“Il mattino ha Lory in bocca”, a cura di Francesco Paolo Del Re. Arte a Bari alla Madonella

  • Postato il 22 agosto 2025
  • Mostre
  • Di Paese Italia Press
  • 1 Visualizzazioni

Bari – L’arte è sui balconi e la festa è per strada, sera dopo sera, per otto giorni: è questa la formula della mostra “Il mattino ha Lory in bocca”a cura di Francesco Paolo Del ReDal 24 al 31 agosto 2025, gli artisti abitano a cielo aperto l’incrocio tra via Dalmazia e via Spalato a Bari, con il supporto organizzativo di Loredana Savino e Matteo De Napoli e il patrocinio dell’Assessorato allo Sviluppo locale e alla Blue economy del Comune di Bari. Sono sessanta i protagonisti della mostra e degli appuntamenti performativi, ludici e laboratoriali. Le opere si possono ammirare con il naso all’insù ventiquattro ore su ventiquattro e, ogni sera, un evento dal vivo anima il crocevia unendo la comunità del quartiere Madonnella in un’esperienza di arte condivisa, pubblica, relazionale e partecipata. Il tutto offerto gratuitamente alla città.

OTTO GIORNI DI PERFORMANCE ED EVENTI LIVE

Si comincia domenica 24 agosto a partire dalle ore 19:00 con l’inaugurazione della mostra. Il programma prevede la proiezione del video “Red” di Nunzia Picciallo e la lettura di ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte) del testo “La guerra in cui il corpo delle donne ha perso i suoi diritti” della scrittrice e poetessa palestinese Mariam El Khatib. Segue la proiezione del video “Tutto pace” di Ezia Mitolo e chiude la serata Ninna nanna”, una performance per voce e azioni di Loredana Savino, con un abito-opera di Stefania Pellegrini che, al termine, viene collocato su uno dei balconi.

La sera di lunedì 25 agosto un’assemblea pubblica di quartiere segna la chiusura, dopo un anno, del progetto “La cura” di Antonio Milano. Iniziato nell’edizione 2024 della mostra di Madonnella, ha visto rinnovarsi ogni lunedì il rituale di accensione della candela nell’edicola votiva laica creata dall’artista. Saranno gli abitanti del quartiere a decidere sull’evoluzione del progetto. Spazio poi al disegno all’aria aperta: chiunque vuole può portare con sé il necessario per partecipare a una sessione di disegno per strada, con il titolo “Senza guardare” e il coordinamento di Antonio Milano e Cristiano Pallara.

Martedì 26 agosto è la volta della “Sfida della Madonnella. Torneo a coppie di burraco popolare”, un’azione performativa di Simona Anna Gentile per riappropriarsi con il gioco dello spazio urbano. Il premio per chi vince il torneo è un dipinto dell’artista. Barbara Mazzetta è protagonista invece della performance di danza “Anima esposta”, che porta in scena per strada un grido silenzioso.

Il duo Alice e Ahad, composto da Alice Mestriner e Ahad Moslemi, invita il pubblico a partecipare, il 27 agosto, a “Il mercoledì del villaggio”, un laboratorio-evento sulla polvere, finalizzato alla realizzazione di un’opera collettiva e relazionale. Chi prende parte al progetto porta con sé uno scampolo di tessuto, una storia da raccontare e tutta la polvere che riesce a raccogliere, a casa propria, nei giorni precedenti l’evento. Il pubblico e gli artisti operano insieme, cucendo e dando forma all’opera, che nasce dall’incontro e dalla diversità. Rosaria Lucia Marrone, inoltre, presenta la sua performance “Il tacchino” su un balcone affacciato sull’incrocio, dedicata alla fugacità delle relazioni della generazione che «ama fino alla notifica successiva».

La musica retrò riempie l’aria giovedì 28 agosto con “La signora del balcone”, un dj set performativo di MissPia (Patrizia Piarulli) che veste i panni di una casalinga nello stile degli anni Cinquanta, impegnata a svolgere le sue faccende domestiche. Il pubblico balla per strada mentre Piarulli mescola, nella sua performance di canzoni e azioni, ironia e nostalgia.

