola, e soprattutto la mia casa in via Nicola Fabrizi.
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