“Io non avrei mai detto no alla Coppa Davis. Ma ai miei tempi c’erano una cinquina di cose da fare”: Panatta commenta la rinuncia di Sinner

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra l’avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile”. Così Adriano Panatta, al Corriere della Sera, ha commentato la decisione di Jannik Sinner di rinunciare alla Coppa Davis. L’altoatesino non è presente infatti tra i cinque convocati dal capitano Filippo Volandri per le finali in programma dal 18 al 23 novembre a Bologna. Una scelta che ha fatto clamore e che lo stesso Panatta ha commentato.

“Ho giocato quando la vecchia Coppa era una delle priorità che si contavano sulle dita di una mano. Così ci insegnavano – ha spiegato Panatta -. Stava alla sensibilità di ognuno dei tennisti azzurri metterla al primo, secondo o terzo posto”. Oggi le priorità per chi sta ai vertici del tennis mondiale sono i quattro slam, le Finals e almeno un torneo di casa. Gli Internazionali di Roma nel caso di Jannik Sinner. Non era così nell’epoca di Panatta, che ha espresso un concetto simile a quello evidenziato da Bertolucci qualche ora prima: “La cinquina ‘delle cose da fare’ ruotava intorno a Roma, Parigi, Wimbledon, la Davis, e forse, per ultimi, gli US Open. Degli Australian Open nessuno parlava, manco li seguivamo sui giornali”.

Panatta ha poi commentato la decisione di Jannik Sinner, evidenziando anche in questo caso le differenze: “Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra l’avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. Ma non è mai successo. La Davis era al centro dei nostri programmi, le altre scelte ruotavano intorno a essa. Oggi non è più così”.

Panatta sui motivi della rinuncia di Sinner

Jannik Sinner preferisce concentrare le energie sulla prossima stagione, rinunciando all’appuntamento con la maglia azzurra. Il suo obiettivo evidentemente è arrivare al meglio al primo Slam del 2026, puntando a vincere per la terza volta di fila gli Australian Open e lanciare la caccia al numero 1 al mondo. “Posso dire a Sinner che mi dispiace, che fossi stato in lui uno sforzo l’avrei fatto. Ma posso dargli torto quando viene a dirci che l’unica priorità è cominciare bene il 2026 e che una settimana di riposo o di lavoro, alla fine, fa la differenza? Il tennis odierno esige dai tennisti un atteggiamento di adesione completa, quasi di devozione“.

Infine Panatta ha anche criticato il calendario, con le Atp Finals e le finali di Coppa Davis – due tra gli appuntamenti più importanti del tennis – che si giocheranno a distanza ravvicinatissima. La Davis comincerà infatti due giorni dopo la finale del torneo in programma a Torino. “La finale di Davis è troppo vicina alle Finals, il calendario non l’aiuta di certo. È un tennis da ripensare nella sua complessità, non per compartimenti stagni. Quando lo faranno, non sarà mai troppo tardi“.

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Il Fatto Quotidiano

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