Il Tirreno in sciopero: “Ritorsioni antisindacali contro un collega”. Fnsi: “Gravissimo”. Giornalisti in presidio davanti alla regione Toscana

  • Postato il 13 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Un provvedimento gravissimo e del tutto ingiustificato”. Il quotidiano toscano Il Tirreno, dopo aver scioperato sabato 11 ottobre, ha indetto una seconda giornata di sciopero per oggi lunedì 13 ottobre. La decisione, votata dall’assemblea dei redattori all’unanimità (con 46 voti su 46), arriva dopo l’avvio da parte dell’azienda di un procedimento disciplinare nei confronti di un componente del Comitato di redazione. Il rappresentante sindacale è accusato di aver diffuso i messaggi fra il Direttore generale della proprietà Sae (Sapere Aude Editori) e il capo del personale, durante una riunione di luglio 2025. Ma secondo sindacati e giornalisti, la misura è una ritorsione antisindacale. Per questo, alla chiusura delle urne per le elezioni regionali in Toscana, i giornalisti saranno in presidio davanti alla Regione.

La Federazione Nazionale della Stampa, sindacato unitario dei giornalisti italiani, e l’Associazione Stampa Toscana giudicano l’iniziativa dell’editore pretestuosa: una “vera gravissima manifestazione di una condotta aziendale volta a colpire la libertà sindacale e i suoi rappresentanti, offendendoli e dileggiandoli, al solo fine di delegittimarne l’azione”. Durante la riunione di luglio, ricordano, “il Direttore generale ha messo in video lo stralcio di una chat” avvenuta “con il Capo del personale, nella quale lo stesso presidente Ast, il collega del Cdr e il legale di Asl erano così descritti: ‘Di quattro non se ne fa uno buono’”. La chat, visibile a tutti, è stata successivamente inserita nel fascicolo del procedimento per il Tribunale di Livorno, ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori sulla Repressione della condotta antisindacale, “a conferma della considerazione che l’Azienda ha nei confronti della rappresentanza sindacale”. Procedimento in cui il giornalista sanzionato era testimone.

Obiettivo della riunione da remoto era la conciliazione su un caso di prepensionamento. Ora la proprietà accusa il giornalista del Cdr di aver commesso una “macroscopica violazione dei doveri di diligenza, correttezza e lealtà”. Eppure, secondo il sindacato dei giornalisti, si tratta di una ritorsione per “la causa intentata dall’Ast e dal Cdr all’azienda per comportamento antisindacale, a causa della chiusura della redazione di Viareggio senza informazione preventiva, per i carichi di lavoro eccessivi, per il mancato rispetto degli accordi sui prepensionamenti“. “Colpire un sindacalista nell’esercizio delle sue funzioni – il collega infatti assisteva un altro collega in una conciliazione sindacale – è un atto gravissimo”, sottolinea il comunicato dei giornalisti.

Così l’assemblea, oltre alle giornate di sciopero, ha dichiarato lo stato di agitazione, indetto il blocco degli straordinari e votato, sempre all’unanimità, per lo stop alla produzione degli inserti. “Le giornaliste e i giornalisti del Tirreno – si legge nel documento dei lavoratori – sono fortemente preoccupate e preoccupati non solo per il provvedimento disciplinare minacciato, ma anche per le prospettive di nuovi e pesanti tagli e per una possibile riorganizzazione che potrebbe avere gravi conseguenze per la tenuta del giornale a fronte di mancati investimenti e di un piano di rilancio. Tutto questo in un quadro di delegittimazione della rappresentanza sindacale”. “L’azione sindacale continuerà fino a quando il provvedimento sarà ritirato”, spiegano Fnsi, Ast e Cdr.

La Sae Toscana, in una nota, si è detta stupita dal comunicato del 12 ottobre: “Sorprende il contenuto dell’odierno comunicato della assemblea di redazione, del CdR de Il Tirreno, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dall’Associazione Stampa Toscana che non soltanto stravolge il fatto storico posto a base della contestazione disciplinare avviata nei confronti del giornalista ma connota strumentalmente la vicenda di profili attinenti l’esercizio di attività sindacale da parte del collega incolpato, in realtà del tutto insussistenti”. Intanto i comitati di redazione di numerosi giornali, le associazioni dei giornalisti e i sindacati hanno espresso sostegno e solidarietà ai giornalisti del quotidiano.

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Il Fatto Quotidiano

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