Inchiesta sulla Regione, nelle carte spuntano gli “amici di Crotone”

  • Postato il 5 agosto 2025
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Inchiesta sulla Regione, nelle carte spuntano gli “amici di Crotone”

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Le intercettazioni che inguaiano la clinica di Rocca di Neto Romolo Hospital, nelle carte dell’inchiesta sulla Regione gli “amici di Crotone”

CROTONE – C’è anche un capitolo che riguarda la Romolo Hospital srl nell’inchiesta che ha travolto la Regione Calabria. Tra i 15 indagati destinatari del decreto di perquisizione eseguito dalla Guardia di finanza di Catanzaro, che un mese fa passò al setaccio diversi uffici della Cittadella regionale, c’è anche l’imprenditrice crotonese Carmela Sanguedolce, che con la sua Sanguedolce Holding srl controlla la nota clinica urologica di Rocca di Neto. Sotto la lente del procuratore aggiunto di Catanzaro Giancarlo Novelli e del sostituto Domenico Assumma è finito il ruolo di intermediario che il vibonese Antonino Daffinà, figura chiave nell’inchiesta, commercialista di fiducia del governatore Roberto Occhiuto e sub commissario per la depurazione, avrebbe svolto per far ottenere alla struttura sanitaria risorse dell’Asp di Crotone.

LE INTERCETTAZIONI

La clinica pare non avesse la possibilità di portare in compensazione i Drg (Diagnosis Related Group), strumento su cui si basa la remunerazione delle prestazioni ospedaliere, in quanto già saldati. Al centro dell’attenzione degli inquirenti c’è una conversazione captata nell’ufficio di Daffinà. Una conversazione alla quale prendono parte anche l’avvocato Agostino Caridà, portatore degli interessi della clinica, e il dirigente regionale Francesco Lucia, preposto al dipartimento Salute. Nel corso della discussione, Lucia afferma di aver fatto firmare al dirigente generale, Tommaso Calabrò, un documento che avrebbe dato la possibilità alla Romolo Hospital di ottenere 16mila euro riferibili però alla tipologia sanitaria della riabilitazione. Eppure non sarebbe stata possibile una compensazione al di fuori della branca urologica. La soluzione prospettata? Quella di classificare le prestazioni quali “riabilitazioni di natura urologica”. «Un’interpretazione estensiva in verità non possibile e contra legem», sottolineano gli inquirenti. Caridà evidenzia, nel corso del colloquio, che «non è la riabilitazione intensiva normale». E Lucia: «se sono 16mila euro possiamo parlarne… capiamoci».

GLI “AMICI DI CROTONE”

Da una serie di conversazioni emerge che Caridà contatta Daffinà più volte per risolvere le problematiche  degli “amici di Crotone”. L’avvocato, in particolare, fa riferimento a pratiche di autorizzazione “in prorogatio”. «Grazie super Tony», dice a Daffinà dopo aver ottenuto il suo interessamento, nonostante il suo incarico alla Regione non riguardasse la sanità. In particolare, durante uno dei colloqui intercettati, Daffinà precisa di seguire “alcune cose” della Romolo Hospital. Ma dall’esame delle fatture passive, emergerebbe che i costi dell’impresa dovuti a servizi di consulenza contabile (quelli forniti dalle aziende di Daffinà, Fenice e Administration & Consulting), oscillano tra i 75mila e i 107mila euro, con un «sensibile aumento» dal 2022. Ciò in ragione di pagamenti corrisposti a Daffinà. Eppure per le dichiarazioni fiscali Romolo Hospital è assistita da un altro studio professionale.

LEGGI ANCHE: Inchiesta alla Regione Calabria: Microspie nell’ufficio di Occhiuto – Il Quotidiano del Sud

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