Jeremy Corbyn e Zarah Sultana, il nuovo partito della sinistra radicale in Uk nasce già diviso
- Postato il 3 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La conferenza internazionale contro la guerra di Parigi, il prossimo 5 ottobre, sarebbe potuta essere un’occasione per vedere pace anche all’interno della nuova sinistra radicale britannica. Ma non è andata proprio così per il un nuovo partito degli ex laburisti Jeremy Corbyn (76 anni) e Zarah Sultana (classe 1993) che prima ancora di essere ufficialmente battezzato, è già traballante. Sul palco, all’evento per presentazione la conferenza per la pace alla Foreign Press Association di Londra, salgono la leggenda Brian Eno e John Rees il fondatore del movimento Stop the War che ha mobilitato onde di pacifisti sotto il Big Ben, il parlamentare Jerome Legavre di La France Insoumise, la sinistra radicale francese, e poi lui Jeremy Corbyn ex leader laburista tacciato di antisemitismo ed infine espulso dal partito. Ritirata all’ultimo minuto adducendo ‘motivi di famiglia’ resta però assente Zarah Sultana, che con Corbyn starebbe tentando di ridare forma e anima ad un sinistra delusa dalla svolta Starmer. Ma il condizionale è d’obbligo.
Lui a luglio lo ha chiamato ‘Your Party’ lei dice ‘no il nome andrà deciso’ (la sua proposta è The Left Party). Lei lancia la campagna iscrizioni sui social media, lui manda subito un messaggio urgente a tutti chiedendo di cancellare i pagamenti perché la membership non era stata ancora autorizzata. Salvo scatenare la furia della sua co-fondatrice, volto di una nuova generazione di voci progressiste nel Labour: “Questo è un club sessista gestito da Corbyn e altri quattro uomini che mi hanno esclusa e trattata malissimo”. Per poco si è sfiorata la denuncia, abbandonata però in nome della causa socialista comune. Dunque sul sito, il Your Party, un ‘partito che appartiene ai membri’ (per 5 sterline al mese), ora esiste. Per motivi dichiarati che includono i 4.5 milioni di bambini in povertà che vivono nella sesta economia globale e contro i grandi colossi che invece si arricchiscono aumentando le bollette.
Programma, direzione e soprattutto il nome dei leader del nuovo partito dovrebbero essere finalmente confermati a novembre alla prima conferenza che si terrà tra i cantieri navali e le industrie manifatturiere di Liverpool, cuore rosso e anima socialista dei Labour. “Yourparty.uk sta andando molto bene, 800.000 persone hanno firmato la nostra dichiarazione d’intenti che riguarda uguaglianza, ingiustizia, ambiente, sostenibilità e, naturalmente, anche l’antirazzismo e la pace nel mondo – ha spiegato Corbyn. Prossimamente cominceranno quelli che chiamiamo incontri deliberativi e regionali in tutto il Regno Unito. Alcune di queste riunioni sono enormi e nelle città più piccole si vede come la gente viene perché vuole qualcosa di diverso: una base democratica responsabile nei confronti delle comunità che rappresenta”.
Corbyn, conferma che le cose stanno andando avanti nonostante quelli i giornali britannici chiamano ‘pasticci’ e che lui chiama ‘polverone sui ‘Social Media’: “Il partito sta andando avanti. Sarà molto grande e molto democratico e sapete cosa? Sarà anche molto, molto efficace. Sono estremamente orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto mettendo insieme un grande team di volontari, e unendo altri quattro parlamentari indipendenti al nostro gruppo di sei deputati che a rifletterci è grande quanto l’ultradestra di Reform Uk. Però a noi i media non danno la stessa attenzione” dice Corbyn, che annuncia: “La conferenza a fine di novembre riunirà l’intero partito e costituirà la base su cui si formerà una voce politica alternativa, organizzata e in grado di riunire quei movimenti e gruppi indipendenti e pacifisti molto forti in tutto il paese, animati dal desiderio di vivere in un mondo diverso”.
Un nuovo tentativo per Corbyn e Sultana di salire sul palco, insieme, sarà il 9 novembre all’evento Rally for Real Change sempre a Liverpool, che storicamente fa rima con classe operaia e sindacati e potrebbe raccogliere gli animi dei più ideologici della sinistra britannica. Intanto però a Londra è fumo all’orizzonte. Forse Corbyn non si accorge quanto attoniti siano i giornalisti internazionali quando alla domanda “Pensa che Hamas dovrebbe avere un ruolo nel nuovo governo in Palestina?” lui risponde: “Ovviamente, ciò che è successo il 7 ottobre è stato terribile. La mancanza di comprensione della storia coloniale porta l’Occidente a decidere quale dovrebbe essere il futuro della Palestina ma sicuramente questa è una questione che dovrebbe essere decisa dal popolo palestinese”. Non resta che ascoltare Brian Eno, reduce dal successo del suo Together for Palestine il concerto a Webley in cui ha riunito artisti di fama internazionale per dire insieme la parola ‘genocidio’ e raccogliere fondi da destinare alle famiglie di Gaza. E alla nostra domanda se potrebbero cantare una canzone tutti insieme, come nella mitica Band Aid, lui risponde: la stiamo scrivendo!
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