Venerdì 29 agosto, per strada la poesia si fa gioco con Silvana Kuhtz, in occasione dei vent’anni del collettivo Poesia In Azione. La serata si anima con la proiezione video di “Ta-Ran-To”, con parole di Silvana Kuhtz, immagini di Raffaella Rivi e musica di Stefano Barone. Con la sua performance “Serenata arrabbiata”, infine, Mariantonietta Bagliato che fa ballare la sua opera-marionetta dal balcone sul quale è esposta.

Due le performance in calendario anche per sabato 30 agosto. Francesco Malizia presenta al pubblico la sua “Marcia della diserzione celeste, ovvero Krakarum Karawane Zlam”, una detonazione dadaista contro la guerra, l’estetica della forza, la virilità tossica e l’apologia dell’ordine. Iula A Marzulli è autrice e protagonista di “Home Sweet Home”, una performance che si interroga sul concetto e sul bisogno di casa, ripensando spazi e relazioni, nel desiderio di una convivenza tra le culture e le specie. Non senza il coinvolgimento del pubblico.

Domenica 31 agosto, l’ultimo giorno, il finissage va a braccetto con le visite guidate della mostra. L’evento conclusivo della manifestazione è una performance di Giorgio Cuscito intitolata “I’m not a passenger”, in dialogo con l’installazione di Pierluca Cetera: un viaggio sonoro, straniante e straziante nell’orrore di Gaza, perché – spiega Cuscito – «non possiamo essere soltanto passeggeri».

LE OPERE ESPOSTE SUI BALCONI DI MADONNELLA

Proseguendo la sua esplorazione sule figure dei serial killer e sulla prossimità del male, Natascia Abbattistadipinge sul cellophane un ritratto di Alberto Stasi, per sottolineare la familiarità con il delitto di Garlasco che entra tutti i giorni nelle nostre case attraverso la tv. Il trittico di Marco Affaitati, sviluppato in senso verticale usando tre balconi allineati, si caratterizza per una pittura informale e per una stratificazione di segni impressi con una forte gestualità.Giornalista e artista palestinese, figlia di rifugiati, Dana Kamel Al Sheikh con “Il suo sangue ricada su di noi” affida a una drammatica Pietà contemporanea il grido di dolore per il genocidio in corso nella sua terra di origine.

È una scultura sonora ambientale quella di Pier Alfeo; materiali di recupero, una composizione algoritmica e un sistema audio rievocano, in un Frankenstein acustico dall’estetica post-industriale, il canto ipnotico dell’assiolo, rivendicando uno spazio per la cultura che, come la natura, ha bisogno di essere ascoltata, protetta e coltivata. Mariantonietta Bagliato dà vita, con l’uso sapiente di stoffa e imbottitura, a una scultura morbida a forma di papavero. È un fiore umanizzato e capace di esprimere sentimenti – in questo caso la rabbia – giocando sui contrasti. Sono più di settanta i cuscini che compongono l’installazione di Gianmaria Battafarano, “Buongiorno Buonanotte Bari”, per evocare il sottile confine tra risveglio e sonno, tra coscienza e incoscienza, tra presenza e assenza: una metafora, nelle intenzioni dell’artista, della condizione presente del capoluogo pugliese.

Un ritratto, per Michele Bellini: quello di “Leonardo” uno degli ospiti senza dimora che vengono assistiti da un’associazione romana impegnata nell’accoglienza dei bisognosi. Si offre allo sguardo del pittore – e dei passanti – con timidezza, curiosità e gentilezza. Il dipinto “Esercizi per scomparire e diventare paesaggio” di Angelo Bellobono racconta un processo di allontanamento da un principio antropocentrico: una pittura intrisa di meraviglia si fa scoperta della natura e della comunione tra corpi e luoghi. Ado Brandimarte realizza una scultura aggettante, usando legno stoffa e marmo bianco di Carrara. Un giavellotto che cita l’Arte Povera diventa una dichiarazione programmatica: non di guerra, ma d’amore e di chiarezza di obiettivi da centrare.

