La Citroën DS compie 70 anni: la rivoluzione francese su quattro (o tre) ruote

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Auto D'epoca
  • Di Virgilio.it
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Era il 6 ottobre 1955 quando il Salone di Parigi si fermò davanti a un’auto che sembrava arrivata dal futuro. Linee fluide, sospensioni che sembravano magia, un comfort mai visto. Si chiamava Citroën DS, ma in francese si pronunciava “Déesse”, cioè “dea”. E come una divinità, in pochi minuti conquistò pubblico e stampa, diventando il simbolo dell’eleganza e dell’innovazione automobilistica europea. In Italia la battezzarono “lo Squalo”, per via del suo profilo affilato e di quel muso appuntito che sembrava pronto a fendere l’aria. In realtà era molto di più: un manifesto del genio tecnico e stilistico francese.

Tecnologie innovative

Dal punto di vista tecnologico la DS era avanti di anni rispetto alla concorrenza. Montava quattro freni a disco, una rarità per l’epoca, e fari direzionali capaci di ruotare in curva per illuminare la strada dove serviva davvero. Ma il suo vero segreto era nelle sospensioni idropneumatiche, una meraviglia meccanica senza elettronica, che permetteva alla vettura di “galleggiare” sull’asfalto. La DS si sollevava automaticamente per affrontare terreni difficili, viaggiava anche su tre ruote in caso di foratura e consentiva persino di sostituire una gomma senza cric. Tutto questo nel 1955, quando molte rivali arrancavano ancora con sospensioni a balestra e freni a tamburo.

Fu una rivoluzione tecnica che cambiò il concetto stesso di automobile in un mezzo capace di offrire sicurezza, stabilità e un comfort di marcia di lusso.

Stile italiano

Ingegneria francese e stile Made in Italy, questa la formula vincente della  DS. La matite era Flaminio Bertoni, scultore e designer italiano trapiantato in Francia, che ha dato vita alle principali icone Citroen, come la 2CV e la Traction Avant. Sulla DS diede vita alle soluzioni più audaci del tempo, coprendo le ruote posteriori, usando pannelli imbullonati e l’iconico volante monorazza, pensato per favorire la sicurezza in caso di incidente. Dettagli di funzionalità ed estetica, come richiedono le leggi del design. Il risultato è una vettura che , con settant’anni di distanza, continua a sembrare moderna, con quell’eleganza minimalista che poche auto hanno saputo replicare.

Due generazioni di fascino

La storia della DS è definita in due varianti, la prima serie con una doppia linea di fari tondi e il posteriore affusolato, e il restyling del 1967 in cui arrivarono i gruppi ottici dal profilo squadrato integrati nella carrozzeria. A segnare la fine del progetto DS fu il 1975, quando dalla linea di montaggio di Rennes-La Janais uscì l’ultimo esemplare, il numero 1.330.755, per lasciare spazio alla Citroën CX un’altra icona dell’epoca che faceva dell’aerodinamica il suo cavallo di battaglia.

Un nome che non è mai tramontato

Negli anni 50 Citroen era un marchio in grado di accontentare tutti: c’erano le utilitarie popolari come la 2CV o la AMI e le ammiraglie di lusso, originali e sofisticate, adottate anche come vetture presidenziali. Negli anni il nome DS è diventato talmente iconico da trasformarsi in un brand a sé. Oggi, sotto il gruppo Stellantis, DS Automobiles cerca di raccoglierne l’eredità, puntando su eleganza, tecnologia e lusso francese. I numeri di vendita non sono ancora all’altezza della leggenda, ma l’intento è chiaro: riportare sulle strade lo spirito visionario che nel 1955 fece innamorare il mondo.

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Virgilio.it

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