Itinerario alla scoperta del quartiere romano di Testaccio

Visitare Roma senza passare per Testaccio è come sfogliare un libro saltando il suo capitolo più sentito e autentico. Snodo fondamentale per apprezzare pienamente il sapore della Città Eterna, questo rione – centralissimo e, quindi, facile da raggiungere – è, però, spesso trascurato dagli itinerari turistici. Eppure, si tratta di un vero e proprio gioiello di romanità, con la sua storia e le sue tradizioni.

Nato come quartiere operaio vicino al Porto fluviale, Testaccio pulsa di vita vera e incarna l’anima della città. Qui, tra vicoli che profumano di cucina casereccia e negozi con insegne di marmo, si respira una Roma lontana dai riflettori turistici. Piazza Testaccio, con la sua Fontana delle Anfore, è il cuore del rione: al mattino, tra le chiacchiere dei romani doc, si può cogliegliere uno spaccato di vita unico, introvabile altrove. Nel Giubileo 2025, Testaccio si rivela una tappa imperdibile per chi cerca l’essenza della Capitale.

Dalla Piramide di Caio Cestio al Cimitero Acattolico, dal Monte dei Cocci al all’Ex Mattatoio, il rione Testaccio mescola storia antica e arte contemporanea. Facile lasciarsi incantare dalla genuinità di un quartiere che vive con orgoglio la sua identità. Imperdibile, poi, una sosta al Nuovo Mercato per assaporare specialità locali, magari una fetta di pizza romana. Perché Testaccio non è solo un luogo, ma un’esperienza che vi farà innamorare ancora di più di Roma, passo dopo passo.

A partire dal suo nome che proviene dal latino mons Testaceus, ovvero ‘Monte dei Cocci’, una collina artificiale alta circa 35 metri costituita da milioni di frammenti di anfore scaricate nei secoli sull’antico porto dell’Emporium, simbolo della Roma degli scambi e del commercio fluviale. Ecco, allora, le tappe da non perdere per scoprire il meglio del rione romano.

La Piramide Cestia e il Cimitero Acattolico

Il percorso si apre con la suggestiva Piramide di Caio Cestiom che svetta come un unicum a Roma. È, infatti, il solo monumento superstite di una serie risalente al I secolo a.C., quando fu eretta su ispirazione della conquista dell’Egitto avvenuta nel 31 a.C.. Costruita tra il 18 e il 12 a.C. per il politico romano Caio Cestio, membro degli epuloni, questa tomba alta 36,4 metri, con base quadrata di 29,5 metri, prese forma in soli 330 giorni.

Inserita, quindi, nelle Mura Aureliane durante il III secolo, la piramide in marmo lunense custodisce una camera sepolcrale di 23 mq, murata secondo l’usanza egizia. Gli affreschi interni, restaurati nel 2001 dalla Soprintendenza Archeologica, mostrano ninfe, vasi lustrali e Vittorie alate, con tracce di un’apoteosi perduta. Come spiega il Ministero della Cultura, la tomba fu violata nel Medioevo perdendo l’urna cineraria ma per il resto conserva intatto, a secoli di distanza, tutto il suo fascino antico.

Statua nel cimitero acattolico a Testaccio
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Il Cimitero Acattolico di Testaccio, dove riposano molti artisti

Subito accanto alla Piramide, si entra nel Cimitero Acattolico, un’oasi verde e silenziosa che racconta storie di viaggiatori, poeti e artisti. “Un luogo meraviglioso, messaggero di pietra” e “uno spazio aperto tra le rovine scrivevano nientemeno che Edward Percival Forster e Percy Shelley a proposito di questo spazio raccolto a Testaccio. Nato nel 1716 con il permesso di Papa Clemente XI per la Corte Stuart in esilio, è noto come Cimitero degli Inglesi o degli Artisti e Poeti ed è tra i più antichi d’Europa ancora in uso.

Qui riposano circa 4.000 anime, tra le quali spiccano poeti come John Keats e lo stesso Shelley  ma anche figure italiane di rilievo come Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda e Arnoldo Foà, tutte di fedi diverse, dall’Islam al Buddismo. Tra i personaggi illustri sepolti più recentemente – per la limitatezza degli spazi, la sepoltura oggi è concessa solo in rarissimi casi di comprovata eccezionalità – vi sono Andrea Camilleri e l’ex presidente Giorgio Napolitano.

Gli spazi dell’Ex Mattatoio

Proseguendo con l’itinerario, si raggiunge l’ex Mattatoio che oggi ospita mostre, installazioni e performance di arte contemporanea in un dialogo affascinante con l’architettura industriale che regala un contrasto che ben rappresenta lo spirito creativo del quartiere. La struttura originale risale alla fine dell’Ottocento e fu progettata da Gioacchino Ersoch tra il 1888 e il 1891. Ristrutturato tra il 2006 e il 2010, il complesso ha visto il recupero dei padiglioni per i serbatoi d’acqua, la macellazione dei suini e la Pelanda, oggi fulcro di ricerca artistica.