Gli abitanti di Madonnella vengono interpellati direttamente dall’opera relazionale di Angela Capotorto e invitati, attraverso centinaia di lettere recapitate nelle loro caselle postali, a rispondere alla domanda dell’artista: “Cosa provi quando guardi da casa?”. Le risposte diventano piccoli manifesti da affiggere per strada nella zona della mostra. L’opera di Valeria Carrieri “Persefone e le sirene”, un collage di stoffe con pochi segni dal carattere ludico e stilizzato, usa il mito per scardinare narrazioni misogine e per parlare di amicizia, del libero accesso al mare per tutti i popoli e del diritto alle vacanze, negato a sempre più persone per la profonda ingiustizia del nostro sistema politico ed economico. Sono cinque dipinti, presentati in modo installativo all’interno del parabrezza e dei finestrini laterali di un’automobile parcheggiata, i “Passeggeri” di Pierluca Cetera. I loro ritratti sono attorniati da architetture distrutte, frammenti urbani segnati dalla guerra. I passeggeri osservano a distanza la distruzione, come chi segue da lontano le tragiche vicende di Gaza.

Ambiguo e pop, il quadro che Guido Corazziari colloca su un balcone prende simboli e loghi della comunicazione globale e li affastella per confermare la loro vocazione consumistica e la loro volatile consumabilità. Daniela Corbascio ama giocare con le sue opere mimetizzandole nel contesto in cui vengono esposte, secondo un’idea di integrazione non priva di dissonanze. Per “Il mattino ha Lory in bocca” realizza l’insegna di un bar con un neon verde vivace e collocandola nel contesto urbano in modo da reiventarlo come un set cinematografico. Il letto che Giulia Cotterli colloca sotto il cielo non ha spazio per i sogni. Il ricamo sul suo lenzuolo recita infatti: «Niente accade ai poveri», una dichiarazione che denuncia la negazione stessa del sognare, in un mondo che ci ha tolto tutto, persino il diritto di desiderare una condizione diversa.

Roberta Cotterli cuce insieme diciassette paia di slip bagnati nel lattice, realizzando un lungo festone: una scultura che affronta i temi del desiderio, della menzogna e della liberazione sessuale. «Non sono – spiega – panni sporchi da lavare in casa, sono tutti esposti all’aria aperta, un’ironica ghirlanda senza vergogna».

Tre piccole carte incorniciate di Sabino de Nichilo vengono esposte dentro l’enoteca all’angolo tra le due strade.

Sabino de Nichilo

L’artista porta avanti una riflessione sul postumano e sulle possibilità della mutazione, attingendo a un immaginario scientifico per classificare biologie ulteriori o anteriori in scenari in divenire, in bilico tra estinzione e rinascita. Nella leggerezza ventosa dell’estate barese, Stefania Fabrizi fa sciorinare un lunghissimo velo dipinto, dedicato a un gruppo di nuotatori impegnati in una metaforica traversata.

Francesco Rocco Ferruccio è autore di un “Breve ritorno all’ordine per brevi rientri a casa”, un dipinto intriso di nostalgia e in dialogo con la grande tradizione pittorica del primo Novecento, che esprime la condizione di chi, vivendo lontano, quando torna in Puglia per l’estate, torna bambino. Bari al contrario si offre nella sua anti-monumentalità e fuori dalla retorica nelle fotografie dalla geometria rigorosa di Luciana Galli. L’opera in mostra, “Spazio pubblico con monumento”, offre al pubblico un’inconsueta visione del lungomare con il busto di Araldo di Crollalanza inquadrato di spalle. La migrazione vegetale viene indagata, con un intreccio di piante spontanee raccolte ai margini stradali del Sud Italia, nella scultura di Francesco Paolo Gassi, che evoca rotte misteriose e attecchimenti in micro-habitat residuali, la resistenza delle specie vegetali e la loro capacità di insediarsi altrove.

