Immobile in comodato d’uso gratuito: fa reddito? E chi deve dichiararlo?
- Postato il 5 giugno 2025
- Economia
- Di Blitz
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Il comodato d’uso gratuito, pur essendo un accordo comune tra familiari, non esonera il proprietario da alcuni obblighi
Il comodato d’uso gratuito è una formula giuridica molto diffusa in Italia, specialmente nelle dinamiche familiari. Spesso, genitori, fratelli e nonni scelgono di concedere gratuitamente un immobile ai propri familiari. Tuttavia, è fondamentale comprendere come funziona questo strumento dal punto di vista fiscale e se comporta obblighi di dichiarazione del reddito per il proprietario dell’immobile.
È necessario un contratto scritto e registrato per accedere a potenziali vantaggi fiscali, specificamente tra genitori e figli.
La normativa fiscale sul comodato d’uso gratuito
Secondo il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), i redditi fondiari devono essere dichiarati dai proprietari, indipendentemente dal fatto che ricevano o meno un canone di locazione. Questo principio è sancito dall’articolo 26, comma 1, del TUIR, il quale specifica che “i redditi fondiari concorrono, indipendentemente dalla percezione, a formare il reddito complessivo dei soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà, enfiteusi, usufrutto o altro diritto reale”. Pertanto, anche se un immobile viene ceduto in comodato d’uso gratuito, il proprietario deve continuare a dichiarare il reddito fondiario relativo a quell’immobile.

Ad esempio, se un genitore concede in comodato d’uso gratuito un appartamento al figlio, il genitore rimane responsabile della dichiarazione del reddito fondiario, anche se non riceve alcun affitto. Questa situazione si applica anche nel caso in cui un fratello conceda un immobile al proprio congiunto.
Nel contratto di comodato d’uso gratuito, il comodante è colui che concede l’immobile, mentre il comodatario è colui che riceve l’immobile in uso. È importante notare che il comodatario non ottiene alcun diritto reale sull’immobile; egli ha solo un diritto personale di godimento. Questo significa che, ai fini fiscali, l’immobile rimane sempre di proprietà del comodante, il quale è obbligato a dichiarare il reddito fondiario.
Ciò è particolarmente significativo in contesti familiari, dove la gestione degli immobili può sembrare informale e priva di obblighi fiscali. È fondamentale che il comodante sia consapevole delle sue responsabilità fiscali, anche quando l’immobile è utilizzato da familiari.
Sebbene il comodato d’uso gratuito comporti l’obbligo per il proprietario di dichiarare il reddito fondiario, esso può anche offrire alcuni vantaggi fiscali. In particolare, la legge prevede agevolazioni per i contratti di comodato stipulati tra genitori e figli. Se il contratto rispetta determinati requisiti, il proprietario può beneficiare di una riduzione del 50% della base imponibile IMU sull’immobile concesso in comodato.
Tuttavia, è importante specificare che questa agevolazione non si applica ai rapporti tra fratelli o altri familiari non in linea retta. Pertanto, nel caso in cui un immobile venga concesso in comodato a un fratello, non si potrà usufruire di tali vantaggi fiscali.
Per garantire la validità del contratto di comodato d’uso gratuito e poter eventualmente accedere a benefici fiscali, è essenziale che il contratto venga formalizzato per iscritto e registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Anche se il comodato è gratuito e non comporta il pagamento di un canone, la registrazione conferisce al contratto effetti giuridici significativi.
La registrazione del contratto protegge entrambe le parti in caso di controversie e fornisce una chiara prova dell’accordo stipulato. Inoltre, consente al comodante di dimostrare la propria posizione in caso di controlli fiscali. La registrazione è un passaggio cruciale non solo per la sicurezza legale, ma anche per garantire la piena regolarità fiscale.
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