Il papà di ChatGpt detesta Musk. E ora sta prendendo di mira le sue aziende

  • Postato il 18 agosto 2025
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  • Di Forbes Italia
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Negli ultimi dodici mesi, la faida tra i pesi massimi della Silicon Valley Sam Altman ed Elon Musk è degenerata in attacchi personali, frecciatine sui social media e cause legali. Musk chiama il suo rivale ‘Scam Altman’ e ‘Sam il truffatore’. Altman ha dichiarato che Musk “non può essere una persona felice” e che “tutta la sua vita parte da una posizione di insicurezza”.

Proprio questa settimana, dopo che Musk ha annunciato di voler citare in giudizio Apple per aver presumibilmente favorito OpenAI sull’App Store a discapito della sua startup xAI, Altman ha accusato Musk di manipolare X per “avvantaggiare se stesso e le proprie aziende”. Musk ha risposto definendo Altman un bugiardo.

La faida tra Musk e Altman

I due uomini avevano co-fondato OpenAI come organizzazione no profit nel 2015, prima che Musk lasciasse il consiglio d’amministrazione tre anni più tardi dopo un tentativo fallito di prenderne il controllo. Dopo l’uscita di ChatGPT a fine 2022, Musk ha fondato xAI nel marzo 2023, promuovendola come alternativa “anti-woke”. L’anno scorso Musk ha citato in giudizio Altman per impedirgli di trasformare OpenAI in un’entità a scopo di lucro. Altman ha controquerelato, sostenendo che Musk abbia lavorato “senza sosta” per sabotare OpenAI.

Ma la rivalità tra OpenAI e xAI è ormai solo un fronte della guerra più ampia tra Altman e Musk. Altman, sia tramite OpenAI sia con il suo vasto portafoglio di investimenti, sta sviluppando prodotti e tecnologie che colpiscono diverse delle aziende di Musk.

Le nuove startup di Altman

Secondo il Financial Times, Altman sta sostenendo una nuova startup di interfacce cervello-computer chiamata Merge Labs, che andrà in concorrenza diretta con Neuralink, la società di Musk nello stesso settore. Altman è cofondatore della nuova impresa, che sta cercando di raccogliere capitali a una valutazione di 850 milioni di dollari. (Curiosamente, Altman è anche un piccolo investitore in Neuralink). Musk ha cofondato Neuralink nel 2016 (oggi valutata circa 9 miliardi di dollari) e ne è il maggiore azionista individuale.

Nel frattempo, Altman sta posizionando OpenAI per competere direttamente con X, la piattaforma social precedentemente nota come Twitter. Secondo The Verge, OpenAI sta lavorando alla costruzione di un ramo social che sarebbe un “social network simile a X”, come riportato in aprile. Questa mossa potrebbe rappresentare una minaccia significativa per X, che conta circa 600 milioni di utenti mensili (dati Statista). OpenAI afferma che ChatGPT è ancora più popolare, con 700 milioni di utenti settimanali.

La sfida a Tesla e SpaceX

E Altman punta anche a Tesla. Nel secondo trimestre 2025, le vendite di Tesla sono crollate del 13,5% rispetto all’anno precedente, spingendo Musk a puntare sui taxi a guida autonoma come possibile area di crescita futura. “La mia previsione è che entro la fine del prossimo anno avremo centinaia di migliaia, se non oltre un milione, di Tesla che faranno self-driving negli Stati Uniti”, ha detto Musk a maggio alla CNBC. Forse. Ma ci sono poche prove a sostegno, dato che nessun veicolo Tesla ha attualmente l’approvazione per la guida autonoma completa.

A giugno, OpenAI ha annunciato una partnership con Applied Intuition (valutata recentemente 15 miliardi di dollari) per “promuovere esperienze di nuova generazione, basate sull’IA, nei veicoli di tutto il mondo”. Altman ha poi esaltato i progressi di OpenAI nello sviluppo della guida autonoma, lanciando però anche una frecciata indiretta a Tesla. “Abbiamo una nuova tecnologia che potrebbe fare la guida autonoma per auto standard molto meglio di qualsiasi approccio attuale”, ha affermato nel podcast di suo fratello, Uncapped with Jack Altman.

