Il procuratore Curcio: «A breve sentiremo Occhiuto»
- Postato il 19 giugno 2025
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Il procuratore Curcio: «A breve sentiremo Occhiuto»
Il procuratore di Catanzaro Curcio risponde alle reiterate richieste del presidente della Regione Roberto Occhiuto di essere interrogato sulla vicenda della corruzione. Il governatore: «Non mi farò uccidere politicamente».
LAMEZIA TERME – «Non siamo i carnefici di nessuno. Il presidente Roberto Occhiuto verrà sentito nei prossimi giorni». Salvatore Curcio, da pochi mesi procuratore della Repubblica di Catanzaro, risponde indirettamente alla accorata richiesta del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto di essere interrogato in merito alle vicende che gli hanno procurato un avviso di garanzia per corruzione. Curcio ha parlato ieri a “Trame”, il Festival in corso a Lamezia. Sul palco di Piazzetta San Domenico ha risposto alle domande del giornalista Pietro Comito sul tema “Il senso della giustizia”. Ovviamente, Comito, ha introdotto il tema dell’inchiesta da una settimana al centro dell’attenzione mediatica calabrese e nazionale. Curcio ha detto di non potere e non volere entrare nel merito delle questioni oggetto delle indagini, ma, poi, alcune cose le ha dette. Cose di notevole importanza.
IL PROCURATORE CURCIO E LE PRECISAZIONI SULL’AVVISO DI GARANZIA AD OCCHIUTO
«Non rispondo nel merito – ha spiegato il procuratore – Ma è necessario fare delle precisazioni per amore di verità e per la toga che porto. Senza polemica di sorta. Limitandomi ai fatti». Curcio ha così spiegato che il suo ufficio non ha notificato alcun avviso di garanzia al presidente Occhiuto. «L’avviso – ha detto – glielo ha fatto recapitare il giudice per le indagini preliminari». Si è trattato, insomma, di una proroga delle indagini di un procedimento iscritto nel maggio del 2024 (quando Curcio era procuratore a Lamezia) che andavano a scadenza nel maggio 2025. «Per chiarirci – ha detto il procuratore – nessuna indagine a orologeria. Le carte non sono arrivate ai giornali dalla procura di Catanzaro». E qui, il procuratore ha indirettamente confermato che altri sono stati i percorsi degli atti che sono arrivati ai giornali (compreso il nostro). Ci sono state delle perquisizioni ad altre persone e, per legge, nel “decreto di perquisizione e sequestro” vanno indicati molti più elementi rispetto a quello che si scriva in un avviso di garanzia.
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GLI ATTI PROCESSUALI E LA TRASPARENZA
«Nell’atto di perquisizione – ha detto il magistrato – dobbiamo scrivere tutto. Compresi i nomi delle altre persone indagate». E la legge non prevede invece accesso agli atti quando si tratta di proroga delle indagini del gip come nel caso del presidente Occhiuto. Poi, il colpo di scena abbastanza inaspettato: «Questa mattina, su mia richiesta, il mio ufficio ha contattato il difensore del presidente Occhiuto per concordare di sentirlo in Procura». La Procura, ha fatto notare Curcio «ha i suoi tempi. Ma nei prossimi giorni si procederà tranquillamente a sentire Occhiuto. Noi non siamo i carnefici di nessuno».
NESSUNA FUORIUSCITA DI NOTIZIE DALLA PROCURA
Poi, il procuratore ha indirettamente risposto alle accuse di “cospirazione” emerse l’altra sera durante la puntata di “Quarta Repubblica”, il programma condotto da Nicola Porro al quale ha partecipato Roberto Occhiuto: «La Procura non ha dato notizie a nessuno, venerdì ho ricevuto 500 telefonate, ma non ho risposto a nessuno, il mio telefono era rovente». Insomma, nessuna carta è uscita dagli uffici dei magistrati di Catanzaro. «Avrei potuto fare una conferenza o un comunicato – ha aggiunto Curcio -, ma la Procura informa solo per specifiche esigenze investigative o se c’è necessità di informare l’opinione pubblica. Abbiamo sempre agito con garbo istituzionale».
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Il procuratore Curcio: «A breve sentiremo Occhiuto»