Nato all’interno di una residenza d’artista in Maremma, il “Trittico della vendemmia” di Simona Anna Gentile,vinaccia e carboncino su cotone, elabora gli stimoli forniti dalla flora e dalla fauna del luogo e dagli odori e dai suoni della vendemmia, caricandosi di echi antichi. Parla di comunicazione il dipinto “Conversation” di Axel Gouala. L’artista francese operante a Roma immagina due imponenti orecchie collegate fra loro, ma senza una testa a cui attaccarsi. «Il vuoto in mezzo – spiega Gouala – è lo spazio dove si creano le idee». Il mondo delle illustrazioni di Mon Jelly ha caratteristiche grottesche, surreali, ironiche e iperboliche. Le due tele intitolate “Manicure” appartengono alla serie “Giochi di Mani” dedicata a una tribù che ha eradicato il maschio dalla sua struttura sociale, sostituendolo con creature animalesche dalla testa a forma di mano.

Ferencz Kilian porta avanti una ricerca pluriennale che si pone lo scopo di trovare e valorizzare tradizioni, sacralità e misticismo di un immaginario Sud Italia e per la mostra dipinge la tela “Canosa Kitsch”. Paolo Laudisa è nato a Bari proprio nel quartiere Madonnella, a pochi passi dalle strade che ospitano la mostra sui balconi. Le suggestioni e gli stimoli derivati da questa origine convergono nell’opera “Accumulazione”, che lui stesso definisce «un contenitore di momenti e pensieri». Le “Comete” di Biagio Lieti sono aquiloni che dialogano con il vento, costruiti riciclando una vecchia vela da kitesurf.

In un tempo di brutalità e crimini contro l’umanità, Ivana Pia Lorusso dipinge «il terzo occhio del privilegio bianco occidentale» come «insanguinato, macchiato del crimine dell’essere complici e inerti testimoni del genocidio in atto di un intero popolo». Di contro, nella festosa visione a monotipo dei suoi “Giochi di paese”, Giuseppe Losapiosospende in un vortice surreale case, forme e figure umane, sfidando la gravità. L’artista spiega che la sua «è un’esplorazione visiva della vita comunitaria in un’atmosfera onirica e sognante, che cattura la bellezza del quotidiano attraverso giochi di composizione». Rita Mandolini stampa su pvc uno dei suoi disegni realizzati con inchiostri e grafite su carta. «Come piccoli orpelli che animano le nostre teste – racconta l’artista romana – questi possibili oggetti si tramutano in porzioni di paesaggio, visioni floreali, piume, oscillando tra vanità ed evanescenza».

Pierpaolo Miccolis pratica da tempo con perizia lo stile pittorico monocromatico sumi tipico dell’Estremo Oriente, fatto di pennellate libere ed essenziali che si evolvono nella direzione di un linguaggio più astratto e modulare. Nell’opera “Camelie Memoria”, dichiara il pittore, «i fiori non sono solo elementi naturali, ma tracce sospese di un ricordo che affiora e svanisce». Con un collage di tessuti e materiali che collaborano fra loro, Antonio Milano cita e stravolge l’immagine del pannello centrale del Polittico della Misericordia di Piero della Francesca, ovvero la figura della Madonna con il suo accogliente manto a cupola. “Le mutande di Taranto” di Ezia Mitolo sono un’imbracatura di acciaio che riveste una scultura costituita da un tronco raccolto sul territorio tarantino. Avvinghiano il legno dalle fattezze umane, frenandone ogni movimento, come accade per la città di Taranto costretta e torturata dal complesso siderurgico dell’Ex Ilva, «che da sessant’anni – denuncia Mitolo – inquina il territorio seminando morte e violentando la natura».

