Il pranzo Allegri-Agnelli scatena i tifosi di Milan e Juventus, è bufera

  • Postato il 29 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Un passato da vincenti in bianconero ed un’amicizia mai tramontata. Una partita osservata dalla tribuna e poi un pranzo in compagnia di un vecchio amico: Max Allegri, oggi tecnico dei rossoneri. Così si è sviluppata la giornata “calcistica” di Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, avvistato a San Siro per il lunch match tra Milan e Verona. Una presenza che non è passata inosservata, soprattutto agli occhi dei tifosi bianconeri che hanno scatenato una bufera social.

Allegri avvisa Rabiot, “C’è il presidente”

Tutti sapevano della presenza di Agnelli a San Siro durante Milan-Verona. E’ emerso anche in un video, spuntato sui social, in cui si vede Allegri nel tunnel del Meazza che ferma Rabiot (ex Juventus) avvisandolo: “C’è il presidente oggi”. Come se fossero ancora legati alla Juventus e a quel “presidente” che ancora oggi riconoscono come tale. Rabiot resta perplesso, sembra sorpreso e guarda Allegri limitandosi a rispondere solo con una mezza domanda: “Ma è qui?”. Allegri risponde positivamente.

Agnelli a San Siro: sorpresa tra i tifosi juventini

La curiosità è nata nel momento in cui le telecamere hanno inquadrato Agnelli sugli spalti dello stadio milanese. Negli ultimi anni non si era mai visto all’Allianz Stadium, nonostante il suo legame con la Juventus resti forte. Vederlo assistere a una gara del Milan ha quindi acceso interrogativi e commenti, alimentati dal contesto e dalle persone coinvolte.

L’amicizia con Allegri oltre il campo

Il motivo della trasferta milanese, però, va ricercato lontano da qualsiasi retroscena calcistico. Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri condividono da tempo un rapporto di amicizia autentico, consolidato durante gli anni trascorsi insieme alla Juventus. Incontri informali tra i due non sono affatto rari, lontani dalle dinamiche professionali che li hanno uniti in passato.

La festività natalizia ha riportato Agnelli in Italia, nonostante oggi viva in Olanda dopo l’uscita dalla Juventus. Allegri, che ha scelto Torino come città in cui vivere stabilmente, ha colto l’occasione per rivedere l’ex presidente. Dopo Milan-Verona, l’allenatore ha confermato che i due avrebbero pranzato insieme, sottolineando la natura puramente conviviale dell’appuntamento.

Le parole di Allegri e il clima disteso

A chiarire definitivamente il senso dell’incontro ci ha pensato lo stesso Allegri, con il suo consueto tono ironico, nel post partita: “Mi ha fatto molto piacere che il presidente sia venuto a vedere la partita”.

Ha aggiunto Allegri: “Oltre all’aspetto professionale abbiamo un rapporto che va al di là a livello umano, ora mi aspetta per andare a pranzo. Di cosa parleremo? Cazzeggeremo com’è giusto che sia. Soprattutto sono felice perché se avessi preso gol mi avrebbe rotto le scatole, lui è uno di quelli a cui non piace prendere gol”.

Tifosi perplessi per il pranzo Allegri-Agnelli

Non l’hanno presa benissimo, invece, i tifosi che al termine di Milan-Verona hanno scatenato una bufera sul web: “Se Allegri ed Agnelli , i due mali della Juventus secondo studi altissimi e scientifici dicono, ma sarà meglio che si trovino lontano da Torino ?”. E ancora: “C’è una parte di tifoseria juventina che ormai difende Allegri e Agnelli con lo stesso fervore mistico con cui i Templari proteggevano il Sacro Graal. Non puoi fare una domanda, non puoi esprimere un dubbio, non puoi nemmeno ragionare ad alta voce: vieni subito trattato come un eretico”-

C’è poi chi scrive: “Chi discute e fa ironia spicciola su Agnelli NON sa NULLA della sua juventinità viscerale e la sua enorme capacità visionaria del mondo del calcio. Vi meritate gente come Cobolli, Secco, Blanc, Giuntoli ed Elkann!”. Non si placano gli animi sul web: “Criticare? Mai. Riflettere? Peggio. Chiedere “perché”? Un sacrilegio. E il paradosso è che non sto nemmeno criticando: sto solo osservando. Eppure basta porsi due domande (due, non venti) per sentirsi dire di “farsi gli affari propri”, con quella stessa mentalità da clan che usano i mafiosi quando qualcuno osa chiedere troppo. Io non appartengo a nessuna setta.”

E ancora: “Non sono un crociato del tifo, non difendo nessuno “per fede”, né attacco per sport. Mi faccio domande, punto. E continuerò a farmele, anche se per qualcuno è come nominare il nome di Dio invano. Se per certi tifosi la Juventus è diventata una religione con i suoi santi intoccabili, non è un mio problema. Io resto juventino, non templare.”

E infine non mancano i dubbi: “Perché vai a trovare un amico a San Siro, proprio lì, proprio oggi. È un luogo pubblico, non certo il posto più discreto per un saluto. Vuoi lasciare un messaggio? O forse non c’è nessun messaggio, e siamo noi a cercarlo. E allora perché non venire allo Juventus Stadium? Per rispetto dei ruoli? Per evitare interpretazioni? O perché certe presenze, in certi momenti, pesano più delle assenze. Non ho risposte. Solo domande che restano sospese, come tutto ciò che riguarda chi ha segnato un’epoca.”

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