In Ricordo di Luigi Giusso del Galdo: Rigore, Visione e Impegno per l’Etna
- Postato il 29 aprile 2025
- Ambiente
- Di Paese Italia Press
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Desidero rendere testimonianza della figura del Professor Luigi Giusso del Galdo, un collega dell’Ateneo catanese che ho avuto il privilegio di conoscere e stimare profondamente.
Nato il 23 ottobre 1932 e venuto a mancare il 12 maggio 2000, il Professor Giusso è stato un uomo di eccezionale spessore intellettuale e morale, un vero e proprio punto di riferimento per chi, come me, ha condiviso con lui l’impegno civile e accademico.
Luigi Giusso del Galdo si distingueva per il suo profilo di liberale e federalista, caratteristiche che si traducevano in un rigore intellettuale intransigente e in un impegno civile sincero e costante. Non era un accademico chiuso nella sua torre d’avorio; al contrario, la sua speculazione teorica era sempre ancorata alla realtà e volta a fornire strumenti di comprensione e miglioramento per la società e il territorio.
Ricordo in particolare la sua visione innovativa sul rapporto tra economia e ambiente. Egli fu un precursore nel concepire il “capitale naturale” non come un’entità separata, ma come un concetto che discende e si intreccia con il capitale economico. Questa prospettiva, oggi più diffusa, dimostrava già allora la sua capacità di guardare oltre, di anticipare temi cruciali per il futuro del pianeta e della nostra convivenza con esso.
Una sensibilità particolare quella per l’ambiente, che egli ha saputo coltivare e manifestare concretamente anche nel suo ruolo di componente del comitato scientifico del Parco dell’Etna.
È in questo contesto che i nostri percorsi professionali si sono incrociati in modo significativo. Ero un giovane componente del comitato, impegnato a portare un approccio più pragmatico e qualitativo nella gestione del Parco, e trovai in lui e nel Presidente, Professor Luigi Arcidiacono – un altro luminare dell’Ateneo catanese – due sostenitori infaticabili e preziosi.
Ricordo nitidamente le battaglie che affrontammo insieme. Da docente che in quegli anni insegnava Valutazioni Ambientali, ero particolarmente sensibile alla qualità degli studi di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che giungevano all’attenzione del comitato e che, troppo spesso, lasciavano a desiderare in termini di rigore e completezza.
In questo, il Professor Giusso mi supportò sempre, comprendendo l’importanza di elevare lo standard di queste analisi per garantire una tutela reale ed efficace del fragile ecosistema etneo. La sua autorevolezza e la sua chiara visione scientifica furono determinanti per dare peso alle mie argomentazioni.
Insieme al supporto sulla qualità delle VIA, trovai in Giusso e Arcidiacono un pronto sostegno per un’altra iniziativa che ritenevo – e ritengo tuttora – fondamentale: la necessità impellente di dotare il Parco di un Sistema Informativo Territoriale (SIT). Sapevo bene, e lo evidenziavo con forza, quanto fosse improcrastinabile disporre di una solida banca dati del territorio per poter prendere decisioni delicate e complesse con il necessario supporto scientifico e conoscitivo del dato georiferito. Anche in questo caso, la visione lungimirante del Professor Giusso e la sua comprensione dell’importanza degli strumenti moderni per la gestione ambientale furono cruciali per avallare e promuovere questa esigenza. La loro sponda fu per me una garanzia di rispetto e considerazione per le idee che portavo avanti.
Se il Professor Giusso non fosse venuto a mancare prematuramente, sono certo che avrebbe assistito con grande soddisfazione a tre fatti importanti che rappresentano, in modi diversi, la conferma della validità delle sue idee e la prosecuzione della sua eredità intellettuale e morale.

Primo, i suoi studi, spesso anticipatori e ricchi di richiami a quella che oggi chiamiamo “capitale naturale”, avrebbero trovato una splendida conferma nella pubblicazione, avvenuta nel 2017, del primo rapporto sul capitale naturale in Italia a cura del comitato nazionale. Sarebbe stata per lui la dimostrazione tangibile che le sue intuizioni precorrevano i tempi.
Secondo, quella profonda sensibilità per i temi ambientali e quella passione per la conoscenza, che ha saputo trasmetterli a suo figlio Giampietro. Quest’ultimo ha saputo onorare in modo mirabile la memoria del padre con una carriera accademica brillantissima, ricoprendo ruoli prestigiosi all’interno dell’Ateneo catanese, come già Direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e Curatore dell’Orto Botanico. Un percorso che testimonia la continuità di un impegno e di un’eccellenza al servizio della scienza e dell’ambiente.
Infine, il Professor Giusso avrebbe potuto assistere al meritato riconoscimento UNESCO del Parco dell’Etna. Un traguardo storico per il quale anche suo figlio Giampietro, nella sua qualità di geobotanico ha dato un contributo significativo alla candidatura. Sarebbe stato un momento di immensa gioia veder riconosciuto a livello mondiale il valore della “sua” Etna, anche grazie al lavoro svolto da suo figlio, che prosegue idealmente il cammino tracciato.
Ricorderò Luigi Giusso del Galdo con grande stima e affetto. Un uomo colto, rigoroso, impegnato, la cui presenza nel comitato scientifico del Parco dell’Etna ha rappresentato un valore aggiunto inestimabile. Le sue idee, il suo supporto e il suo esempio continuano a vivere nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e, ne sono certo, nell’operato di suo figlio, che porta avanti con orgoglio e competenza l’eredità di un grande studioso e di un cittadino esemplare.
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