Altman ha anche finanziato Longshot Space, che sogna di sfidare SpaceX con un gigantesco cannone in grado di sparare satelliti in orbita (sul serio). Ha inoltre investito in Glydways, un’altra startup di veicoli a guida autonoma che un giorno potrebbe competere con i robotaxi Tesla.

Né Musk né Altman hanno risposto alle richieste di commento di Forbes per questo articolo.

La nascita di OpenAI

Musk, 54 anni, e Altman, 40, non sono sempre stati ai ferri corti. I due si incontrarono per la prima volta nei primi anni 2010, quando Altman era presidente dell’incubatore Y Combinator e Musk stava sviluppando SpaceX e Tesla. Entrambi legati dalla preoccupazione per i rischi dell’intelligenza artificiale, cofondarono OpenAI nel 2015 come no profit con la missione di sviluppare l’IA in modo responsabile. Musk fu il maggiore sostenitore individuale, donando 44 milioni di dollari tra il 2016 e il 2017.

Musk lasciò il board di OpenAI nel 2018, dopo aver tentato senza successo di fondere l’organizzazione con Tesla. Eppure, i rapporti sembravano restare cordiali. Nel 2019, in un periodo difficile per Tesla, Altman attaccò chi “tifa contro” il produttore di auto elettriche, avvertendo che “scommettere contro Elon è storicamente un errore”. Quando OpenAI lanciò ChatGPT nel novembre 2022, Musk lodò il chatbot definendolo “spaventosamente buono” e criticò il New York Times per non avergli dato abbastanza spazio.

La fine di un rapporto

Il clima iniziò a guastarsi nel 2023, quando Musk gettò le basi di xAI. A febbraio pubblicò un meme in cui si sosteneva che ChatGPT avesse usurpato i media tradizionali come “capitano della propaganda”. Il mese seguente, Musk espresse preoccupazione perché Microsoft aveva “accesso esclusivo all’intero codice di OpenAI” come parte del suo investimento da 13 miliardi di dollari. Nonostante ciò, i due continuavano a mostrarsi pubblicamente amichevoli, scambiandosi battute e osservazioni filosofiche. “Viviamo nei tempi più interessanti”, scrisse Musk nell’ottobre 2023, rispondendo a una riflessione di Altman sull’essere vivi al giorno d’oggi.

Un mese dopo, Musk iniziò a deridere ChatGPT come “insopportabile” e a usare Grok (il chatbot di xAI) per generare prese in giro contro il rivale. “Il virus woke, fondamentalmente anti-umano, è stato profondamente instillato in ChatGPT!”, inveì Musk in un tweet. Dopo il breve colpo di mano che vide Altman temporaneamente estromesso da OpenAI, Musk avvertì che l’organizzazione aveva bisogno di “direttori che capiscano a fondo l’IA e che sappiano opporsi a Sam”, aggiungendo che “il destino della civiltà umana è in gioco”.

Le azioni legali tra i due

Il conflitto si intensificò all’inizio del 2024, quando Musk presentò un’offerta da 97,4 miliardi di dollari per acquisire le attività di OpenAI (anche se non erano in vendita), per poi citare in giudizio OpenAI, Altman e Greg Brockman in California, sostenendo che la trasformazione di OpenAI in una società for-profit violasse il contratto fondativo. Musk ritirò la causa prima che un giudice statale potesse pronunciarsi, ma ne intentò un’altra simile in un tribunale federale.

Nell’aprile di quest’anno, OpenAI ha controquerelato Musk, accusandolo di una “campagna di molestie durata anni” tramite tribunali e social media, e sostenendo che la sua offerta da 97,4 miliardi fosse una “finta offerta” per danneggiare OpenAI. Il giudice ha respinto alcune accuse di Musk, negato la sua richiesta di bloccare la ristrutturazione di OpenAI e autorizzato il procedimento della controquerela. Un processo con giuria è fissato per il prossimo anno.

Mentre l’astio tra i due uomini si approfondisce, molti nella Silicon Valley si godono lo spettacolo con i popcorn in mano. Vinod Khosla, il leggendario investitore miliardario che ha spesso avvertito sui pericoli dell’IA, ha dichiarato a Forbes via email che, in fin dei conti, la rivalità sarà positiva per l’intero ecosistema. “Più concorrenza è sempre un bene”, ha detto.

Buona fortuna a convincere Musk o Altman di questo.

L’articolo Il papà di ChatGpt detesta Musk. E ora sta prendendo di mira le sue aziende è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

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