In Val di Non un antichissimo castello medievale si trasforma in centro d’arte ecologica

Castel Belasi – antichissima fortificazione medievale dominante tra i meleti della Val di Non, in Trentino – sono installate tre nuove mostre. Ad accomunarle è il tema di sensibilizzazione del pubblico nei confronti dell’ecologia. Si inizia al piano superiore con Come ghiacciola terza della trilogia curata da Stefano Cagol. Poi si prosegue con i 73 acquerelli di Raccolti e Racconti, mostra promossa dal MUSE di Trento in occasione del Botanical Art Worldwide 2025, che celebra il mondo vegetale come risorsa chiave. Infine, nella Sala delle Decime sono esposte le opere di giovani artisti coordinati dalla storica dell’arte e curatrice spagnola Blanca de la Torre.

La mostra di Stefano Cagol a Castel Belasi in Trentino

Stefano Cagol è attivo da anni sul fronte del cambiamento climatico, in particolare con fotografia, performance e videoarte. Affronta questo tema sociale spesso nel corso dei suoi viaggi, ed ha scelto, con la partnership di MUSE e Comune di Campodenno, di trasformare Castel Belasi in Centro d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico. La sua nuova mostra presenta –  in una location poco distante dalle Dolomiti di Brenta e nell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai – le riflessioni di 14 artisti internazionali giovanissimi. Da citare: Last Riot, video in 4k del collettivo AES+F che sulle note di Wagner inscena l’ultima lotta dei giovani in un clima distopico, A futura memoria di Laura Pugno, calchi di gesso della neve in scioglimento, e Apa (madre) di Almagul Menlibayeva, importante artista kazaka, che filma le sciamane mentre invocano “la grande madre” immerse nella neve dello Tien Shan, riferimento al rito dei “Sette Antenati”. Altri artisti inquietano, attraverso l’acqua che gocciola rossa (Yitian Yan), il sale e l’acqua (Pietro Capogrosso e Eleonora Roaro), il confronto della presenza umana con il carotaggio della neve (Gregor Hildebrandt), o la rappresentazione irreale degli Inuit nell’ambito del riscaldamento globale (Ivínguak’ Stork Hoegh).

La mostra “Raccolti e Racconti” a Castel Belasi in Trentino

Raccolti e Racconti presenta la visione di varietà vegetali locali e antiche, talvolta a rischio di scomparsa, con acquerelli di artisti italiani dalla grande accuratezza scientifica. Il percorso è articolato in cinque sezioni che evidenziano la biodiversità e la selezione di piante per alimentazione, cura o ritualità. Interessante il focus: la lotta alla “plant blinderness”, quel disinteresse tutto contemporaneo nei confronti del mondo vegetale.

Il Biocene a Castel Belasi in Trentino

La Project Room Dall’antropocene al Biocene presenta nove artisti e artiste under 35 che hanno partecipato alla masterclass del MUSE con Blanca de la Torre, direttrice dell’IVAM-Istituto Valenziano d’Arte Moderna e co-curatrice della Biennale di Helsinki 2025. Emergono qui le riflessioni sul rapporto distaccato con la natura, come nelle foto di Elisa Cappellari (Brasile-Bolzano, 1993), nel video di Florinda Ciuccio (Anversa-Parigi, 1993), oppure il riferimento alla vita ancestrale, nell’opera fotografica di Roxane Erika Roerhing (Bolzano-Venezia, 2002) con un uomo alle prese con una moderna caverna.
Dell’affascinante Castello si possono anche vedere il granaio e la chiesetta privata, con campana e affresco della Crocifissione sopra un altare, sormontato da finestre. Una visita che vale la pena, per molti motivi, inclusa la bellezza senza tempo di un luogo storico, risemantizzato alla luce delle necessarie, improcrastinabili, emergenze ambientali.  

Sara Bonfili 

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Autore
Artribune

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