Inchiesta urbanistica, l’autodifesa di Boeri: “Sono un architetto e non un ‘cementificatore'”

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un’autodifesa personale che è allo stesso tempo un attacco all’inchiesta e alla stampa. L’architetto Stefano Boeri indagato nell’inchiesta sulla speculazione urbanistica a Milano – che vede iscritti anche lo stesso sindaco di Milano, imprenditori, professionisti e funzionari pubblici – in un lungo post sui social dice di avere fiducia nella magistratura, parlando di “processo mediatico”. L’ideatore del Bosco verticale – per cui è stato chiesto il processo per il caso della Biblioteca europea ed è indagato anche per il progetto del Bosconavigli – sui social in cui respinge l’accusa di essere un “cementificatore” scrive di essere stato “oggetto di una violenta campagna diffamatoria, dovuta in particolare alla diffusione di una serie di frammenti decontestualizzati di miei messaggi privati, trasmessi agli organi di informazione prima che ai miei legali e al sottoscritto. Una situazione incresciosa, non nuova in Italia, che sull’onda di un processo mediatico trasforma in colpevole chi, come nel mio caso, è semplicemente coinvolto in un’indagine preliminare”.

La chat – Il riferimento del professionista è la pubblicazione della chat con il sindaco Sala del 22 giugno 2023. Il giorno prima c’era stata una seduta della Commissione paesaggio (guidata dall’architetto Giuseppe Marinoni, per cui la procura ha chiesto l’arresto) che doveva dare un parere sul progetto di riqualificazione-trasformazione del Pirellino (edificio tra via Melchiorre Gioia e la Biblioteca degli Alberi) in Torre Botanica. “I toni di Boeri nei confronti del sindaco – annotano i pubblici ministeri – erano molto risoluti e di comando“. I pm riassumono che Boeri, indagato, avrebbe ricordato a Sala che “del caso aveva già parlato a lungo con Tancredi (l’orami ex assessore alla Rigenerazione urbana)” e anche con il dg del Comune. E che in caso di parere negativo al progetto da parte della Commissione paesaggio ci sarebbe stata una “‘rottura’ e contenziosi da parte di Manfredi Catella”, l’immobiliarista. Il 22 giugno 2023 il progetto ottenne “per la prima volta” parere favorevole “condizionato”. Boeri il giorno prima di quella seduta avrebbe anche mandato, come si legge, un messaggio vocale a Catella nel quale parlava “di un incontro avvenuto in Comune con Tancredi” e il dg aggiungendo – riassumono i pm – “che occorreva far intervenire su Marinoni (presidente della Commissione paesaggio, ndr) il sindaco Giuseppe Sala, a cui lui aveva già mandato un messaggio”. Tancredi, per i pm, attraverso Marinoni, avrebbe fatto cambiare il “parere” sul progetto che prima la Commissione paesaggio aveva valutato come “negativo” per l’impatto “dei volumi” e altre “gravi incongruenze progettuali”. Dopo queste “ripetute pressioni” su Marinoni, il 5 ottobre 2023 la Commissione dava parere “favorevole”, indispensabile per “ottenere le autorizzazioni edilizie”.

La difesa di Boeri – “Resto convinto che l’unica sede di un qualsiasi processo giudiziario debba essere il Tribunale. Per questo ho deciso nei giorni scorsi di non rilasciare dichiarazioni o interviste, lasciando ai miei avvocati, nel rispetto del lavoro della Magistratura, il tempo necessario per istruire una solida difesa. Mi sono tuttavia reso conto che questo mio silenzio ha lasciato spazio a troppi dubbi e malevole interpretazioni – continua il post -. Su molti media, dei frammenti di miei messaggi sono stati infatti pubblicati e tra loro “montati” in modo pretestuoso, senza alcun riferimento al contesto in cui erano stati formulati, così da suggerire un’immagine totalmente distorta della mia vita professionale e della mia storia privata. Ecco alcuni esempi. Cosa significavano davvero i termini e le frasi “WARNING”, “HO BLOCCATO UN ARTICOLO SUL CORRIERE”, “A MILANO TROPPI SENZA TETTO, PARLA CON IL TUO ASSESSORE”, estrapolati dai miei messaggi al Sindaco di Milano?
Il “WARNING” espresso in un mio messaggio al Sindaco di Milano non era una minaccia, ma invece un vivo allarme per l’operato della Commissione Paesaggio del Comune, che continuava a bocciare il progetto della nostra “Torre Botanica” adducendo ragioni che non avevano nulla a che vedere con i compiti attribuiti alla Commissione stessa. Aggiungo che il nostro progetto per via Pirelli 39, dopo un anno di incontri e accese discussioni, è stato approvato dalla Commissione solo dopo la sofferta rinuncia all’idea originale di “Torre Botanica”(un’architettura sperimentale e avanzata a cui tenevo molto e che ritengo avrebbe offerto a Milano un importante riconoscimento internazionale) e la presentazione di un progetto sostanzialmente diverso”. “Ma certo – al netto di una opportuna indagine su eventuali illegalità, non serve all’Italia la demolizione di un modello, quello milanese, di governo della complessità urbana. Un modello che da almeno venticinque anni ha saputo produrre, grazie ad una serie di straordinarie accelerazioni, ricchezza per un intero Paese”. E poi “certamente oggi serve una più incisiva politica di redistribuzione delle ricchezze che Milano attrae e troppo spesso concentra in spazi e ambienti ristretti ed esclusivi”. “Amo questa città. Sono un architetto e non un ‘cementificatore”.

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Il Fatto Quotidiano

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