Il “pollo fa bene alla salute” era un mito, ora uno studio italiano rivela i rischi reali: si parla di cancro

  • Postato il 27 luglio 2025
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Un recente studio italiano, ha messo in luce un importante legame tra il consumo elevato di carne di pollo e un aumento dei tumori.

Questa ricerca, che ha monitorato per ben 19 anni un campione di 4.869 adulti, ha evidenziato dati significativi che suggeriscono una rivalutazione delle raccomandazioni nutrizionali relative alle proteine animali, in particolare quelle di origine avicola.

Lo studio ha dimostrato che un consumo settimanale di 100-200 grammi di carne di pollo incrementa del 35% il rischio di mortalità per tumori gastrointestinali rispetto a chi ne consuma meno di 100 grammi. Se invece il consumo supera i 200 grammi settimanali, il rischio si raddoppia. Questi dati sorprendono perché, generalmente, la carne bianca viene considerata un’opzione più salutare rispetto alla carne rossa.

Questo risultato ha spinto il professor Gianluigi Giannelli, direttore scientifico del “De Bellis”, a sottolineare come «questi dati sembrerebbero sfatare il mito della carne di pollo come scelta salutistica rispetto alla carne rossa». Tuttavia, il dibattito non può essere ridotto a una semplice contrapposizione cromatica tra carni rosse e bianche.

Carne rossa e carne bianca: una differenza che va oltre il colore

Secondo le linee guida della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), il consumo consigliato di carne bianca è fino a 200 grammi alla settimana. Tuttavia, lo studio del “De Bellis” invita a una maggiore cautela, soprattutto considerando il tipo di allevamento e le caratteristiche qualitative della carne.

Dal punto di vista scientifico, la distinzione tra carne rossa e bianca non si basa esclusivamente sul colore: la carne rossa contiene una maggiore quantità di fibre muscolari rosse, ricche di mioglobina, una proteina che trasporta ossigeno e ferro, conferendo alla carne il caratteristico colore rosso o rosato. La carne bianca, invece, presenta un diverso profilo biologico e anatomico, ma anche questi parametri possono variare a seconda dell’età, del sesso e delle condizioni di allevamento dell’animale.

Il professor Giannelli ha inoltre evidenziato che un consumo settimanale di carne rossa superiore a 350 grammi aumenta il rischio di morte per tumori gastrointestinali del 23%, mentre entro tale soglia la carne rossa può essere considerata un alimento sano.

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda le modalità di allevamento del pollo in Italia. Il 98% dei polli allevati sono di razza Broiler,
Le criticità degli allevamenti intensivi di pollame in Italia(www.blitzquotidiano.it)

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda le modalità di allevamento del pollo in Italia. Il 98% dei polli allevati sono di razza Broiler, selezionati geneticamente per una crescita rapida — da 60 grammi a 3 kg in appena 7 settimane — con petti sovradimensionati, ossa fragili e difficoltà motorie. Queste condizioni, oltre a implicazioni etiche, possono influire sulla qualità della carne e sul suo profilo nutrizionale.

Nel marzo 2023, la senatrice del Movimento 5 Stelle Gisella Naturale ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere misure di tutela per i polli allevati intensivamente. La risposta da parte del sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, ha parlato di “miglioramento genetico” come strategia adottata.

Inoltre, l’Italia si posiziona tra i Paesi europei con i più alti livelli di utilizzo di antibiotici negli allevamenti, situazione che solleva preoccupazioni circa la salute pubblica e il benessere animale. Il report europeo ChickenTrack ha confermato una valutazione critica sull’avanzamento degli standard di benessere negli allevamenti avicoli italiani.

Ricerche scientifiche più ampie e il ruolo delle tecniche di cottura

Da un punto di vista epidemiologico, la letteratura internazionale offre risultati contrastanti sul legame tra consumo di carne bianca e rischio oncologico. Ad esempio, il World Cancer Research Fund (WCRF) classifica come carni rosse oltre al manzo e all’agnello anche il maiale, non distinguendo tra carne da allevamento o selvatica, mentre il pollame è escluso da tale categoria.

Alcuni studi suggeriscono che il consumo di carne bianca in sostituzione della carne rossa può ridurre il rischio di tumori al colon-retto, polmone, fegato ed esofago. Altri invece indicano che l’effetto protettivo potrebbe derivare più dalla riduzione della carne rossa che dall’aumento del pollame.

Inoltre, il metodo e il grado di cottura della carne possono influenzare il rischio oncologico: carni ben cotte o bruciacchiate sono associate a un maggior rischio di tumore gastrico rispetto a quelle consumate al sangue o a media cottura.

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Blitz

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