Dal 2018, l’Azienda Speciale Palaexpo gestisce gran parte del sito che comprende anche i padiglioni 9A e 9B, assegnati al MACRO nel 2002. Oltre a questi, nell’ex Mattatoio si trova la  Pelanda, un’area di 5.000 mq con una suggestiva navata e una ciminiera troncoconica, che conserva elementi industriali come le “Gallerie delle Vasche”. Le sue grandi vetrate e la modularità degli spazi la rendono ideale per eventi danza, musica e laboratori sperimentali, offrendo agli artisti residenze creative. Infine, i Rimessini, un tempo stalle per animali, sono stati oggetto di lunghi lavori per diventare spazi dedicati alla ristorazione.

Ex Mattatoio di Roma, rione Testaccio
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L’esterno dell’Ex Mattatoio nel rione Testaccio a Roma, oggi sede di mostre ed eventi

La collina dei cocci (Monte Testaccio)

A pochi passi, sorge quindi la collina dei cocci, un monte artificiale (alto 54 metri e con una circonferenza di un chilometro) fatto interamente di frammenti di anfore romane, testimonianza straordinaria dell’attività portuale dell’antica Roma. Nato tra l’età augustea e il III secolo d.C. come discarica di anfore olearie, soprattutto dalla Betica, questo cumulo di testae racconta, oggi come ieri, la floridità dei commerci romani.

I frammenti, accatastati con calce per igiene e stabilità, conservano marchi di fabbrica e tituli picti, che riportano dettagli su esportatori e contenuti, offrendo una preziosa testimonianza storica. Due stradelle e una rampa facilitavano il trasporto dei cocci, rendendo il monte un archivio a cielo aperto dell’economia imperiale. Dal Medioevo, cessata la funzione di discarica, Monte Testaccio divenne teatro di feste popolari, dal ludus Testacie, simile a una corrida, alle ottocentesche “ottobrate romane” per celebrare la vendemmia.

Oggi, le grotte scavate alla base, un tempo cantine e stalle, ospitano ristoranti e locali che animano la vita notturna di Testaccio. Visitabile solo con prenotazione obbligatoria, il monte accoglie gruppi (max 30 persone) e singoli secondo un calendario specifico. Si consigliano scarpe comode!

Il Nuovo Mercato e la sua area archeologica

Scendendo verso il cuore del quartiere ci si può immergere nei profumi e nei sapori del mercato coperto, con i suoi banchi di prodotti freschi, specialità romane, street food goloso e piccoli locali per uno spuntino tipico. Il Nuovo Mercato è un’esplosione di colori, sapori e romanità che va oltre il solo cibo: qui, infatti, si possono trovare abbigliamento, calzature e articoli per la casa, perfetti per ogni gusto e budget.

Il mercato coperto di Testaccio
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Il Nuovo Mercato coperto dello storico quartiere Testaccio

La struttura, firmata dall’architetto Marco Rietti, è un capolavoro minimalista: linee pulite, pannelli trasparenti e un design aperto che richiama i mercati di piazza romani, lasciando filtrare luce e aria. I colori delle merci e il viavai di persone creano un contrasto vivace con il bianco dell’architettura, rendendo il mercato un luogo di incontro e scoperta.

Sotto i banchi, poi, sorge un’area archeologica (attualmente in restauro) che racconta la storia del porto fluviale di Testaccio, dove anfore cariche di merci segnavano l’antica Roma. Durante gli Open Day, è possibile effetuare visite guidate gratuite di 45 minuti, condotte da archeologi per gruppi di massimo 20 persone (verificare i dettagli sul sito ufficiale). Raggiungibile con la Metro B (Piramide) o i bus 83 e 170, è una tappa da non perdere nel cuore di Roma.

Piazza Testaccio e Fontana delle Anfore

La passeggiata alla scoperta del rione Testaccio si conclude nella vivace piazza principale (un tempo Piazza Mastro Giorgio), dominata dalla Fontana delle Anfore, simbolo del quartiere. Tra i Luoghi del FAI, la piazza accoglie la celebre fontana in travertino, con un pinnacolo di anfore, progettata da Pietro Lombardi nel 1927 dopo un concorso indetto dal Comune di Roma. Le sue quattro vasche, ornate da stemmi e bassorilievi, zampillano grazie a un moderno impianto idraulico e a 45 ugelli, illuminati dal 2015.

Fontana delle Anfore a Roma
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La Fontana delle Anfore nel cuore di Piazza Testaccio a Roma

Inaugurata nel 1927, fu spostata nel 1935 a Piazza dell’Emporio, ma nel 2015 – dopo un rigoroso restauro che ha ricollocato 350 blocchi – è tornata al centro del rione. Oggi, Piazza Testaccio vibra di vita, tra caffè, aperitivi e chiacchiere, luogo ideale a conclusione dell’itinerario.

Autore
SiViaggia.it

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