La visione insolita ed esotica di un coccodrillo campeggia sulla grande carta disegnata e dipinta da Dario Molinaro, “Senza titolo”. «Sii coccodrillo per guadagnarti il tuo posto nel verde», dichiara sibillino l’artista. «Un’indagine visiva sulla percezione e sulla memoria»: è quella di Rosy Moretta che, con la sua pittura, giustappone la visione di «un paesaggio fittizio, esplosione di colori e pennellate vibranti, un luogo dove la realtà si scompone in frammenti luminosi» a quella che coglie «l’attimo presente, l’incompletezza che è parte della nostra esistenza», fatta di figure umane appena abbozzate, «come i ricordi che non hanno ancora trovato una forma definitiva nella nostra mente». Rimandano a un altrove immaginato anche le palme stilizzate dell’opera “Palms” di Mario Nardulli, mentre ‘Ndrame(Annarita Gaudiomonte) mette insieme in un’installazione sacchi di farina e carta assorbente intrisa di sangue mestruale, che è la materia prima con la quale solitamente opera. Di sangue e farina è fatto per lei un letto, sul quale campeggia la frase: «Bari sogna Gaza viva». Nel suo dipinto “Distrazione”, Cristiano Pallara raffigura un gruppo di giovani coreani impegnati in una serie di esercizi ginnici all’aria aperta, definendo «con una pittura aspra e rarefatta, una massa coreografica che si muove uniformata nei gesti, nei colori e nell’abbigliamento, disciplinata e conformista, perdendo un’identità all’interno della moltitudine».

Su un lenzuolo, Alessandro Passaro dipinge dei corpi, «a sottolineare – argomenta – l’intimità della casa che espongo fuori, sul balcone». Stefania Pellegrini realizza all’uncinetto un poncho con i colori della bandiera palestinese. «Una coperta hippie indossabile – la definisce l’artista – per un sandwich man o woman che trascina per strada il suo messaggio». Tra frange rosse come il sangue e una citazione da David Bowie, il messaggio è che il genocidio in corso non è uno spettacolo mediatico, ma un’emergenza da gridare. “Special kiss” di Patrizia Piarulli è un trittico di trapunte vintage dipinte con cipria e flatting sulle quali, spiega, «figure femminili si dispongono in pose genuflesse, come in un atto di devozione silenziosa. Le loro posture, ispirate con grazia alle posizioni del Kamasutra, evocano l’arte dell’offerta amorosa, ma lo fanno con una delicatezza tale da sfiorare la sacralità».

Fabrizio Riccardi dipinge una “Festa di compleanno”, che racconta come «una tavolata festosa e delirante, una foto scattata nel mentre tutti gli umori e le attenzioni si concentrano sul festeggiato, facendolo diventare protagonista sul palcoscenico dell’annuale teatrino familiare». È imponente l’installazione di Michela Rondinone, che attraversa lo spazio urbano catapultando l’osservatore “Sotto lo stesso cielo di Gaza”. Si muove in una dimensione politica e universale, precisa l’artista: che è quella di «ricordare che il cielo, pur identico per tutti, può essere vissuto in condizioni di profonda disparità». E, analogamente, “Verso gli orizzonti della libertà” si muove l’installazione pittorica di Giuseppe Rossetti, con due figure prese da vecchi cartoon impegnate a piantare, rispettivamente, bandierine di Israele e bandierine della Palestina.

Un sacco di juta – «materia della memoria», per l’artista – e una luminaria salentina sono gli elementi con cui opera Massimo Ruiu. Sovrapponendo due bandiere, nella sua opera luminosa “Davide è Golia”, perché «quando un popolo gioisce, un altro soffre». Sul registro della memoria e dell’evocazione di una cara figura familiare recentemente venuta a mancare si muove il dipinto floreale di Andrea Rupolo: offre un dono che non appassisce, «una dedica che chiunque può fare propria». Ester Santovito stampa ed espone un’illustrazione digitale, ponendo in sequenza – spiega – «quattro attimi sospesi, un movimento lieve che diventa racconto», per mettere in luce «la bellezza che si nasconde in ciò che non fa rumore».

