Italia, il grido dei borghi svuotati: il lavoro è l’unica speranza per la rinascita
- Postato il 18 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Italia, il grido dei borghi svuotati: il lavoro è l’unica speranza per la rinascita
Lo spopolamento dei borghi persiste da decenni per mancanza di lavoro, soprattutto al Sud. Servono politiche mirate, detassazione e cooperazione per attrarre giovani e rivitalizzare i borghi.
Già nel 1971 un gruppo musicale cantava un brano che faceva riferimento alle piccole comunità e all’abbandono dei piccoli comuni. «…Con me porto la chitarra, se la notte piangerò, una nenia di paese suonerò…». Si lasciavano i propri affetti e si partiva per andare altrove a costruire un avvenire ai figli ma soprattutto per uscire da una situazione di povertà che rendeva la vita molto difficile in particolare nelle zone del sud Italia dove tutto era precario, dove tutto è precario, dove la possibilità di un lavoro dignitoso era sempre di più un miraggio. E si partiva per posti e terre sconosciute costretti ad indebitarsi per l’acquisto dei biglietti per il viaggio. Qualcuno non è più tornato, pochi, hanno fatto ritorno.
Paradossalmente, chi è andato via, ha contribuito, attraverso il trasferimento di denaro, alla crescita economica delle piccole realtà locali, attraverso la costruzione di case e quant’altro sperando in un futuro ritorno, ritorno, mai avvenuto… al danno si è aggiunta la beffa. Una situazione di povertà ed un lavoro che veniva remunerato con paghe veramente misere. A distanza di cinquant’anni protagonista di questa problematica ancora il lavoro che non c’è. Oggi le azioni per contrastare lo spopolamento si riducono ad incentivi economici a supporto per l’acquisto e la ristrutturazione di abitazioni, oltre al sostegno ai nuclei familiari che si trasferiscono nei comuni che vivono questo problema.
BORGHI: INCENTIVI INSUFFICIENTI, URGE UNA POLITICA DEL LAVORO
Ma tutto questo non basta; anzi pochissimi o addirittura nessun comune ancora è riuscito a ripopolarsi. Allora cosa fare? Gioca sostanzialmente un ruolo fondamentale la politica del lavoro. L’articolo 1 della Costituzione sancisce i principi fondamentali dello Stato tra questi: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. …» Questo principio implica che il lavoro è un valore fondamentale imprescindibile, pertanto le azioni che dovrebbero essere compiute restano fondamentalmente legate alla creazione di posti di lavoro.
I piccoli comuni potrebbero tentare di risolvere il problema, almeno parzialmente, con delle decisioni e risorse di bilancio valutando le potenzialità del territorio orientandosi successivamente sulle scelte. Un piccolo comune, seppur piccolo, necessita di alcuni servizi fondamentali come la mensa scolastica o sociale, la gestione dei rifiuti, la manutenzione delle strade, il settore dell’idrico, i trasporti scolastici e poi la cura del verde, l’assistenza agli anziani, l’arredo urbano e in ultimo non meno importante la gestione del patrimonio artistico e culturale. A tutto questo si aggiunge, così come si diceva all’inizio, le potenzialità del territorio.
BORGHI E LAVORO: LE COOPERATIVE E IL RILANCIO DEL SUD
Un territorio vocato a qualsiasi settore deve essere valorizzato e aiutato da una azione politica mirata alla creazione di posti di lavoro. Le cooperative possono giocare un ruolo importante. Esse svolgono un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro, offrendo opportunità di lavoro, contribuendo allo sviluppo economico. In particolare, le cooperative che si distinguono per la loro specificità e competenza e per la conoscenza del territorio ove queste operano riuscendo ad offrire occupazione ai giovani che vivono questa realtà. Andare in tal senso permetterebbe una più pronta risposta alla crisi economica contribuendo al rallentamento dell’abbandono dei piccoli comuni.
I giovani sono la continuità, sono il futuro, sono la risorsa del Paese. Dalla lettura degli indicatori sulla qualità del lavoro la Lombardia guida la graduatoria nazionale. mentre Sicilia, Calabria e la Basilicata occupano gli ultimi posti. Questa considerazione porta ad affermare che lo spopolamento dei piccoli comuni è direttamente proporzionale alla possibilità di una sicura occupazione. Si allenti la burocrazia, si creino misure mirate a specifici interventi, si consideri una detassazione nelle aree più svantaggiate e nei territori più sofferenti. Questo il rimedio tra i rimedi che potrebbe in un certo qual modo diminuire lo spopolamento delle aree urbane nei piccoli comuni supportato da azioni per migliorare e aumentare la possibilità di vincere su una problematicità non facile da superare.
FAVORIRE L’APERTURA COMMERCIALI PER AUMENTARE IL LAVORO E L’ATTRAZIONE NEI BORGHI
Diminuire le distanze con collegamenti con i centri più grandi, miglioramento della mobilità urbana ed extraurbana, favorire l’apertura di attività commerciali per aumentare l’attrazione interagendo con le aree più prossime per una più efficace strategia. Sono veramente tanti i comuni al Sud svuotati. Pensate che tutti gli elementi della banda musicale di una bellissima città del nord è composta completamente da gente arrivata dal profondo sud costretti a lasciare borghi straordinariamente belli oggi praticamente svuotati.
Ma Cristo non si è fermato a Eboli… ha continuato verso il Sud rendendolo unico per le sue bellezze i suoi valori la sua storia. Ricomponiamo i pezzi e rimettiamo a posto questa nostra Italia ma soprattutto lavoriamo per ripopolare i nostri comuni che raccontano un passato importante in cui ancora oggi sono custodite bellezze e patrimoni culturali di grande importanza. Forse non sarà più possibile far tornare chi già da tempo si è visto costretto ad allontanarsi dai propri cari e dalle proprie radici, ma di sicuro, riusciremo a fermare questo spopolamento, soltanto se ci sarà una nuova e più forte consapevolezza nel mettere in campo opportuni provvedimenti e azioni incentrate alla ricerca e alla creazione di opportunità lavorative. “Il cuore resta sempre lì dove si è nati”.
* Mario Pancaro, assessore al Turismo del Comune di Altomonte (Cs) dal 2019 al 2024
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