Inchiesta urbanistica, il gip: “Ai migliori offerenti la pianificazione del territorio”. Pella: “A Marinoni il 70%-80% delle commesse”

  • Postato il 1 agosto 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

“La pianificazione del territorio” di Milano, una vera e propria “spartizione”, era subappaltata “agli speculatori” dai pubblici ufficiali che “svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti”. Il giorno dopo l’ordinanza del gip di Milano, Mattia Fiorentini, che ha disposto sei arresti nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica dei pm di Milano, le difese si preparano a ricorrere al Tribunale del Riesame per contrastare l’impianto accusatorio, quasi integralmente accolto dal giudice per le indagini preliminari. Al momento sono tre gli indagati che chiederanno ai giudici della libertà di attenuare o annullare il provvedimento con cui sono stati decisi il carcere per Andrea Bezziccheri, il patron di Bluestone e gli arresti domiciliari per l’ex assessore alla Rigeerazione urbana di Milano, Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, ceo senza più deleghe di Coima, Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente presidente e componente della disciolta Commissione per il Paesaggio, e Federico Pella, ex manager di J+S, seguano la stessa strada. Le difese di Tancredi, Catella e Bezziccheri hanno annunciato il ricorso, ma non è escluso che gli altri indagati lo facciano.

“Nessuna ammissione” – Ma perché – a fronte degli interrogatori preventivi a cui tutti (tranne Marinoni) hanno risposto verbalmente e/o con memorie – il gip ha comunque deciso misure che incidono sulla libertà personale? “Negli interrogatori preventivi, infatti, nessuno ha ammesso le proprie responsabilità, né tantomeno l’esistenza di un “sistema” … La scelta di tale strategia difensiva — che, sia ben chiaro, è legittima e insindacabile — è dal tuttavia sintomatica del fatto che nessuno degli indagati abbia voluto prendere le distanze meccanismo che li trova, sostanzialmente, accomunati da interessi convergenti, sia sul piano economico, sia su quello politico”. Un sistema “sistema tentacolare e sedimentato, nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni — in una commistione inestricabile di conflitto di interessi, mercimonio della funzione pubblica, paraventi istituzionali e propaganda (in termini di rigenerazioni urbane e progetti faraonici) — prospera piegando a proprio uso le regole esistenti, interpretandole capziosamente, ove possibile, o aggirandole in maniera occulta (persino cercando di far approvare dal Parlamento uno scudo di impunità)”.

Marinoni e l’80% delle commesse – Anche se non ci sono state ammissioni, Pella, architetto ed ex manager della J+S, durante l’interrogatorio ha spiegato che Marinoni avrebbe “incamerato” il “70-80% delle commesse” della società di ingegneria e progettazione, mentre quest’ultima “si accontentava del restante “30-20%”. Pella si è difeso negando quel presunto sistema di corruzione, conflitti di interesse e “mercimonio della funzione pubblica” nell’urbanistica milanese, ma ha fornito quel dettaglio che, per il gip, dà riscontro all’accordo “corruttivo” tra il manager e il funzionario comunale. Come si legge, infatti, Marinoni avrebbe incassato compensi, “perché i vari servigi” da lui offerti, per i quali “Pella lo aveva ingaggiato, erano” le “sue entrature con gli investitori e la politica”, come i rapporti stretti con l’allora assessore Tancredi, anche lui ora ai domiciliari. E il suo conseguente “ruolo occulto di pianificatore“, con tanto di “disponibilità ad asservire l’incarico di presidente della commissione agli interessi dei propri partners commerciali”.

“Ai migliori offerenti” – Il giudice in un passaggio delle oltre 400 pagine di provvedimento confuta tutta la difesa a verbale di Pella, che il 28 dicembre 2021, quando Marinoni era stato nominato al vertice della Commissione, gli aveva mandato subito un messaggio. “Che dire, wow!! Penso ci sentiremo presto”, aveva scritto. Non è “credibile”, a detta del gip, che fosse solo un Whatsapp di complimenti, come spiegato da Pella. Tanto che, non appena Marinoni ricevette il “patrocinio” del Comune al suo studio su Nodi e Porte Metropolitane, Pella “era stata la prima persona a essere avvisata”. Il gip, contestualmente, non ha riconosciuto alcuni episodi di corruzione contestati a Marinoni: si tratta di quelli legati ai progetti Bastioni di Porta Nuova e Corti di BaYres, Portali – Gioia 20 e Tortona 25, al piano integrato Porta Romana e al Pirellino. Per questi due invece rimane l’accusa per Scandurra in concorso con Catella. Per Tancredi invece restano le ipotesi di corruzione. “Professionisti e imprenditori che dettano le regole (addirittura contribuendo a legiferare) pur di mantenere i privilegi acquisiti, da un lato, e pubblici ufficiali che perseguono i propri interessi privati, subappaltano agli speculatori la pianificazione comportano da commerciali d’azienda e svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti, d’altro lato, rivelano l’esistenza di un fronte comune, che travalica i ruoli dei suoi militanti“.

L'articolo Inchiesta urbanistica, il gip: “Ai migliori offerenti la pianificazione del territorio”. Pella: “A Marinoni il 70%-80% delle commesse” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti