Il vino puro della saggezza
- Postato il 27 agosto 2025
- Di Il Foglio
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Il vino puro della saggezza
Per chi si vuole bene e desidera farsi un regalo (non troppo) estivo, l’editore Nino Aragno ha il suggerimento giusto. Si tratta di dieci saggi del moralista inglese Samuel Johnson (1709-1784) tratti da Il viandante (The Rambler) e intitolati – felicemente – Il vino puro della saggezza. Come ha ricordato lo storico Francesco Perfetti, per Johnson i propri contributi scritti per il bisettimanale pubblicato tra il 1750 e il 1752 erano “vino puro”, mentre gli altri scritti solo “vino annacquato”. E si capisce fin dalle prime pagine perché questi saggi vengano definiti dal curatore della raccolta, Daniele Savino, “autentici scrigni di saggezza morale”. Essi forniscono al lettore una guida adulta nell’“oceano della vita”, espressione ripresa da Alexander Pope.
Se ad alcuni potrebbe dare l’impressione del fastidioso dispensatore moralisteggiante, Johnson costituisce invece l’archetipo dell’erudito senza tempo che vuole risvegliare il senso morale nella coscienza e nell’azione di ciascuno. Johnson, in sostanza, invita l’uomo a fare i conti con se stesso, senza infingimenti né velleità. Adottando una postura conservatrice e scettica, egli invita per esempio a non avere la presunzione di poter prevedere il futuro né, tantomeno, a rimanere schiacciato dall’ansia della sua incertezza. Gli individui saggi vivono al meglio delle loro possibilità il presente, senza “essere mai troppo sicuri di sé” così come evitando “di soccombere alle proprie paure”. Se il futuro è aperto, tanto vale vivere bene il presente, dal momento che agisce “contro il proprio interesse colui che, pensando di scampare a una chimerica minaccia, non fa altro che indebolire la propria virtù”. Virtù che significa anzitutto vivere secondo ragione, buon senso e consapevolezza del limite umano. Ecco dunque, osserva Johnson, che più si assecondano passioni volubili e desideri momentanei e maggiormente i propri appetiti “diventano voraci”, creando le condizioni per un’esistenza infelice.
La virtù, va ricordato, viene esercitata non in un vuoto morale, bensì attraverso quel “grande magazzino della ragione” che è la memoria: “La facoltà che sottopone le più svariate immagini al giudizio del nostro intelletto e che fa tesoro delle conclusioni cui si è pervenuti in passato”. Ed è sempre mediante la memoria attivamente praticata che si allenano la coscienza e il senso di giustizia. Tutto ciò concorre a forgiare una persona resistente alle passioni, cioè in grado di guardare in faccia le asperità della vita.
Samuel Johnson
Il vino puro della saggezza
Nino Aragno, 107 pp., 15 euro