È allo stesso tempo imponente e leggera la scultura aerea che visionariamente Elisabetta Sbiroli sospende al centro dell’incrocio. “Lucifero”, questo è il titolo, evoca una stella cadente dal volto umano che sta per toccare il suolo, con una lunga coda che si muove al vento. Permette all’artista di riflettere sul nostro presente, precisando che «siamo nel regno di Lucifero: ci crediamo ancora in volo, ma stiamo già cadendo, sempre più in fretta». Una crocefissione precaria collocata su uno stendino insieme ai panni stesi ad asciugare: è “Il Cristo degli stracci” di Danilo Sciorilli, che vuole sottolineare la perdita dei valori fondamentali del vivere civile: la compassione, l’altruismo, l’attenzione per l’altro. La figura del Cristo è, per Sciorilli, «metafora di un ideale nobile che la nostra società ha dimenticato, trascurato, lasciato a sgocciolare indifferente nel quotidiano, testimonianza di un’umanità che oggi rischia di appassire nell’indifferenza».

“Octopus”, il collage fotografico di Francesca Speranza, fa parte di una serie dedicata agli animali che, «restituiti in grandi dimensioni – secondo le parole dell’artista – si impongono all’uomo per sottolineare l’importanza che ogni essere vivente possiede all’interno del nostro ecosistema». Con “Acque – Arie”, Donato Trovato mette in mostra un campo di linee blu e celesti, simili a flutti e soffi. «Riguarda – racconta – il gesto più semplice, profondo e fondamentale delle forme di vita aerobiche, il respiro che ci alimenta e che contribuiamo ad alimentare disegnando in esso forme sempre nuove che si diffondono nel respiro del mondo. Un campo celeste che è dentro tutti e a cui tutti sono connessi». Una tela dipinta con i colori della Palestina è l’opera di Claudio Zorzi, che mette momentaneamente da parte le immagini abituali della sua pratica pittorica, incentrata sulla figura umana, con l’intento di «offrire un segno di vicinanza e solidarietà come persona e come artista verso il popolo palestinese. L’arte e la cultura generano dialogo, apertura, evoluzione, empatia. L’arte è sinonimo di umanità e civiltà e non ammette alcuna forma di violenza, brutalità e sopraffazione verso qualunque popolo, verso qualunque bandiera».

INFORMAZIONI TECNICHE:
TITOLO DELLA MOSTRA: “Il mattino ha Lory in bocca”
A CURA DI: Francesco Paolo Del Re
ARTISTI: Natascia Abbattista, Marco Affaitati, Pier Alfeo, Alice e Ahad, Mariantonietta Bagliato, Gianmaria Battafarano, Michele Bellini, Angelo Bellobono, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Valeria Carrieri, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Roberta Cotterli, Giorgio Cuscito, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Francesco Rocco Ferruccio, Raffaele Fiorella, Luciana Galli, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Axel Gouala, Mon Jelly, Dana Kamel, Ferencz Kilian, Silvana Kuhtz e Poesia in Azione, Paolo Laudisa, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Peppe Losapio, Francesco Malizia, Rita Mandolini, Rosaria Lucia Marrone, Iula A Marzulli, Barbara Mazzetta, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Molinaro, Rosy Moretta, Mario Nardulli, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Cristiano Pallara, Alessandro Passaro, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Nunzia Picciallo, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Massimo Ruiu, Andrea Rupolo, Ester Santovito, Loredana Savino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Francesca Speranza, Donato Trovato, Claudio Zorzi.
LUOGO: balconi e incrocio di via Dalmazia e via Spalato, Bari
QUANDO: dal 24 al 31 agosto 2025
VERNISSAGE: domenica 24 agosto 2025, ore 19
INFORMAZIONI: cell. 3381016153 – 3928918793

L'articolo “Il mattino ha Lory in bocca”, a cura di Francesco Paolo Del Re. Arte a Bari alla Madonella proviene da Paese Italia Press.

Autore
Paese Italia Press

Potrebbero anche piacerti