Itinerario pedonale alla scoperta del quartiere Garbatella

Non tutti i quartieri di Roma sono “maschi”: accanto ai vari Pigneto, Quadraro, Trullo, Testaccio, ci sono anche alcuni quartieri declinati al femminile, una minoranza ben rappresentativa di una città che tutto sommato è femmina ed ha come simbolo una mamma che allatta due gemelli. La Garbatella è uno di questi quartieri “femminili”, un vero esempio di eleganza popolare romana: accogliente e intima, con le sue casette basse e colorate, splendida nelle sue piazze storiche, brillante nei luoghi resi immortali dal grande cinema. Scoprire la Garbatella significa scoprire l’anima più verace di Roma: vediamo quali sono le strade conducono nel vero cuore della Città Eterna.

Il cuore della Garbatella: Piazza Benedetto Brin

Il percorso può partire da Piazza Benedetto Brin, considerata la culla del quartiere. Qui si trova la prima pietra posata nel 1920 per volontà di re Vittorio Emanuele III e la piazza introduce subito allo stile peculiare della Garbatella: case basse, intonaci color ocra, rosso e giallo, scale esterne e piccoli giardini comuni. L’ispirazione venne dai quartieri-giardino inglesi, pensati per dare spazio, luce e verde alle famiglie popolari che vi abitavano. Passeggiando tra i primi “lotti” costruiti negli anni Venti e Trenta, ci si accorge subito che non è un quartiere come gli altri: qui l’architettura è un invito alla socialità, con ballatoi e cortili che favorivano la vita comunitaria.

Il cuore autentico della Garbatella è rappresentato dai lotti popolari, piccoli complessi residenziali che si snodano tra vie e piazzette. Vale la pena perdersi tra via delle Sette Chiese, via Passino, via Magnaghi e via Borri, dove si trovano alcuni tra i più suggestivi esempi di edilizia del periodo. Ogni lotto ha il suo carattere: archi, scalinate, pergolati di glicini, edicole votive agli angoli delle strade. Alcuni custodiscono giardini interni che sembrano piccoli paesi nella città, vere oasi di silenzio lontane dal traffico. Per chi ama la fotografia, i lotti sono un paradiso: ogni scorcio regala colori e prospettive che riportano indietro nel tempo.

La Fontana Carlotta e il mito della “garbata ostella”

Scendendo verso Piazza Ricoldo da Montecroce si incontra la celebre Fontana Carlotta, uno dei simboli della Garbatella. La leggenda narra che il nome del quartiere derivi proprio da una donna, una “garbata ostella” che accoglieva con gentilezza i viaggiatori di passaggio sulla via Ostiense. Che sia mito o realtà, la fontana ricorda questa origine popolare e contribuisce a dare al quartiere quell’aura familiare e accogliente che ancora oggi lo caratterizza. Non manca nemmeno il tocco romantico: la Scalinata degli Innamorati, che collega via Angelo Orsucci a via Caffaro, è uno degli angoli più suggestivi del quartiere, luogo di incontro di tutti gli innamorati nel dopoguerra e ancora oggi sfondo di tante dichiarazioni d’amore e proposte di matrimonio. Sulla scalinata è posta anche una targa a ricordo di Alvaro Amici, cantautore popolare molto amato, che nacque proprio in questo quartiere.

La Garbatella fra chiese e teatri

Un altro punto centrale dell’itinerario è Piazza Damiano Sauli, dominata dalla chiesa di San Francesco Saverio, costruita negli anni Trenta. La piazza è un luogo di incontro per gli abitanti e ospita eventi e mercatini, mentre la chiesa, costruita su progetto di Alberto Calza Bini e eretta a parrocchia il 1º maggio 1933, conserva un aneddoto particolare che l’ha resa famosa. San Francesco Saverio fu infatti la prima parrocchia visitata da Giovanni Paolo II appena eletto Papa: appena tre giorni dopo l’elezione infatti, domenica 3 dicembre 1978, il Pontefice fece visita al quartiere e alla parrocchia, ai quali era legato da un ricordo particolare e personale. Papa Wojtyla raccontò infatti in quell’occasione che nell’immediato dopoguerra, quando era uno studente, veniva spesso in San Francesco per andare a Messa e aiutare nell’attività pastorale.

