“In Italia si tiene molto più al calcio che ad altre cose. Bisognerebbe pensare ai figli e ad altri problemi sociali importanti”: così Giacomo Ferrara

  • Postato il 26 agosto 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il calcio, croce e delizia di milioni di italiani. E sono anche in migliaia a partecipare al Fantacalcio, per i pochi che non lo sapessero ancora un gioco di ruolo online, dove i partecipanti creano e gestiscono squadre virtuali composte da giocatori reali del campionato di Serie A. Proprio sul Fantalcalcio e soprattutto sull’amore e sull’amicizia si basa “Ogni Maledetto Fantacalcio”, il film diretto da Alessio Maria Federici e prodotto da QMI, disponibile su Netflix dal 27 agosto.

Tutto parte da un giudice ironico e sarcastico interpretato da una irresistibile Caterina Guzzanti che si ritrova ad interrogare Simone (Giacomo Ferrara), “trentenne, sceneggiatore più libero che professionista”, nonché sospettato per la misteriosa scomparsa di Gianni (Enrico Borello), uno dei suoi amici più importanti. Nel cast anche Silvia D’Amico, Francesco Russo, Antonio Bannò con la partecipazione di Diletta Leotta, Pierluigi Pardo, Giuseppe Pastore, Daniele Orsato, Riccardo Gentile, Valeria Angione e Leonardo Pavoletti.

A FqMagazine Giacomo Ferrara, Francesco Russo e il regista Alessio Maria Federici che spiegano perché in Italia tutto ciò che ruota attorno il calcio è sacro.

“Il calcio è una sport che comunque sia crea aggregazione, – ha spiegato Ferrara – tutti vogliamo andare a vedere le partite insieme, vogliamo stare insieme per seguire la nostra squadra del cuore. La cosa è che molto spesso si tiene molto più al calcio che altre cose, quello sì, magari bisognerebbe pensare anche ai figli e ad altri problemi sociali”.

Francesco Russo ha aggiunto: “Questo ovviamente, secondo me. è un luogo comune il fatto che uno tenga più al calcio che alla propria vita. C’è gente che si fa il culo tutta la settimana e poi decide di prendersi quel suo momento per stare allo stadio e insomma è anche un modo di evadere dalle nostre vite. L’evasione secondo me è una cosa giusta e sana”.

“Ma io penso che non solo in Italia sia amato molto questo sport- ha concluso Alessio Maria Federici -, ma anche in tutto il mondo. Credo sia la sua forza quella di riuscire a tenere tutti insieme uniti verso un unico gruppo”.

Da piccolo ricorco che giocavo alla ‘tedesca’ sotto casa in cortile – ha rivelato Ferrara -. Questi sono i ricordi miei con gli amici a calcio… Poi arrivava sempre il momento in cui mia madre dal balcone urlava e diceva ‘Giacomo, sali su che devi studiare’!”.

E infine:”Ho sofferto più per amicizia che per amore? Io direi più per amicizia perché soprattutto tra noi uomini c’è un rapporto di fiducia totale dove sai che ti puoi fidare al 100% o al 100%. Soprattutto se c’è un dramma d’amore, per primo chiamiamo un amico”.

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Il Fatto Quotidiano

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