“Io, mamma di una disabile umiliata nel chiedere un servizio”, l’esperienza di una genovese con il Mobility Bus di Amt

  • Postato il 24 aprile 2025
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  • Di Genova24
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barriere architettoniche carrozzina generica

Genova. “Signora, se non le piace il servizio non lo usi“. Sarebbe questa la risposta fornita alla mamma di una ragazza con disabilità da una centralinista del servizio Mobility Bus, gestito da Amt per conto del Comune di Genova, e dedicato al trasporto di persone con disabilità per attività di tempo libero.

L’utente del servizio, F.I., madre di una 36enne con grave disabilità motoria, ospite di una struttura nel quartiere di San Martino, ha raccontato a Genova24 la sua esperienza. “Mi sono sentita umiliata, oltre che abbattuta per l’impossibilità di consentire a mia figlia di fare una determinata attività”.

Ma facciamo un passo indietro. Il Mobility Bus è un servizio del Comune di Genova che, sfruttando minivan di Amt attrezzati per il trasporto di carrozzine grazie a speciali piattaforme, prevede la possibilità per i caregiver di prenotare (con 24 ore di anticipo, si legge sul sito di Amt) una corsa per attività di tempo libero. La corsa è gratuita per la persona con disabilità, mentre l’accompagnatore deve pagare il biglietto del bus.

I mezzi a disposizione non sono infiniti ed è per questo che il servizio deve essere prenotato. Inoltre, sempre sul sito di Amt, c’è scritto che entro le 17 del giorno precedente alla corsa programmata la stessa potrà essere o meno confermata.

La nostra lettrice, tuttavia, si è trovata di fronte a una serie di indicazioni contraddittorie. “Nel marzo scorso avevo già utilizzato il Mobility Bus per portare mia figlia dal Don Orione a Corso Italia – racconta – avevo prenotato due giorni prima e tutto era andato per il meglio”.

“Qualche settimana dopo provo di nuovo a prenotare il bus comunque con 24 ore di anticipo – dice – e dal centralino mi fanno sapere che assolutamente avrei dovuto chiamare almeno due giorni prima, per questo sapendo di avere una nuova esigenza il 15 aprile, ho fatto richiesta il 10 aprile“.

La donna aveva chiesto il trasporto dall’istituto Don Orione di via Cellini fino all’indirizzo di un’associazione in zona Begato, in Valpolcevera, dove la ragazza avrebbe dovuto partecipare a una festa con amici che non vedeva da tempo. Un percorso, in assenza di traffico, di circa 30 minuti. “Mi hanno chiamato il giorno prima dicendo che il servizio era annullato, al che ho chiesto spiegazioni, sulla base di cosa fosse stato annullato e come avrei dovuto comportarmi in futuro per avere la certezza di poter far spostare mia figlia”.

F.I., a sua volta con difficoltà motorie, non è più in grado da qualche tempo di sollevare la figlia dalla carrozzella e può farle effettuare piccoli viaggi solo in presenza di veicoli con piattaforma che consentano di non farla alzare. “Esistono servizi taxi a pagamento che di solito uso – spiega – ma bisogna prenotarli con largo anticipo e quindi mi sono trovata bloccata”.

“Di fronte alle mie rimostranze, la donna al centralino mi ha risposto che se non mi piace il servizio Mobility Bus la soluzione era non usarlo – si sfoga – ed è a quel punto che mi sono inalberata, a mia volta le ho risposto male e i toni si sono alzati, ma alla fine della telefonata mi sono sentita mortificata, umiliata, chi vive nella nostra condizione dovrebbe essere trattato con un certo riguardo”.

La redazione di Genova24, nei giorni scorsi, ha chiesto ad Amt Genova una spiegazione, un commento o una smentita su quanto accaduto ma senza avere ricevuto, al momento, risposta.

“La mia è una storia personale – conclude la madre della ragazza con disabilità – ma quello che mi domando è se sia giusto sbandierare l’esistenza di un servizio se poi quel servizio non è certo e soprattutto se non si è in grado di spiegare perché può essere annullato”.

Autore
Genova24

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