Come tutti i luoghi popolari, anche la Garbatella è una fucina di eventi culturali e di creatività: fra le istituzioni spicca il Teatro Palladium, ex cinema-teatro degli anni Venti oggi gestito dall’Università Roma Tre, che propone spettacoli teatrali, concerti e incontri culturali. Per chi ama la musica dal vivo e l’atmosfera più informale, ci sono numerosi circoli e spazi autogestiti che continuano la tradizione culturale del quartiere.

La Garbatella del cinema e della tv

Questo quartiere è stato anche set naturale per film e fiction. Tra le vie della Garbatella hanno girato Nanni Moretti, che qui ambientò alcune scene di Caro Diario, e Ferzan Ozpetek, che l’ha spesso scelta come location per i suoi film. Più recentemente, la Garbatella è diventata celebre grazie alla serie tv I Cesaroni, ambientata in una palazzina di piazza Giovanni da Triora, ma era scelta come location d’eccezione già ai tempi del neorealismo, con  Le ragazze di Piazza di Spagna (1952) di Luciano Emmer, e negli anni ’60 con Una vita violenta di Paolo Heusch e Brunello Rondi, tratto dal libro di Pier Paolo Pasolini che ne firmò anche la sceneggiatura. Anche il grande Totò recitò alla Garbatella, in piazza Nicola Longobardi: era il 1958 e il principe De Curtis lavorava al film Totò e Marcellino. Location una  scuola materna, la scuola dell’infanzia “Luigi Luzzatti”, chiamata da tutti nel quartiere la Scoletta, che tanti anni dopo  sarà lo scenario della serie Caro Maestro con Marco Columbro ed Elena Sofia Ricci.

Cibo e convivialità: le osterie della Garbatella

La Garbatella è un quartiere che racchiude l’essenza di Roma: popolare e nobile allo stesso tempo, ricco di storia ma ancora profondamente vissuto. Non è un museo a cielo aperto, ma un luogo autentico, dove il tempo sembra essersi fermato senza però smettere di evolversi.

Camminare tra i suoi lotti significa incontrare una Roma viva, contemporanea, accogliente. È un itinerario che parla a chi cerca un’esperienza più intima e vera della capitale, lontana dalle folle di turisti, ma capace di restare impressa nella memoria di chi la percorre. Difficilmente infatti i turisti, nei loro giri, vengono condotti proprio qui, nei vicoli della Garbatella: eppure proprio qui potrebbero assaporare l’anima culinaria della Capitale nelle sue ricette tipiche, trattorie storiche e osterie antiche, a conduzione familiare, dove si mangia sulla tovaglia a quadretti e dove le ricette sono le stesse da secoli, ereditate dalle nonne e custodite gelosamente.

Carbonara, cacio e pepe, amatriciana, gricia, ma anche secondi di carne a base del quinto quarto come la coda alla vaccinara e la trippa alla romana: queste specialità culinarie romane, che alla Garbatella possono essere degustate in tanti locali a prezzi popolari, dovrebbero far parte degli itinerari turistici al pari di chiese e monumenti storici.

Il quartiere oggi: tra memoria e innovazione

La Garbatella conserva il suo fascino antico ma è anche un quartiere in trasformazione. Negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento per giovani artisti, studenti e professionisti, grazie anche alla vicinanza con l’università. Passeggiando si incontrano murales, orti urbani, spazi sociali e associazioni culturali che arricchiscono l’esperienza di chi visita la zona. È un quartiere che sa accogliere, mantenendo intatta la sua identità popolare.

Consigli pratici per l’itinerario pedonale

  • Durata: l’itinerario a piedi può durare dalle 2 alle 4 ore, a seconda delle soste.

  • Partenza: Piazza Benedetto Brin (raggiungibile con la metro B, fermata Garbatella).

  • Percorso: Piazza Benedetto Brin – lotti storici – Fontana Carlotta – Scalinata degli Innamorati – Piazza Damiano Sauli – Chiesa di San Francesco Saverio – Piazza Giovanni da Triora (set de I Cesaroni) – Teatro Palladium.

  • Pausa pranzo/cena: fermarsi in una trattoria tipica è parte integrante dell’esperienza.

  • Periodo migliore: primavera e autunno, quando il clima è mite e i giardini fioriti rendono la passeggiata ancora più piacevole.

Autore
SiViaggia.it

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